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Acosta peggio di Marquez e meglio di Rossi: i debutti eccellenti in MotoGP

Valentino e Stoner non videro il traguardo nella loro prima gara nella classe regina. Biaggi la vinse, Lorenzo e Pedrosa salirono sul podio. Pedro ha ancora 9 gare per battere il record di precocità di Marc

MotoGP: Acosta peggio di Marquez e meglio di Rossi: i debutti eccellenti in MotoGP

In Qatar in molti tenevano d’occhio Pedro Acosta, debuttante di lusso in MotoGP, per molti un predestinato. Lo squaletto spagnolo non ha deluso le aspettative, mettendosi in luce fin dalle prove (con il passaggio diretto in Q2) e continuando a ben figurare prima nella Sprint (8°) e poi in gara (9°). Più ancora che per le prestazioni, il debuttante di GasGas ha convinto per il suo atteggiamento, sempre all’attacco e pronto a rischiare. Il salvataggio nelle prove ha suscitato prevedibili paragoni con Marc Marquez, poi domenica ha avuto la soddisfazione di superare il campionissimo prima di calare nel finale.

Pedro ha comunque lasciato il Qatar con il primo record della MotoGP in tasca: quello di pilota più giovane ad avere fatto segnare il giro più veloce in gara. Ci è riuscito a 19 anni e 290 giorni, battendo il precedente primato che apparteneva a Quartararo: 19 anni e 324 giorni, anche il francese lo aveva fatto nella gara di debutto nella classe regina, sempre in Qatar, nel 2019.

In molti ora si chiedono se Acosta riuscirà a battere Marquez come più giovane vincitore di un Gran Premio in MotoGP. Marc aveva rotto il ghiaccio a 20 anni e 62 giorni, questo significa che Pedro avrà tempo fino al Sachsenring per provarci, cioè alla 10ª gara. Un’impresa per nulla impossibile, guardando la stagione di debutto di alcuni campioni del recente passato.

Il 9° posto di Acosta non è certo un record, ma qui bisogna fare i conti con un certo Max Biaggi, capace di vincere a Suzuka alla sua prima gara in 500, risultato che nessuno dopo di lui è riuscito a ripetere. C’erano andati vicini Pedrosa e Lorenzo, entrambi al 2° posto al debutto, ma anche Marc Marquez con il 3°. Campioni di alto livello, invece, alla loro prima volta non avevano nemmeno visto il traguardo, e parliamo di nomi come quelli di Rossi, Stoner e Bagnaia. Dovizioso, invece, aveva sfiorato il podio, mentre Quartararo non era andato a punti e Martin ne aveva preso solamente uno. Joan Mir, invece, aveva fatto meglio degli ultimi due piloti citati, con un onorevole 8° posto.

Al debutto può capitare di tutto, l’importante è centrare il più in fretta possibile il bersaglio grosso. Lasciando perdere il Corsaro, Marquez aveva ottenuto la prima vittoria alla sua seconda gara (nell’amata Austin), Lorenzo alla terza e Pedrosa alla quarta. Valentino aveva dovuto aspettare ancora di più: 9 Gran Premi, meglio di lui Martin, vincente già al 6°.

Stoner rimase a bocca asciutta per tutto l’anno di debutto, anche se vinse in quello successivo all’esordio sulla Ducati, al suo 18° GP nella classe regina. Quartararo, invece, aspettò 20 gare per vincerne una, Dovizioso 28 e Mir 29 (per quello che rimane il suo unico successo). Il record ‘negativo’ è quello di Bagnaia: sul gradino più alto del podio al suo 42° GP. Da lì in poi, però, Pecco non si è più fermato e da quel successo di Aragon a oggi ha vinto 19 gare sulle 47 disputate, cioè più del 50%.

Se il buongiorno si vede dal mattino, una rondine non fa primavera: è la bellezza della saggezza popolare che ha un opinione su tutto e sul contrario di tutto. Ogni pilota ha la sua storia e i suoi tempi, a volte riesce a bruciarli, a volte deve aspettare. Acosta ha sicuramente un luminoso futuro davanti a sé, ma neppure lui può dire quando accenderà definitivamente la sua luce.

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