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OmniMoto.it alla 25 Ore di Magione 2013: lentamente veloci

Cronaca della “Energy Saving Race” vissuta da protagonisti insieme ai colleghi di OmniAuto.it e OmniFurgone.it

Moto - News: OmniMoto.it alla 25 Ore di Magione 2013: lentamente veloci

Partecipare ad una gara di velocità, di solito, è facile. Devi salire in moto e dare gas cercando di essere il più veloce possibile. Quando si tratta di correre una gara in cui devi sì essere veloce, ma nel contempo anche consumare meno benzina possibile, invece, le cose si complicano decisamente. Sì perché devi mettere da parte i pruriti velocistici e ragionare, per capire quale sia l’equilibrio ideale tra velocità e risparmio per fare più punti possibile. Ma facciamo un passo indietro, a quando nei giorni scorsi vi abbiamo anticipato che OmniMoto.it avrebbe preso parte alla 25 Ore di Magione in squadra con i colleghi di OmniAuto.it e OmniFurgone.it.

LA 25 ORE DI MAGIONE: "ENERGY SAVING RACE"
Cos’è la 25 Ore di Magione? Si, lo sappiamo che è una gara di automobili e che OmniMoto.it è un magazine di moto, però quando c’è di mezzo dell’agonismo, è difficile tirarsi indietro e quindi abbiamo deciso di andarci anche noi e raccontarvi la nostra esperienza di outsider. Sì, la cronaca della gara e tutte le info pratiche le trovate già negli articoli dei nostri colleghi di OmniAuto.it e OmniFurgone.it, mentre qui su OmniMoto.it troverete il racconto della "nostra gara", quella vissuta senza vincoli professionali, senza pensieri, solo emozioni.
Giusto per far capire a chi non conosce la 25 Ore di Magione, e che su questo magazine si aspetta di trovare solo delle moto, spieghiamo che questa competizione, giunta alla sua settima edizione, è una gara tra auto di serie dove la vincente sarà quella che riuscirà a percorrere un giorno intero di gara consumando meno benzina e tenendo la media velocistica migliore. Sì, il punteggio di ogni auto viene calcolato moltiplicando un valore costante dato dalla massa della vettura divisa per il contenuto energetico del carburante impiegato, per il prodotto di due grandezze: la velocità media e il consumo in chilometri/litro conteggiati nell’arco delle 25 Ore. Detta così sembra molto difficile, ma la realtà nascosta dietro questa formula è che per vincere bisogna essere in grado di capire quale sia la massima velocità media che l’auto è in grado di raggiungere prima che i consumi crescano in modo esponenziale. Ecco… scritta così, invece, è facile a capirsi, ma a conti fatti molto difficile da mettere in pratica.

SU STRADA: SALIRE PIANO E SCENDERE A VITA PERSA…
La prima parte di gara prevede un percorso ad anello di circa 51 km su strade aperte al traffico, da percorrere quattro volte in senso orario e quattro in senso antiorario. Visto che bisogna riuscire a consumare poco in ogni frangente, gli organizzatori hanno scelto un bel tracciatino di montagna, con salite da tappa Dolomitica e discese altrettanto ripide, il tutto chiuso da un tratto di superstrada. Partiamo e iniziano le salite… qui, se vogliamo consumare poco, siamo costretti ad andare piano, pianissimo. Terza marcia con un filo di gas attorno ai 35/40 all’ora, ma in certi punti il dieselino sotto il cofano non ce la fa. Allora saliamo in seconda a 1.500 giri/min, regime al quale il motore rende meglio e i consumi sono ridotti. Per fortuna la salita finisce e inizia il bello! Giù per abbrivio, quinta marcia inserita, gas chiuso e vietato toccare i freni (fin dove si riesce ovviamente…). Il nostro Mercedes Citan in discesa mostra un’agilità davvero insospettabile e ci buttiamo a testa bassa nelle curve cercando di trasformare tutta l’energia potenziale accumulata in salita, in energia cinetica in discesa. Curva dopo curva speriamo di non imbatterci in qualche vettura più lenta perché superare non sarebbe facile e significherebbe inequivocabilmente inficiare i consumi. Solo quando è troppo tardi scopriamo che alcune squadre in discesa spengono del tutto il motore e si affidano solo ai freni… il prossimo anno ci proveremo anche noi! La nostra sessione su strada si conclude con un consumo medio di 3,8 litri per 100 km, che ben ci fa pensare per il resto della gara.

