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MotoGP, L'Aprilia esce dall'ombra con Vinales che ad Austin accende il Bat-segnale

Pole e doppia vittoria per Maverick che si porta in 3a posizione nel mondiale dietro a Martin e Bastianini: nuovamente in luce il talento di Pedro Acosta e la voglia di tornare in vetta di Marquez

MotoGP: L'Aprilia esce dall'ombra con Vinales che ad Austin accende il Bat-segnale

Una grande gara, finalmente. Nemmeno l’esecrata aerodinamica ha potuto avere la meglio sul bello e particolare tracciato di Austin, che con la sua sequenza di curve - lo snake - ha offerto infinite possibilità di sorpassi delle quali hanno approfittato Maverick Vinales, vincitore nonostante l’intoppo in partenza dopo una rimonta sensazionale, un fantastico Pedro Acosta, che da oggi consideriamo lecitamente in lotta per il mondiale ed Enea Bastianini, che ha firmato il terzo posto alle spese di Jorge Martin grazie alla sua capacità di resilienza e conservazione delle gomme.

In ombra, invece, il campione del mondo Pecco Bagnaia che ha corso una gara solida, ma mai veramente in lotta non diciamo per la vittoria, ma nemmeno per il podio.

Vinales con il successo di Austin è il primo pilota della MotoGP a vincere con tre marche diverse: Suzuki, Yamaha e Aprilia. Un risultato che condivide con Eddie Lawson, capace di trionfare con Yamaha, Honda e Cagiva.

Ci ha fatto respirare l’emozione dei vecchi tempi, il GP delle Americhe, quando a battersi erano gli eroi della Golden Era, ed è un vero peccato che, avendone le possibilità, sia uscito di scena Marc Marquez alla fine dell’11° giro affondando una staccata su Acosta che, se riuscita, avrebbe potuto cambiare l’esito della gara.

Con tutto il rispetto per chi ha chiuso dietro - 6° Diggiannantonio, 7° Espargaro, 8° Bezzecchi - il resto del Gran Premio è stato sottoclou. Ma cosa ci ha detto Austin?

E’ facile: Aprilia e KTM hanno raggiunto la Ducati e anche se non sarà così su tutti i circuiti, questo mette un bel po’ di pressione nel box di Borgo Panigale, perché confermare il titolo quest’anno non sarà ordinaria amministrazione. E’ stato, relativamente, semplice quando gli avversari erano, nel 2023 in casa o, nel 2022, una Yamaha già in fase calante. Sarà decisamente più complicato quest’anno con l’arrivo di talenti freschi come Acosta, o di vecchi leoni mai domi come Marquez. Perché bisogna sottolinearlo: Marc stava tentando di mettere l’ottavo sigillo sul suo circuito su una GP23 davanti agli ufficiali della casa, e con una moto che ha sì vinto il mondiale lo scorso anno, ma che Dall’Igna sa bene essere inferiore rispetto al nuovo prototipo.

Però così vanno le gare e per poter parlare bisogna finirle,  in piedi, anzi, in sella alla moto e non nella via di fuga. Comprensibile comunque la foga di Marc che deve meritarsi una moto ed una casa ufficiale la prossima stagione. E la avrà, in un modo o nell’altro, con chiunque abbia le palle di mettersi il lupo nel box.

Ragioniamo infatti sul distacco della prima delle GP23 al traguardo: quasi 10 secondi, mezzo secondo al giro. La verità come sempre sta nei numeri.

Ah, comunque: pole e doppia vittoria dell’Aprilia. Bentornata BatMoto, quel nero ci ricorda tante emozioni e successi.

 

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