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SBK, Bulega nei suoi segreti: come e perché va così forte con la Ducati V4?

Parla il capotecnico Raponi: “Ai tempi di Gresini Nicolò era un ragazzo spento, ora invece ha la mentalità da grande. Nello stile non ha un pick up eccessivo come Bautista, ma apre il gas come pochi. Bulega ha la precisione di Dovizioso e l’estrosità di Iannone”

SBK: Bulega nei suoi segreti: come e perché va così forte con la Ducati V4?

Un inizio di stagione al di sopra di ogni aspettativa. Nicolò Bulega è ad oggi la rivelazione di questa Superbike: nei test invernali ha infatti siglato tempi record mentre in Australia ha vinto la gara del debutto nella categoria realizzando tra l’altro pole e giro veloce.

L’alfiere Aruba è senza dubbio è una delle note più piacevoli per i colori italiani a tal punto da aver conquistato i riflettori della scena. In merito a quanto mostrato dal pilota Ducati in questi mesi, ne abbiamo parlato con colui che da tre anni a questa parte lo segue in pista passo dopo passo.

Stiamo parlando di Tommaso Raponi, ovvero il suo capotecnico, che nel mondo delle corse vanta un’esperienza di ben 30 anni, di cui 27 trascorsi nel paddock del Motomondiale. Un ciociaro vero, umile e semplice nonché grandi conoscitore del Motorsport. Sotto di lui sono passati piloti del calibro di Dovizioso e Iannone senza scordarsi di Lowes, Simeon, Borsoi, Rolfo e tanti altri.

Con il tecnico frusinate abbiamo condiviso una lunga chiacchierata, facendoci raccontare chi è in pista il campione in carica della SuperSport.

“Con Nicolò abbiamo lavorato assieme in Gresini ai tempi della Moto2 – ha ricordo – il Bulega di quella stagione era un ragazzo ben diverso rispetto a quello odierno. Me lo ricordo infatti spento e demotivato, complici i problemi e le difficoltà che attraversava. Da quando è arrivato nel paddock della Superbike ho invece visto un cambiamento da parte sua. Probabilmente è un ragazzo riservato, ma dal punto di vista della mentalità è cambiato tanto. Lo vedo infatti forte di testa, sicuro e motivato, soprattutto quando va in pista, dove ha sempre la situazione sotto controllo”.

Possiamo dire che la SuperSport lo ha rilanciato?
“Penso che in questi ultimi anni sia maturato molto e lo considero un ragazzo davvero intelligente. In SuperSport il primo anno abbiamo faticato, perché era un mondo tutto nuovo e da scoprire. La passata stagione invece siamo riusciti a fare un grande lavoro, avevamo una base importante di partenza e alla fine abbiamo portato a casa il titolo”.

Quest’anno ha addirittura fatto meglio. Te lo aspettavi così veloce?
“Io pensavo che sarebbe stato veloce in Superbike, ma iniziare così forti penso che in pochi lo avrebbero immaginato. Nella passata stagione abbiamo svolto dei test con la Superbike e ricordo quello di Jerez, dove fu davvero velocissimo. Io credo che lui sia un ragazzo talentuoso e il talento non lo dimentichi anche se a volte attraversi momenti difficili nella vita. Penso che nelle difficoltà che ha incontrato ha saputo trovare la forza dentro per andare oltre ogni ostacolo”.

Bulega ha uno stile diverso rispetto a Bautista, infatti è molto più tondo. Come mai riesce ad essere così efficace sulla moto.
“Ovviamente siamo solo all’inizio e bisogna stare tranquilli. Per quanto visto Nicolò ha un pick up meno eccessivo rispetto ad Alvaro, ma a mio avviso lui è molto bravo in termini di velocità in percorrenza, perché apre il gas come pochi con la Panigale. Nel momento in cui riesce a staccare bene, come piace a lui, poi riesce a tirare fuori i suoi punti di forza, senza andare a stressare troppo le gomme. Penso che siano questi gli aspetti che giocano a suo favore con la Ducati. Po come ho detto c’è la componente mentale, ovvero un Nicolò intelligente e solido di testa, capace di avere la situazione sotto controllo”.

Tommaso, da te sono passati molti piloti: da Iannone a Dovi senza scordarsi di Rolfo, Lowes, Simeon, Borsoi e tantissimi altri. Chi ti ricorda Bulega?
“Mi ricorda Dovizioso ai tempi della 250, ovvero un pilota molto preciso, capace di avere la situazione sotto controllo, e meticoloso nel proprio lavoro. Al tempo stesso mi viene in mente anche Iannone per il talento e il suo essere estroso. Se dovessi scegliere, farei questi due nomi”.

Bulega ha 24 anni, tu invece Tommaso 59. Com’è questo incontro tra generazioni: da un parte un pilota emiliano-romagnolo, dall’altra un ciociaro vero?
“Tra me è Bulega ci sono 30 anni di differenza, probabilmente non andremo a fare serata assieme, ma nel box ci capiamo subito con uno sguardo (sorride). A parte le battute: la cosa più importante nel nostro rapporto è la fiducia reciproca all’interno del box. Io cerco di mettergli a disposizione tutta l’esperienza maturata nel mondo delle corse e lui è un ragazzo che sa ascoltare, che percepisce velocemente e poi mette in pratica. Personalmente sono davvero contento di lavorare al fianco di Nicolò, perché ti considera un riferimento e di conseguenza il lavoro svolto viene valorizzato. Penso che siamo una bella coppia (sorride)”

Bulega ha vinto in Australia, ma il suo percorso Superbike è appena all’inizio. In cosa deve migliorare?
“Ovviamente bisogna sempre crescere, cercando di fare un passo in avanti ogni giorno. Mi è dispiaciuto per  la domenica di Phillip Island, quando nel warmup è caduto a terra. Lui l’ha accusata quella caduta, infatti non è stato semplice. Nicolò è uno di quei pilota a cui non piace per niente cadere, dobbiamo quindi riuscire ad andare oltre”.   

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