IN PISTA: CORRERE LENTAMENTE
Arriva la sera e la squadra si prepara per la partenza della gara in notturna. Prima di andare sostiamo al buffet organizzato dalla Mercedes, rendendoci presto conto che probabilmente è stato preparato per mettere fuori gioco gli avversari a suon di salcicce, agnello, bistecche, burrata pugliese e dolci a tutto spiano… forse sarebbe stato meglio se ci avessero avvertiti della strategia, perché presi dalla fame da leoni accumulata durante il giorno, abbiamo mangiato a quattro palmenti giusto poco prima di scendere in pista. Alle 21.00 spaccate parte la gara in pista a Magione, spingiamo il Citan fino al via manco fosse una Formula1 (per risparmiare ogni goccia di gasolio) e siamo in gara.
Il mio turno di guida, ovviamente, è il più sfigato perché parte alle 03.00 del mattino. Poco male, ho più tempo per studiare le strategie degli avversari e capire quale sarà il passo da tenere in pista. Cerco la giusta concentrazione rannicchiato sul sedile della vettura d’appoggio, quando la grigliata mista richiede il necessario tributo sanguigno per essere digerita e mi fa sprofondare tra le braccia di Morfeo. Alle 02.30 spaccate i compagni di squadra mi svegliano, non tanto perché è ora di salire in macchina, ma perché russando disturbo le comunicazioni radio con chi è in pista… Mi sgranchisco le gambe e il collo bloccato da un paio di giorni dalla cervicale, butto giù un caffè e sono pronto.
Cambio pilota e via! Durante il primo giro cerco di sistemare la radio per parlare con i box, di indossare l’auricolare del telefonino, perché tanto so già che la radio si scaricherà a breve, di attaccare il carichino per alimentare l’altro telefonino con il programma di Tracking in pista per tenere sotto controllo i tempi e… ah si, devo ricordarmi di guidare!
Ok, nei primi due giri succedono in sequenza le seguenti cose: la radio si scarica e il telefonino con il Gps attivo mi cade sotto il sedile. Ok niente panico, ho l’altro telefonino che prendo subito per avvisare la squadra ai box che la radio è kaputt e che non riesco a prendere i tempi… ovviamente è scarico no? Ok, in qualche modo riesco a dare corrente al telefono, chiamo i box e finalmente mi tranquillizzo e inizio a guidare.

Per chi ha corso in moto per anni, guidare in pista senza dare gas e senza staccare in fondo ai rettilinei è davvero innaturale, ma stanotte so che devo risparmiare gasolio e quindi cerco di dimenticare i passati agonistici e prendere il ritmo giusto. Per fortuna però che ci sono le curve… sì perché in curva posso andare forte quanto voglio, o meglio, devo cercare di far correre il Citan il più possibile in percorrenza, perché ogni chilometro orario guadagnato in curva, me lo ritroverò gratis in rettilineo quando sfiorerò il pedale e arriverò alla curva dopo un pizzico più veloce. Ed ecco qui che il demone della velocità torna a far capolino nella mia testa a tanti anni di distanza dalla mia ultima gara "vera"; capisco pian piano quali sono i limiti in curva del Citan, che sfortunatamente è alto e rolla parecchio, e scopro come fare a farlo girare velocemente senza che nelle curve più strette punti inesorabilmente fuori pista sottosterzando.

Nel frattempo inizio a capire il ritmo giusto e mi incollo all’auto del Team che ha già vinto più volte la gara. Anche a velocità così basse avere qualcuno davanti che ti passi la scia è importante per ridurre i consumi, così mi appiccico al paraurti cercando di succhiare ogni chilometro di velocità possibile. La loro auto, però, è più pesante perché è una ibrida (Peugeot 3008) e nelle curve il Citan è nettamente più veloce e sono costretto a frenare per non tamponarli. Vedo che i consumi restano stabili senza salire e decido di passare davanti, sfruttando la mia maggior velocità in percorrenza. In breve raggiungo le due rivali della categoria "Compatte" alla quale è iscritto il Citan, la Honda Civic e la Ford Focus e qui inizia il bello… Il ritmo si fa un po’ più sostenuto e iniziamo a sorpassarci più volte in un balletto che sfiora il ridicolo perché tutti e tre cerchiamo di essere velocissimi in curva ma poi sul rettilineo nessuno apre il gas per non essere il primo della fila, il che significherebbe essere inesorabilmente l’ultimo alla staccata dopo che gli altri due hanno succhiato la scia… Più di una volta arriviamo in fondo al dritto di Magione (quello lungo) tutti e tre affiancati e nessuno molla il gas prima di entrare al curvone… già sapendo che non dovremo toccare i freni… La gara diventa una vera bagarre che va avanti per tanti giri, ci superiamo di continuo, io mi faccio anche un’escursione sul prato giusto per far raffreddare le gomme sull’erba umida della notte, e continuiamo a macinare chilometri in gruppo fino alle prime luci dell’alba.
Sono da poco passate le cinque quando devo mio malgrado cedere il volante per l’ultimo stint al mio compagno di squadra che porterà il Citan fin sotto la bandiera a scacchi. La mia 25 Ore di Magione finisce qui… senza classifiche e senza punteggi, e se proprio li volete sapere, aspettate la 25 Ore di Magione 2014!

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