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MotoGP, Luca Marini: "Sono felice di essere in Honda, e lo è anche Valentino"

"Io e HRC abbiamo lo stesso obiettivo, quello di vincere. Con l'addio di Marquez sta iniziando una nuova era. Troppa areodinamica? Le MotoGP sono diventate facili, cambiare sarebbe un bene"

MotoGP: Luca Marini:

Luca Marini sembra già perfettamente a suo agio nei panni di pilota della squadra ufficiale Honda. Sul palco della presentazione a Madrid parla spagnolo e dispenda sorrisi, sa che la sua scelta di vestire qui colori non è stata delle più facili, ma ha la grinta giusta per affrontarla. “La moto è molto bella, speriamo che sia anche veloce - sorride Luca - Per me essere in questa squadra è un sogno, sono molto emozionato di essere qui e provo una sensazione incredibile ogni volta che entro nel box. Vogliamo tornare a lottare per la vittoria quest’anno, è il nostro obiettivo. Ho tanta voglia di iniziare questa stagione. Ne ho parlato anche con Valentino, siamo sempre in contatto, ed è felice che io sia qui.

Per HRC si apre un nuovo capitolo, senza Marquez, che ha segnato il recente passato del marchio Giapponese. “Marc ha rappresentato un pezzo della storia di Honda, ma io sono concentrato sul mio lavoro e credo stia iniziando una nuova era” il pensiero di Marini.

Quali sono i prossimi passi da fare?
Credo che in questo momento sia molto importante capire come guidare la Honda, ma ogni volta che entro in pista è più facile. Poi dovremo riuscire ad avere una moto competitiva per lottare per la vittoria nel minore tempo possibile. Sto dando il 100% per riuscirci, per comunicare le mie sensazioni nel migliore modo possibile”.

Come affronti questa stagione?
Con una visione positiva. Il gap dai primi in questo momento non è piccolissimo, dobbiamo lavorare di più, ma abbiamo una direzione chiara da seguire. Stiamo lavorando bene e grazie alle concessioni la moto migliorerà anche durante la stagione. Inoltre c’è Joan che conosce meglio di me la Honda e voglio imparare da lui i segreti di questa moto”

Perché hai scelto di imbarcarti in questa sfida?
Honda è in un momento complicato, ma sta iniziando a risalire e questa spinta mi ha dato la motivazione per essere qui. Abbiamo un obiettivo comune e per un pilota è importante essere in team ufficiale, in particolare questo è sempre stato il mio sogno.

Nei test di Sepang l’aerodinamica l’ha fatta da padrona, è il momento di limitarla?
Le moto sono diventare facili e il pilota fa meno differenza rispetto al passato. Anche le gomme sono migliorate molto e la differenze tra una moto e l’altra, o tra quelle satellite e quelle ufficiali, sono minime. È più difficile sorpassare, un cambiamento potrebbe essere bene per tutti”.

In calendario ci sono 21 Gran Premi, 42 gare con le Spint. Sono troppe?
“Dobbiamo fare quello che l’organizzazione decide. Come piloti dovremmo essere pronti a tutti. Penso sia importante che la squadra diventi una seconda famiglia in modo da essere rilassati mentalmente nei GP. Sarà stagione molto lunga e dovremo parlare fra noi piloti per capire come risolvere il problema dei tanti infortuni. Detto questo più gare significa più spettacolo, più soldi,  è meglio per tutti”.

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