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322 Racing Service: una squadra formato famiglia tra i giganti del CIV SBK

INTERVISTA - Parlano Giulia Pozzato e Cristian Serri: “Il nostro obiettivo è di far andare forte Ioverno e di crescere come team. Vogliamo vedere dove può spingersi una squadra come la nostra, che parte praticamente da zero”

SBK: 322 Racing Service: una squadra formato famiglia tra i giganti del CIV SBK

È difficile riuscire a rendere con le parole un’idea dell’impegno, della passione e della voglia di mettersi in gioco, che animano il team 322 Racing Service. Una piccola realtà gestita dall’ex pilota Cristian Serri e da sua moglie Giulia Pozzato, che più che essere una squadra a conduzione familiare è una vera e propria famiglia allargata. Un gruppo che ha deciso di mettersi alla prova e confrontarsi con le altre formazioni al via della stagione 2024 del CIV Superbike, con un solo obiettivo fisso in mente: dare al suo pilota, Jarno Ioverno, la possibilità di crescere e di mostrare a tutti quel talento che, con lo zampino di un po’ di sfortuna, non è ancora riuscito a esprimere fino in fondo.

“Jarno ha corso nel CRV Piemonte, poi nel Mondiale SSP300 dove ha fatto poco, perché andava forte ma non è stato messo nelle condizioni di poter vincere. Io lo conosco da tanto tempo, ho seguito tutte le sue gare da quando aveva 12 anni ed era un bambino. L’ho visto crescere e venerdì, quando ho realizzato che era nel CIV, gli ho preso il viso tra le mani e gli ho detto piangendo: ‘Guarda dove sei arrivato!’ e lui mi ha risposto: ‘Guarda dove siamo arrivati!’”, racconta Giulia con la voce incrinata dall’emozione, dopo aver raggiunto il marito in officina per questa lunga chiacchierata telefonica. Aiutare Jarno a fare questo step con la mia famiglia è un’emozione, perché non è solo un rapporto team-cliente, c’è proprio una storia dietro, fatta di lacrime, sudore e notti passate in officina per riuscire a preparare la moto e far correre il nostro pilota. Fino adesso però è andata bene, nonostante tutte le fatiche che abbiamo fatto”.

Un team formato famiglia

Una squadra più unica che rara quella del 322 Racing Service di Misano, come si può intuire già guardando la livrea che veste la BMW S 1000 RR #3.

“In griglia vedi tutte le moto dello stesso colore, poi c’è la nostra che è giallo fluo e nera, perché il giallo è il colore preferito di mio marito” sottolinea divertita “Giumblina”, la “tuttofare” della compagine, capace di coniugare il ruolo di mamma con quello di addetta al marketing, social media manager e anche ombrellina del team.Siamo l’unica squadra a gestione familiare della SBK. Il nostro non è uno di quei team ufficiali con un sacco di soldi e di sponsor, noi siamo partiti proprio da zero: siamo io, Cristian, e il nostro pilota. Ogni tanto chiamiamo un ragazzo che ci aiuta in griglia e da quest’anno c’è un elettronico che ci dà una mano e si occupa della telemetria. Prima ci pensavo io, ma adesso la centralina è completamente diversa da quella che ho studiato e che usavamo nel National. E poi c’è Elena la mamma di Jarno, che lo segue dappertutto. È una donna fortissima e sta facendo tantissimo per far correre il figlio e incoraggiarlo a seguire il suo sogno”.

“Race for dream”, correre per un sogno, proprio come recita la brochure preparata dalla squadra per cercare gli sponsor con cui garantire a “Jei” un progetto per maturare e arrivare in alto.

Jarno è un ragazzo d’oro e ha proprio la mentalità del pilota: non sgarra mai la dieta e per lui andare in vacanza è andare in circuito a girare - racconta con affetto la giovane manager piemontese - È con noi da inizio 2020, questo è il nostro quarto anno insieme, e lui e mio marito sono diventati molto amici, nonostante i 25 anni di differenza tra loro. Per Jarno, Cristian è un punto di riferimento, come se fosse un papà. Vuole sempre averlo vicino, perché è un po’ il suo mental coach e lo tranquillizza. Anche Cristian stesso ha preso Jarno quasi come un figlio, motociclista, che va forte e va cresciuto, e gli ha fatto un po’ da chioccia. Hanno trovato la loro quadra, ma se un giorno dovesse arrivare un team del Mondiale che gli facesse un’offerta, noi lo lasceremmo subito andare. E se Jarno dovesse dire di ‘no’ gli daremmo un bel calcio per farlo filare via (ride)”.

L’ingresso nel CIV SBK

Dopo un complicato 2023, segnato da un infortunio a Misano, Ioverno e la formazione romagnola hanno deciso di abbracciare la sfida del CIV SBK, con la complicità del tempo limite introdotto nel trofeo nel 2024. Una nuova avventura approcciata a testa bassa e con tanta umiltà.

