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Vedi la paletta e scappi? Ecco cosa rischi...

Lo conferma la Cassazione: è resistenza a pubblico ufficiale

Moto - News: Vedi la paletta e scappi? Ecco cosa rischi...

Cominciamo dal buon senso: se un agente delle forze dell’ordine ci fa segno di fermarci con la paletta, e noi scappiamo in moto, è ovvio che commettiamo un’infrazione. Ma vediamo a rigor di legge che cosa si rischia, al di là della logica multa.


Lo hanno decretato i giudici


Per chi scappa alla vista della paletta della Polizia e ingaggia un lungo inseguimento in centro abitato, scatta la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Lo ha chiarito la Cassazione, sezione sesta penale. con la sentenza numero 25.265 del 16 giugno 2015. Uno spericolato motociclista, ha spiegato poliziamunicipale.it, ha deciso di proseguire la marcia nonostante l'alt imposto dai carabinieri con il distintivo di ordinanza. All'esito del concitato inseguimento per le strade del centro abitato, il conducente del veicolo a due ruote è stato pure denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Contro la conseguente condanna confermata in sede d'appello l'interessato ha proposto ricorso fino al palazzaccio ma senza successo. Tutto è stato confermato: con sentenza emessa il 10 aprile 2013 la Corte d'appello di Napoli ha confermato la sentenza del Tribunale di Torre Annunziata del 4 dicembre 2009 che dichiarava S.P. responsabile del delitto di cui all'articolo 337 del codice penale e, concesse le attenuanti generiche, ridotta la pena per il rito, lo condannava alla pena sospesa di quattro mesi di reclusione.


Quale reato


Configura reato di resistenza a pubblico ufficiale chi si oppone in maniera concreta alle legittime determinazioni della forza pubblica. In pratica chi non si ferma all'alt degli organi di vigilanza dandosi poi alla fuga ad alta velocità procurando pericolo in centro abitato è sicuramente sanzionabile ai sensi del codice stradale. E pure denunciabile penalmente. Deve rispondere di tale reato il soggetto che, alla guida di un veicolo, anziché fermarsi all'alt intimatogli dagli agenti di polizia, si dia alla fuga ad altissima velocità e, al fine di vanificare l'inseguimento, ponga in essere manovre di guida tali da creare una situazione di generale pericolo. La Cassazione respinge il ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento alla cassa delle ammende di 1.000 euro.

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