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Fase 2: la protezione dei motociclisti passerà per l’abbigliamento

La tecnologia applicata a caschi, maschere e tessuti può determinare il futuro del settore motociclistico, anche durante una pandemia

Moto - News: Fase 2: la protezione dei motociclisti passerà per l’abbigliamento

Una delle categorie che ha sofferto, e soffre ancora, maggiormente le restrizioni governative per la lotta al Covid-19 è quella dei motociclisti, che ha dovuto tenere la moto ferma in garage (se non per compiere spostamenti legittimi) dall’8 marzo scorso, e che ancora non può riprendere a viaggiare.

La Fase 2 terminerà il 18 maggio, e ancora non è chiaro come evolverà la situazione nel Paese, ma sicuramente l’attenzione deve rimanere alta per evitare di ricadere nell’emergenza sanitaria.

Uno scenario inedito ma che fa da spartiacque, e che pone l’interrogativo sul futuro: è vero che moto e scooter rappresentano il mezzo perfetto per unire la velocità degli spostamenti al distanziamento sociale, ma non assicurano una protezione totale.

E qui potrebbero entrare in gioco le tecnologie già esistenti o in fase di sviluppo che molti marchi di abbigliamento tecnico hanno portato avanti negli ultimi anni per combattere l’inquinamento, ma che possono essere facilmente convertibili alla protezione dal Coronavirus.

Mascherine

Sono tra gli oggetti più ricercati dall’inizio della pandemia e sono l’unico vero strumento di protezione concreta contro il Covid-19. Come abbiamo già scritto, le mascherine sono necessarie anche in moto a meno che non si indossi un casco integrale con visiera abbassata, ma oltre ai presidi medici con varie classi di protezione che abbiamo imparato a conoscere in questi due mesi ci sono già prodotti dedicati ai motociclisti.

Tucano Urbano ha infatti nella sua gamma di accessori la maschera Top Smog, certificata come FFP2 (o superiore) con filtro elettrostatico a carbone attivo. Naturalmente l’obiettivo originale della maschera, messa sul mercato prima della pandemia, era quello di proteggere dallo smog, ma rimane un validissimo strumento anche contro il Coronavirus.

E’ compatibile con tutti i caschi jet o demijet ed è composta da uno strato esterno in neoprene con valvola di sfogo e con inserti in rete per la ventilazione. E per ovviare al problema dell’appannamento di visiere ed occhiali che le mascherine comportano Tucano Urbano ha realizzato anche un detergente apposito.

Meno famose in Italia ma altrettanto sicure sono le maschere di Rare Bird London, un’azienda britannica specializzata nella realizzazione di prodotti anti-inquinamento per motociclisti: anche queste mascherine, che hanno un collare incorporato, sono dotate di filtro ai carboni attivi di classe FFP2 o superiore, e vengono declinate in varie fantasie e tessuti, per i più attenti allo stile.

I caschi di domani

Una tecnologia simile potrebbe essere applicata anche ai caschi integrali, che oggi più che mai fanno dei tessuti traspiranti e trattati ai carboni attivi un plus per rendere l’esperienza motociclistica il più piacevole possibile.

Se è vero che la protezione di un casco integrale, anche da inquinamento e batteri oltre che dagli inconvenienti della strada, è già alta è altrettanto vero che design e tecnologia potrebbero renderlo un dispositivo di pari efficacia a un presidio medico come la mascherina.

L’area della mentoniera potrebbe infatti evolversi con dei sottomento più “calzanti”, che aderiscano meglio al collo di chi lo indossa, mentre per la mentoniera potrebbe essere ipotizzabile uno strato intermedio, tra gli interni e la calotta, dove posizionare un filtro ai carboni attivi da sostituire dopo un monte ore prestabilito.

La giacca intelligente

E se si parla di abbigliamento e di tecnologia non si può citare la prima giacca intelligente del panorama motociclistico, anche se al momento è solo un concept: la Spidi Mission Beta.

Anche questo capo, come le mascherine già citate, è nato per combattere l’inquinamento urbano e può vantare un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria che avvisa il motociclista costantemente grazie a un display sul livello di smog, allertandolo quando c’è la necessità di indossare una maschera protettiva.

Difficile immaginare, allo stato attuale, come una tecnologia simile possa essere convertita al monitoraggio di una pandemia globale, ma è anche vero che se la comunità scientifica sta studiando le correlazioni tra inquinamento atmosferico e tasso di contagi un indumento del genere avrebbe comunque la sua piena valenza nel motociclismo del prossimo futuro.

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