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MotoGP, Borsoi: "Parliamo con Morbidelli, ma Pramac è nata per i giovani piloti"

"Bezzecchi ha scelto VR46 ed una casella importante del mercato si è sistemata. Franco mi piace e potrebbe trovarsi bene con questa Ducati, ma il compito di Pramac sarebbe far crescere i giovani"

MotoGP:  Borsoi:

Adesso che Marco Bezzecchi ha confermato la sua permanenza in VR46 per il 2024, resta da assegnare la prestigiosa Ducati Pramac lasciata libera da Johann Zarco, che volerà verso Honda e LCR. Il nome sulla bocca di tutti è quello di Franco Morbidelli, identificato anche dallo stesso Paolo Ciabatti come profilo perfetto in questa fase per la squadra diretta da Gino Borsoi. 

Nel paddock del Montmelò di Barcellona abbiamo parlato proprio con Borsoi di questo scenario ed anche di cosa rappresenti oggi 'essere' Pramac in un momento in cui una squadra come VR46 sta vivendo una crescita così impressionante, rischiando quasi di strappare il ruolo di team satellite di riferimento per la Casa di Borgo Panigale. Pramac avrebbe come compito quello di portare al debutto piloti giovani provenienti dalla Moto2 o magari dare spazio a piloti con poca esperienza ma grande potenziale in MotoGP. Ma probabilmente nel 2024 la coppia di piloti sarà formata da due ormai più che esperti della categoria, ovvero Jorge Martìn e Franco Morbidelli. 

Sembra che l'anno prossimo avrete due piloti molto esperti! Via Zarco, dovrebbe arrivare Morbidelli. 
"Sappiamo bene che ci sono diversi nomi molto interessanti che sono stati accostati alla nostra moto. Adesso che Bezzecchi ha deciso di continuare con VR46 è come se fosse caduta una casella, quindi si aprono altri scenari. Noi possiamo discutere di questo argomento senza problemi, ma in realtà questa sarebbe una domanda da fare a Ducati, visto che sono loro che scelgono i piloti, sono i più interessati a dire qualcosa in più riguardo il nostro futuro pilota".

Pensi che Franco possa adattarsi bene alla Ducati?
"Non ho ovviamente la sfera di cristallo, ma tutti i nomi sono interessanti per la nostra squadra. Non ho preferenze, anche se il cerchio si è ristretto. Morbidelli, con cui stiamo parlando adesso, è senza dubbio un pilota di grande interesse per Pramac e soprattutto per Ducati. A me onestamente piace moltissimo, lo conosco da diversi anni e secondo me è una grande persona. Credo che abbia uno stile che si adatterebbe bene a quello che è oggi la Ducati. Se dovesse essere lui,. Ben venga, sarà di certo un pilota in grado di portare a casa risultati importanti per la squadra".

Prima la Pramac era l'indiscussa squadra di riferimento per Ducati, ma la crescita di VR46 è sotto gli occhi di tutti. Pensi che possa cambiare qualcosa in futuro?
"Adesso sicuramente VR46 è un team di riferimento per Ducati, così come lo è Pramac. Hanno alzato l’asticella, noi dobbiamo essere bravi ad arrivare al loro livello e superarlo. Per me è uno stimolo, vedere una squadra così ben organizzato, che lavora bene sia come squadra che con i piloti, è molto bello. Stanno facendo un grande lavoro e sicuramente sono un riferimento. Lo dico con la voglia di trovare lo stimolo per fare sempre meglio in Pramac. Prendere spunti da chi lavora bene è solo un vantaggio, non lo vedo come uno svantaggio quindi ben vengano team così ben organizzati. Servono anche a me per capire dove dirigere la barca".

Nel vostro ruolo, avete la reponsabilità di far crescere giovani piloti destinati poi al Team ufficiale. Quanto è difficile?
"É una responsabilità per Pramac riuscire a far crescere un pilota. Non solo tecnicamente, ma anche tatticamente. Si tratta di permettere al pilota di esprimere il proprio potenziale. Per noi è un lavoro importante e non così facile e scontato. Zarco e Martìn sono entrambi piloti che ormai hanno una certa esperienza, ma teoricamente qui dovrebbero arrivare piloti magari promossi dalle altre categorie, o magari chi è alle prime esperienze in MotoGP".

Cosa serve ad un pilota per meritare la Ducati Factory nel team ufficiale?
"Serve creare quella mentalità corretta per diventare un potenziale futuro pilota del Team ufficiale. Non è scontato, per noi è come se fosse un impegno doppio. Se dovesse arrivare il pilota giovane che ha bisogno di tempo per organizzarsi mentalmente e ambire a diventare un campione, noi dobbiamo essere in grado di aiutarlo e non solo pensare a mettere le moto in pista e fare risultato. E’ un onore per me poter lavorare con Ducati e fare questo tipo di lavoro, non è assolutamente facile o scontato".

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