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Ducati Panigale V4R: linea rossa 16.500!

TEST Ad Imola, in una giornata infuocata sotto tutti i punti di vista, con la Superbike Replica di Borgo Panigale che sta dominando il mondiale con Alvaro Bautista

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di Giancarlo Tiriticco/Paolo Scalera

Guido una Ducati V4S dallo scorso anno. Uscita come mamma Ducati la ha fatta, appena terminato il rodaggio è stata upgradata con scarichi Akrapovich 'alti', centralina Evo e pedane Spider. La uso solo in pista, perché merita i circuiti. Sono uno di quelli che, negli anni '70, gareggiava con la Ducati 750 SS nelle derivate di serie con piloti come Franco Uncini. E la passione è rimasta. La uso solo in pista, perché la merita e per me ha poco senso utilizzare una moto di questo tipo e queste prestazioni fuori dalla pista.

Immaginatevi dunque con quale piacere ho accettato l'offerta di Paolo di andare ad Imola a provare la V4R, un circuito sul quale non avevo mai girato prima.

Per chi già guida la Panigale V4S la ‘R’ non è una sorpresa: esteticamente è identica, con poche, piccole differenze, come la piastra della forcella con la serigrafia del numero dell’esemplare che si sta guidando.

Forse la differenza maggiormente visibile è la forcella NPX 25-30 pressurizzata a regolazione manuale con escursione di 125 e l’ammortizzatore Ohlins TTX36 a regolazione manuale con interasse di 316 mm che sostituiscono le unità a controllo elettronico della S.

Il resto, le differenze intendiamo, sono all’interno del propulsore che essendo destinato al mondiale Superbike è di 998 cc ed eroga 218 cv a 15.500 che diventano 221 con Olio Ducati Corse e 237 con lo scarico alto e salgono a 240,5 con l’olio Ducati Corse.

Per chi gira normalmente con la S salirci in sella non presenta sorprese: la sella standard è leggermente più bassa di quella evoluzione della S, ma per il resto la posizione di guida è identica. Con noi nel box del Dino Ferrari ci sono Manuel Poggiali e Dario Marchetti. Li conosciamo entrambi, con Dario abbiamo anche fatto un DRE: non potremmo avere anfitrioni migliori per un circuito sul quale, non solo non abbiamo mai corso ai bei tempi, ma nemmeno mai girato!

...ma siamo belli caldi per esserci fatti (c'era anche Paolo) il Pro Day di Graziano Milone a Misano con fuoriclasse nei box come Lorenzo, Capirossi, Davies, Hopkins e Lucchinelli. Lo sapete no? La moto è la fonte dell'eterna giovinezza!

E per questo, anche se agli 'anziani' si raccomanda di non uscire di casa col caldo, eccoci qui in una Imola infuocata a cavallo di una delle moto più desiderata dagli smanettoni: la Ducati V4R: 43.990 €. Appena sotto il price cup per l'omologazione nella Superbike. Ma cosa cambia nel dettaglio rispetto alla V4S - definiamola - di serie? Per quanto riguarda i dettagli vi rimandiamo al raccolto tecnico che ci fa nel video Edoardo Ricciardello a partire dal minuto 9:43. Noi ci limitiamo a raccontarvi le sensazioni che abbiamo provato guidandola, accompagnati alla scoperta del Dino ed Enzo Ferrari in compagnaia di Manuel e Dario.

La prima differenza rispetto alla S è l’erogazione della potenza: sulla R è spostata decisamente più in alto, 2.000 giri più in alto visto che qui il regime massimo di rotazione è a 16.500.

Non ci soffermiamo più di tanto sulle specifiche tecniche quando sulle sensazioni: se il motore della S si ferma a 14.500, con la R si hanno 2.000 giri in più, ma occhio: se si scende da una S con scarichi Akrapovich e centralina come nel nostro caso, la differenza è soprattutto nella erogazione. La R prende i giri più velocemente, e non si ha una sensazione di ‘vuoto’ ai regimi inferiori, ma solo l’impressione che sia necessario riparametrarsi con un motore che gira più in alto.

Anzi, la differenza fra una S con scarichi e centralina ed una R standard è molto limitata, se non per il regime di utilizzazione naturalmente.

Il motore è molto più reattivo della S e stanca di meno. E' vero, può sembrare un assurdo, ma proprio perché ha ovviamente meno coppia, si guida in modo più fluido. L'altra grande differenza solo le sospensioni, che preferisco rispetto a quelle dinamiche: le trovo più sincere anche se ovviamente obbligano ad intervenire sulle regolazioni. E' vero: con la S fai tutto con la pulsantiera, ma personalmente ci ho messo un po' di tempo ad adattarmi. Non ho trovato invece particolari differenze fra la frizione in bagno d’olio della S e quella a secco della R.

La S, ovviamente, ha più coppia, ma non è che con la R se ne senta troppo la mancanza, utilizzandola ai regimi giusti, al contrario si apprezza la rapidità e la fluidità con cui sale di giri.

La mia impressione, usando abitualmente la S nei track day è che la coppia della versione, chiamiamola così, di serie sia addirittura eccessiva, quasi da trattore. Una super trattore ovviamente. Una cosa che stanca molto nella guida. Ed infatti ad Imola, con un caldo infernale, mi sono sicuramente stancato meno di quanto sarebbe accaduto con la S.

Detto questo la V4R, come la S, esige una guida che privilegia l’accelerazione mentre si rialza la moto, più che la scorrevolezza all’interno della curva. Solo in questo modo, infatti, si riesce a sfruttare tutta la cavalleria che, nella versione R chiamiamola standard, cioè senza scarichi, è equivalente a quella della S kittata.

Per il resto valgono le ottime considerazioni fatte da Manuel Poggiali e Dario Marchetti, oltre  che alle considerazioni tecniche di Edoardo Licciardello, che ci hanno accompagnato in questa super prova sul circuito di Imola veramente infuocato.

Anche se Manuel parla di una moto 'facile', siamo piuttosto d'accordo con le considerazioni di Dario: per l'amatore probabilmente la V4S va più che bene e solo se si raggiungono determinati livelli probabilmente dalla V4R si può tirare fuori qualcosa di più...ma bigona vedere visto quello che ha fatto vedere la S nel National. Certo, per un pilota, con un team nei box, le sospensioni a regolazioni manuale saranno sempre preferibili, ma per l'amatore probabilmente, quanto a semplicità, paga di più la regolazione elettronica.

Intendiamoci però quando si parla di moto 'facile' perché la Ducati, rispetto alla concorrenza, predilige essere usata con decisione ed offre il meglio di sé se sfruttata con ampi movimenti del corpo e rialzata il prima possibile per sfruttarne l'accelerazione. E non è solo questione di talento ma...anche di condizione fisica e...di età.

Sotto questo punto di vista è impegnativa, ma ovviamente estremamente gratificante.

Alla fine di una giornata bollente durante la quale ero partito per tradire la mia S per una R, la concludo con sensazioni contrastanti: come sempre in tutte le cose ci sono pro e contro. La R è entusiasmante, il motore urla e, sotto un certo punto di vista, impegna meno di quello della S, che ha una coppia importante. D'altro canto qui ci troviamo di fronte ad un mezzo molto selettivo e più impegnativo dal punto di vista della manutenzione e gestione.

Ero partito per 'tradire' la S con la R, ma ora dopo una calda giornata ad Imola non ne sono più così sicuro. Come dicono i traditori seriali dopo una avventura: avrei bisogno di una seconda occasione... magari a Valle!

 

 

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