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MotoGP, Acosta: "Il sorpasso su Marc? lui fece lo stesso con Rossi, ora tocca a me"

"Ma bisogna avere le palle, in TV sembra più facile ma qui ci si fa male, ogni sorpasso è come guardare in faccia la morte e vedere chi è il pollo più grosso. Nei miei tre anni mai in direzione gara per aver causato un incidente. Si impara copiando dai migliori. Le mie aspettative? quelle che verranno saranno irreali"

MotoGP: Acosta:

L'arrivo di Acosta in MotoGP non ha disatteso le aspettative, portando una ventata di novità e di irruenza di cui francamente si sentiva il bisogno. Che lo spagnolo, fresco del titolo in Moto2, fosse un talento smisurato si sapeva e lo sapevano bene anche gli altri piloti in griglia, ma che il pilota di Mazarrón fosse così competitivo sin dalle prime battute del campionato non era poi così scontato. Certo, da un lato la KTM ha fatto dei notevoli passi in avanti ed in Qatar, circuito in cui si erano svolti i test, i valori potevano essere in parte falsati e questo lasciava il beneficio del dubbio. Dubbio però poi ampiamente dissipato a Portimao, in cui Acosta non solo ha centrato il suo miglior risultato in tempi brevissimi, un terzo gradino del podio dietro a due delle migliori Ducati e sorpassando piloti come Marquez e Bagnaia, e confermandosi così la migliore KTM in pista.  Ancora una volta la casa di Mattighofen dimostra di aver giocato bene le sue carte.

Lo spagnolo, ospite martedì sera sull'emittente Antena 3 durante la trasmissione "El Hormiguero", ha così ripercorso il suo debutto in classe regina nel team GasGas. Tanti gli argomenti toccati, dai sorpassi che hanno movimentato la competizione a Portimao alle aspettative per questa prima stagione in MotoGP.

L'impatto con la MotoGP non è mai facile per un rookie, ma Pedro è stato competitivo sin dalle prime battute.

"In Qatar nelle FP1 ho fatto un bel salvataggio - racconta lo spagnolo - Se è stata fortuna o abilità? Servono entrambe. La protezione della leva del freno si era staccata e ho perso la presa ma è stato divertente(ride). Quando sono salito su questa moto ho capito di dover piegare ancora di più. In questi anni le moto si sono evolute così tanto che si può guidare davvero vicino al suolo. Negli ultimi anni sono caduto meno, ma ci sono molti modi di cadere, il migliore è scorrere via. In gara poi è diverso che nei test, se sei in testa e imposti il tuo ritmo, sei tranquillo. Il problema è quando sei indietro e devi sorpassare, sei sempre a rischio in ogni sorpasso. Ma è questo il bello delle moto: nelle auto si va fuori strada, si va in testacoda... ma qui ci si fa male. È come guardare in faccia la morte e vedere chi è il pollo più grosso".

A Portimao lo spagnolo ha dato spettacolo con una serie di sorpassi, in primis quelli su Marquez e Bagnaia.

"In Tv sembra più facile - scherza - Marquez lo fece con Rossi e ora tocca a me farlo con lui, ma bisogna avere le palle (per quei sorpassi ndr) - prosegue scherzando - E' stata la mia prima vera gara in MotoGP. Ai box mi hanno detto che avrei dovuto tirar fuori le palle ed è quello che ho fatto".

Nella MotoGP attuale, i sorpassi sono diventati più difficili anche per via dell'aerodinamica.

"Penso di essermela cavata bene, ora sono più delicato, ci tocchiamo e sembra che sia una cosa negativa. Io di solito non tocco, colpisco direttamente - scherza ancora -  Nei miei tre anni non sono mai andato in direzione gara per aver fatto cadere qualcuno, ma la possibilità c'è sempre. Mi scaldo quando vengo sorpassato, e cerco sempre di dare un po' di spettacolo anche a chi guarda da casa".

Una carriera lampo quella dello spagnolo, dall'infortunio alla gamba nel 2022 al titolo in Moto2 lo scorso anno.

"A volte ci si dimentica in fretta. Quando si vince una coppa del mondo ci si ricorda di più dei momenti negativi, ma ne vale la pena alla fine. Nel 2022 mi sono fratturato il femore e credo che questo mi abbia salvato da molte cose. All'epoca ero un po' fuori di testa e avevo bisogno di calmarmi. Mi sono fatto davvero male. Ho vissuto tre anni con quella squadra e lasciare quelle persone, quei rapporti non è stato facile. Dissi loro che in tre anni non mi avevano mai visto piangere, ma quel giorno le lacrime le avrebbero viste".

Col talento arrivano anche le aspettative ed i paragoni, e lo spagnolo ci tiene a precisare che pensa solo al proprio percorso.

"Penso di essere il nuovo Pedro Acosta. Sono arrivato nel mondiale giovanissimo a 16 anni, e da allora qualcosa è cambiato. Il primo anno sono andato bene, ma il secondo no, avevo difficoltà ad adattarmi alla moto. Ora sono un pilota diverso, prima rompevo le moto ad un ritmo che non era normale. Non saprei definirmi come pilota, ma mi diverto e sono pagato per fare quello che faccio, cosa potrei volere di più?"

Non solo il talento, la strada per il successo è anche ossessione, ego ed un pizzico di umiltà.

"Posso guardare quattro o cinque gare al giorno. La cosa più facile nella vita è copiare, se impari guardando i migliori, fai lo stesso. Faccio una selezione però, guardo solo le gare che mi interessano davvero. Ho anche un grande ego, vado du YouTube e riguardo i miei video. Molto però lo devo anche ai miei genitori, se non avessero fatto tutto questo, rischiando casa e lavoro, ora forse non sarei qui ma a pescare con mio padre".

Lo spagnolo infine discute delle proprie aspettative per il proseguo della stagione.

"Non ho aspettative reali, tutte quelle che verranno saranno irreali. Tutto sarà un test e dovremo stare tranquilli, ma speriamo che tutto vada bene come ora".

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