Tu sei qui

MotoGP, Davide Brivio: "Trackhouse sarà il team americano con un dna europeo"

Il team principal al suo ritorno in MotoGP: "Avremo un approccio fresco, cercheremo di portare qualcosa di nuovo. Sarà' l'opportunità per due culture diverse di conoscersi. Aprilia? È il momento migliore per questa partnership, sono sulla strada giusta per rivaleggiare con Ducati"

MotoGP: Davide Brivio:

Tra le tante novità attese di questa stagione 2024 figura senza dubbio anche il ritorno di una figura di spicco nel paddock, quella di Davide Brivio. Classe 1963, il manager di origine Monzese non avrebbe bisogno di presentazioni, con un'esperienza trentennale nel mondo delle corse, dagli anni 90 con Yamaha nel campionato Superbike ai tempi di Noriyuki Haga, che seguirà poi in MotoGP, passando per gli anni di Checa e Biaggi , per seguire gli anni d'oro dei successi di Valentino Rossi.

Nel 2020 poi con Suzuki raccoglie nuovamente una vittoria nel titolo mondiale con Joan Mir, prima di intraprendere un nuovo capitolo della propria carriera col team Alpine F1. Chiusa la parentesi Formula 1 però, il dirigente sportivo torna ora in qualità di Team Principal del team Aprilia Trackhouse.

Presente ai test in Qatar, racconta quindi ai media il processo che lo ha portato a tornare nel paddock con questo team in particolare.
"Avevo da poco terminato la mia precedente esperienza in Formula 1 lo scorso anno ed ero in attesa - racconta Davide Brivio - e sono stato contattato essendo libero. L'idea fin da subito era quella di aiutare il team. Poi sono stato contattato da Justin Marks che mi ha proposto un coinvolgimento a pieno titolo e sono stato felice di raccogliere quest'opportunità. Ho visitato il quartier generale di Trackhouse negli Stati Uniti e lì è stato facile per Justin convincermi. Ho sempre amato lo sport americano, ora non ho più scuse per conoscere meglio la Nascar!", scherza.

Non vi è stato solo il desiderio di tornare in MotoGP però, ma anche l'opportunità data dal cogliere il meglio di due mondi simili ma distanti.
"Il team Trackhouse è un team serio negli Stati Uniti, un team di successo e ben organizzato, e questi fattori mi hanno fatto interessare ancor di più al progetto. Questo team, già inserito nell'ambito della Nascar, vede nella MotoGP una grande opportunità, non solo per i fans ma perchè è uno sport mondiale e vuole conoscerlo meglio e imparare quanto più possibile su questo mondo. Per loro è una opportunità di uscire dagli Stati Uniti e penso che sarà piacevole lavorare assieme a questo progetto. Justin è direttamente coinvolto e oltre a voler imparare conosce già alcune dinamiche del mondo del Motorsport in generale. E' stato un pilota e per certi versi lo è ancora perchè ha ancora quella mentalità competitiva, avere questo rapporto così diretto con lui è un qualcosa di molto positivo. Credo che uno dei valori di questa partnership possa essere proprio l'opportunità di poter mischiare queste due culture, di permettere a questi due mondi di osservarsi e conoscersi. E' un progetto speciale quindi, sarà un team indipendente in MotoGP come lo sono già altri, ma forse riusciremo a fare qualcosa di diverso".

In passato hai già avuto modo di permettere a due mondi distanti di conoscersi, come nei tuoi anni in Suzuki coi giapponesi.
"Questa è la prima volta con gli americani! - scherza - ma in un certo senso è vero, mi piace imparare e rispettare le altre culture e prendere il meglio da ciascuna".

Il Team Principal commenta poi la propria esperienza appena conclusasi in Formula 1.
"Con Alpine in Formula 1 ho avuto una bella esperienza, sono felice di aver avuto l'opportunità di vivere dall'interno il mondo della Formula 1, vedendo come è strutturata e lavora un'organizzazione così grande. Il modo in cui migliaia di persone interagiscono tra loro era sicuramente un qualcosa che mi incuriosiva. Sono felice di quell'esperienza, ed ora tornando in MotoGP credo che potrò affronterla con una mentalità diversa. Ovviamente ci sono diverse cose ancora allo stato grezzo su cui dovremo lavorare, col team nuovo ci sono ancora molte cose da organizzare ma passo dopo passo ce la faremo. E' un lavoro difficile ma professionalmente penso che la mia esperienza in Formula 1 sia stata molto costruttiva. Se hai una passione per le corse, ogni sport ha qualcosa di grandioso da offrire, fare esperienze diverse è sempre positivo".

Ciò che incuriosisce quindi sarà vedere che natura avrà questo team nato da una struttura già consolidata negli Stati Uniti.
"E' un team di proprietà americana, ma sarà anche un team con tanto Dna europeo al suo interno. La differenza dai team europei non sarà così palpabile perchè siamo ancora agli inizi, ma cercheremo comunque di lavorare per portare qualcosa di diverso. Avremo un approccio fresco, di quelli che si hanno con l'eccitazione di essere quelli nuovi, ma ora non voglio ancora alzare eccessivamente le aspettative".

La passata esperienza in Suzuki coi giapponesi sarà senz'altro di aiuto nel rapportarsi con questo team che ha base oltreoceano, ma le sue creature, le moto, hanno però il carattere italiano delle Aprilia.
"Sono contento di questa partnership con Aprilia. Certo in questo momento è Ducati che negli ultimi due anni sta dominando, ma penso che Aprilia sia in un'ottima posizione per poter lanciare il guanto di sfida, come sta facendo anche la KTM. Questo è un buon momento per legarsi ad Aprilia, abbiamo anche visto le nuove moto che hanno fatto ulteriori passi in avanti, sopratutto in termini di aerodinamica, il fatto che altri costruttori copino da Aprilia parla da sé. Il cammino è ancora lungo ovviamente, anche a Ducati ci sono voluti anni per arrivare dove è adesso, quindi speriamo di essere sulla stessa strada con Aprilia. Bisognerà ovviamente tenere d'occhio i progressi della KTM, mentre Yamaha e Honda sono in fase di recupero, quindi forse su di loro potremmo avere un vantaggio. E' bello quindi essere con Aprilia, e con Massimo Rivola c'è un bel rapporto, ci conosciamo bene".

Articoli che potrebbero interessarti