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MotoGP, Mir: “Abbiamo provato molte novità, ma non sono pronto per la prima gara”

“La direzione in Honda è chiaramente cambiata. Stiamo lavorando sull’aerodinamica e la nuova moto sembra molto più potente in rettilineo, ma c'è ancora tanto da provare e dobbiamo ancora capire la strada da prendere”

MotoGP: Mir: “Abbiamo provato molte novità, ma non sono pronto per la prima gara”

Sebbene la pioggia abbia messo fine anzitempo alla terza e ultima giornata di Shakedown sul circuito di Sepang, Joan Mir non può che dirsi abbastanza soddisfatto per come è andato questo antipasto dei test in Malesia. Grazie al nuovo sistema delle concessioni, i piloti titolari di Casa Honda hanno potuto beneficiare di qualche giorno di test in più dei loro avversari, per cominciare a vagliare la moltitudine di elementi sfornata nel corso dell’inverno dal costruttore nipponico.

“Questi giorni in più sono stati sicuramente un grosso aiuto e sinceramente è bello essere tornato a girare con queste moto. Il primo giro nei test ti ricorda quanto siano incredibilmente veloci” ha affermato Mir, tracciando un bilancio del suo ritorno in sella dopo la pausa invernale. “Abbiamo completato parecchi giri oggi, ma è stato un po’ un peccato per la pioggia di questi giorni, perché avevamo altro da provare. In ogni caso, penso siano state delle giornate positive ed è comunque pazzesco il quantitativo di cose che siamo riusciti a provare. Dobbiamo capire la direzione da prendere, perché abbiamo provato delle moto differenti e dei motori diversi, con un differente carattere, e la verità è che in questo momento non riesco a sceglierne uno. Diciamo che quello nuovo può avere degli aspetti positivi, ma al momento non siamo riusciti a vedere tutto il potenziale di questa seconda moto. Vedremo se riusciremo a completare più giri nei prossimi giorni e fare un altro passo avanti perché, come dicevo, ci sono altre cose che vorrei provare” ha aggiunto il maiorchino, entrando più nello specifico dei prototipi che sta utilizzando a Sepang: “Non abbiamo la moto dell’anno scorso, non so se sia in Giappone (ride). Qui abbiamo la moto che abbiamo provato a Valencia, con qualche modifica, e un’altra moto simile a quella ma con un altro motore, con un diverso carattere. Poi abbiamo altri motori e tanti altri elementi, ma le moto sono solo due”.

Una situazione in linea con le aspettative di Joan, che attendeva una reazione palpabile da parte della Honda.

Non sono sorpreso del lavoro che hanno svolto durante l’inverno, perché so cosa può fare la Honda e mi aspetto molto da loro. Ma è pur vero che questo inverno hanno probabilmente lavorato di più rispetto a quello scorso - ha ammesso - Abbiamo visto molti elementi e molti cambiamenti all’interno della Honda e ciò che posso constatare è che vogliono uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Un conto però è volerlo e un altro è riuscirci, perché gli altri costruttori hanno fatto benissimo per molti anni e hanno tante informazioni che forse a noi mancano, hanno fatto tanti test e hanno seguito per 3-4 anni, o anche di più, la direzione che noi stiamo seguendo adesso. Siamo in questo processo e stiamo facendo dei buoni step, ma non mi sento pronto per la prima gara”.

Il lavoro da fare è ancora tanto, ma i segnali sono incoraggianti

La direzione è chiaramente cambiata. Sembra che la nuova moto sia molto più potente in rettilineo, si vede che l’aerodinamica non è come quella dello scorso anno che era quasi assente. Sono ancora soluzioni più piccole rispetto a quelle degli alti, ma hanno iniziato a lavorarci e stiamo facendo dei passi avanti cercando di capire il tutto, anche dal punto di vista dei piloti. Io ad esempio non ho idea di quanto possiamo fare con l’aerodinamica, perché la Suzuki non era la miglior moto sotto questo aspetto e la Honda dello scorso anno non era perfetta a livello di aerodinamica. Stiamo cercando di comprendere molte cose e io stesso ho capito tanto in questi test. Cerchiamo di restare positivi e di credere che nei prossimi tre giorni riusciremo a fare un altro passo avanti e se ci riusciremo saremo molto vicini ha spiegato Mir, evidenziando un’altra area su cui dovranno concentrarsi gli sforzi della Honda nelle prossime giornate di collaudi: Soffriamo ancora di spinning, anche se la situazione è migliorata un pochino perché a Valencia siamo riusciti a fare un passo avanti. La verità è ancora uno dei nostri punti deboli, visto che sembra la moto sembra essere più potente ma continuiamo ad avere del pattinamento. È una delle aree su cui dobbiamo continuare a lavorare perché pensano che con tutte le specifiche che abbiamo riusciremo a migliorare ulteriormente la situazione”.

Il due volte iridato non se la sente di dire se i passi avanti compiuti dalla Honda collimino con quelle che erano le sue aspettative, ma ci tiene a sottolineare l’impegno mostrato dalla Casa dell’Ala.

“È troppo presto per parlarne. Ovviamente mi aspetto molto, e al di là della moto, mi aspettavo che lavorassero sodo come stanno facendo e tutti i cambiamenti interni che hanno fatto danno motivazione, anche perché vi lascio immaginare a che livello sarebbe stata se fossimo arrivati qui con un pacchetto simile a quello che avevamo l’anno scorso. Tutto questo mi fa sentire potente e fiducioso per l’inizio della stagione ha affermato il pilota iberico, più che soddisfatto anche dell’ambiente all’interno del box, che divide con il suo nuovo compagno di squadra, Luca Marini, e con il suo nuovo capotecnico Santi Hernandez. 

“Non sono riuscito a condividere molte cose con Luca, perché non abbiamo parlato né ieri né oggi. È un ragazzo abbastanza calmo e da quel che ho capito fa sempre dei buoni commenti, ma la verità è che non lo conosco molto - ha ammesso Joan - Per quanto riguarda Santi sono molto contento. Avevo bisogno di un cambiamento l’anno scorso e avere la possibilità di lavorare con un pluricampione del Mondo è grandioso. L’energia è ottima da questo lato del box e mi piace molto”.

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