Siamo l’unica squadra della SBK a non avere un box perché non possiamo permettercelo, ma per noi non è un problema, perché eravamo già strutturati per il National, dove correvamo senza” dice “Giumblina”, spiegando come è nata la scelta di debuttare nel CIV dopo la wild card dello scorso anno: “Avevamo sentito che ci sarebbe stato un tempo limite e avevamo già una mezza idea di provare a fare il Campionato Italiano, però eravamo indecisi se partecipare a o quello o all’Europeo. L’Europeo aveva delle tappa fuori dall’Italia e in quei casi ci saremmo dovuti appoggiare a un altro team per portare le moto, per ridurre i costi. Quindi, alla fine, abbiamo deciso di fare il CIV, anche per un discorso di comodità delle piste”.

Un passo importante e impegnativo, ma che non dovrebbe andare al di là delle possibilità del team della famiglia Serri. 

Conti alla mano, abbiamo visto che non c’era troppa differenza con il National Trophy. Allestire la moto costa più o meno lo stesso e a fine stagione i costi dovrebbero essere simili. Dovremmo spendere qualcosa in più giusto per il telemetrista e per i test. Il CIV però ha una qualità diversa sia in termini di visibilità che in pista, dato che il Campionato Italiano ha delle Qualifiche più lunghe e non ha turni di prove misti, dove è facile trovarsi in situazioni pericolose. Noi non siamo nuovi a incidenti: Jarno già ha avuto tante sfortune anche per errori noi suoi, ed è anche per questo abbiamo deciso di puntare su un campionato più sicuro - aggiunge Cristian - Sappiamo che qui il livello e alto e il podio lo vedremo da lontano, ma è più stimolante”. 

La sfida nel Campionato Italiano Velocità

Il team 322 Racing Service sa bene che non sarà semplice riuscire a competere con le squadre esperte e blasonate che popolano la griglia del CIV SBK, ma è pronto a mettersi in gioco per provare ad arrivare il più lontano possibile.  

L’obiettivo di quest’anno è quello di far andare forte Jarno. Poi di crescere come team e di vedere se riusciamo ad affrontare questa sfida, di portare un team come il nostro nel CIV, con dei buoni risultati - ammette Giulia - Qualche giorno fa ci hanno chiesto sui social: che senso ha correre in una classe poco equilibrata come la SBK, dove c’è Pirro che fa uno sport a parte? Noi siamo consapevoli che i team ufficiali godono del supporto diretto dei produttori, ma è proprio questo che rende la sfida più stimolante: vogliamo vedere se riusciamo a stagli davanti! (ride). Per noi questa è più una sfida personale che una competizione diretta con Pirro. Noi siamo solo all’inizio, ma vogliamo vedere dove può spingersi un team come il nostro, a gestione familiare, solo con le proprie forze. Le cose sono due: o possiamo fare da traino e attirare altri piccoli team nel CIV, oppure confermare la tesi di chi dice che questo è un campionato che va bene per pochi. La Federazione con noi è stata molto gentile e io credo che ci sia ancora uno spiraglio per delle squadre come la nostra nel CIV. Ci spero”.

Un’impresa dall’alto coefficiente di rischio, dove uno degli scogli più grandi è quello di riuscire a trovare la giusta messa a punto. Non soltanto a livello di moto.

“Le variabili sono tante e adesso dobbiamo trovare la quadra con la moto, dove andranno investiti tanti soldi. Essendo un team piccolino, di sponsor non ne abbiamo tanti, ma sono tutti amici che fortunatamente hanno creduto in noi e in Jarno e ci stanno dando una mano a correre - sottolinea la manager - Il rischio per un team come il nostro è anche quello di arrivare a metà campionato che sono finiti i soldi, perché si è rivelato tutto più costoso, e ci si deve fermare. Noi abbiamo fatto tutti i conti e dovremmo arrivare fino in fondo, ma bisognerà vedere anche che sponsor troviamo o quante gomme consumiamo. Non possiamo usarne di nuove ad ogni turno”.

L’esordio a Misano non è stato dei più semplici, ma la Top 10 conquistata da Jarno in Gara 1 è già un buon punto da cui partire.

Ci hanno consegnato la centralina al  lunedì e non sapevamo nemmeno come scaricare i dati. Eravamo nel panico: Cristian non dormiva la notte per la preoccupazione, mentre io studiavo il manuale. Nonostante questo la prima gara è andata bene, anche se Jarno ha fatto veramente fatica, perché deve completamente cambiare stile di guida rispetto a quello che adoperava con le Pirelli - spiega Giulia, tracciando il bilancio del Round di apertura - Complici le gomme, complice la centralina, che dobbiamo ancora capire, ci vorrà un po’ di pazienza per riuscire a far funzionare il tutto, ma a parte la scelta sbagliata della gomma di domenica, siamo soddisfatti per come è andato il primo Round. Non si sa mai cosa può succedere, ma ho un buon presentimento per il futuro”.

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