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Chi lo ha detto che il 2 tempi e l'ambientalismo non vanno d'accordo?

Chi vuole fare la sua parte nel ridurre il cambiamento climatico senza rinunciare al profumo delle moto 2 tempi ora ha la soluzione, che arriva dal primo motoclub “Carbon Free” al mondo

Moto - News: Chi lo ha detto che il 2 tempi e l'ambientalismo non vanno d'accordo?

Poche cose sono insindacabili ai giorni d'oggi: una di queste è il fascino che ancora riscuotono le moto di 20-30 anni fa, magari quelle che hanno accompagnato i primi passi di tanti giovani motociclisti del passato. Rigorosamente con motori 2 tempi e quella fragranza di olio e benzina che inebriava la strada al loro passaggio. Un altro argomento in cui, nonostante il dibattito sia acceso, le opinioni contano poco è quello sul cambiamento climatico: in poco più di due secoli dalla prima rivoluzione industriale siamo arrivati nei pressi della linea di non ritorno del nostro pianeta e dobbiamo assolutamente renderci conto che è arrivato il momento di fare ognuno la propria parte.

Più di una volta sulle pagine di GPOne.com abbiamo scritto come il motociclismo non possa essere certo tra i principali responsabili del collasso a cui stiamo condannando la Terra, e che tutte le minacciose scadenze a cui anche noi motociclisti verremo assoggettati suonano un po' come un'ingiustizia. In un clima del genere però c'è chi coglie spunti positivi per responsabilizzare i centauri senza condannarli ad abbandonare la propria passione.

Il motoclub Carbon Free

Non sappiamo se esistano già motoclub riservati a sole moto elettriche, ma in caso contrario, 125 Stradali è il primo motoclub a impatto zero del mondo. Un primato che stona con il nome e quindi il bouquet di mezzi che i proprietari possono vantare: non mancano infatti Cagiva Mito e Freccia, Aprilia RS e Futura, Honda NSR e alti gioiellini del motociclismo di ieri, che però oggi sono mezzi ritenuti super-inquinanti. Come fare allora per ridurre la propria “impronta” di emissioni fino ad azzerarla?

Semplice: con un calcolatore di CO2 che permette di capire le reali emissioni di ogni moto secondo l'utilizzo e soprattutto finanziando progetti di riforestazione in tutto il mondo, che permettono di assorbire quelle tonnellate di CO2 che le moto hanno prodotto in un anno. Un'iniziativa che oltre ad essere lodevole è anche la dimostrazione che tra attenzione all'ambiente e passione per le due ruote non c'è conflitto.

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