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MotoGP, Marc Marquez: “Sono ancora rigido, guido la Ducati come fosse una Honda”

“Sto cominciando a divertirmi di più in sella, ma ho bisogno di tempo per capire il grip al posteriore e come sfruttare le gomme nuove. Chi parla di fare piazza pulita deve scordarselo: non sono abbastanza veloce per vincere il Mondiale”

MotoGP: Marc Marquez: “Sono ancora rigido, guido la Ducati come fosse una Honda”

Bisogna scorrere la classifica fino alla quattordicesima posizione per trovare il miglior tempo messo a segno da Marc Marquez in questo secondo giorno di test a Sepang. Pur non essendo incappato in alcun problema tecnico nella giornata odierna, il portacolori del team Gresini si è fermato a quasi un secondo dal riferimento siglato da Enea Bastianini, lavorando principalmente sulla lunga distanza.

È stata una giornata migliore rispetto a quella di ieri, perché mi sono sentito molto meglio e sono riuscito a completare molti più giri. Forse anche troppi, visto che ne ho fatti 72. Non so come andrà domani, ma oggi me la sono sentita e anche nell’ultima parte della sessione, quando avevo montato la gomma per fare il time attack, ho deciso di completare i dieci passaggi della Sprint Race perché ho pensato che mi sarebbero serviti per capire come si comporta questa moto compiendo dei giri in successione - ha spiegato Marc - All’inizio sono partito piano mentre nel finale ero molto più rapido, il che significa che sono riuscito a capire meglio la moto ad ogni giro. Ho ancora delle difficoltà nel time attack, che è l’aspetto in cui faccio più fatica, perché è complicato comprendere come sfruttare le gomme nuove in un paio di giri e con due time attack distanti due ore l’uno dall’altro. A parte questo, sono contento per come è andata oggi”.

Giro dopo giro, l’otto volte iridato è sempre più a suo agio sulla Desmosedici GP23, ma deve ancora riuscire a capire come sfruttare al meglio la sua Rossa.

Ho utilizzato un assetto standard degli altri piloti Ducati, perché non voglio usare un altro set-up e perdere la via. Tanto più che ho usato questo assetto anche ieri e oggi sono andato meglio, il che dimostra che sto cominciando a capire meglio la moto” ha affermato il maggiore dei fratelli Marquez, che concorda con la tesi di marini secondo cui la Ducati sfrutta lo pneumatico posteriore in maniera totalmente opposta rispetto alla Honda:“Sono assolutamente d’accordo con Luca, perché la gomma posteriore si usa in maniera completamente diversa con le due moto ed è per questo motivo che sto ancora guidando la Ducati come se fosse una Honda. In Valencia andava bene, ma qui no e adesso devo cercare di levarmi di dosso tutte le abitudini che ho preso guidando per undici anni la stessa moto. Non è semplice, soprattutto quando stai cercando di fare il tempo, perché in quel frangente non pensi ma ti basi sull’istinto e così facendo finisco per guidare la moto come facevo con la Honda. Non è certo questo il modo migliore per guidare la Ducati, ma si tratta di un processo graduale”. 

Nonostante ciò, il pilota iberico non sembra però risentire particolarmente del fatto di dover fermare la Desmosedici con il posteriore anziché con l’anteriore della moto.

“È vero che la Ducati va fermata in maniera diversa, tuttavia non perdo nel punto di frenata, in confronto agli altri piloti Ducati, ma guadagno. Devo ancora capire il grip al posteriore e come usarlo. Proprio per questo riesco a tenere un buon passo con gli pneumatici usati, ma non sono ancora in grado di trarre profitto dalle gomme nuove - ha puntualizzato il trentenne - Ho fatto fatica a inizio giornata, ma andando avanti ho capito meglio come fermare la moto e sono migliorato nell’ultima parte del turno. Al momento, il punto in cui perdo di più è in uscita dalle curve veloci, dove ti serve la giusta fiducia nella moto per poter spingere”.

L’apprendistato di Marc sta procedendo bene, ma l’alfiere del team Gresini è consapevole di aver bisogno di tempo e giri per prepararsi al meglio per l’inizio della stagione.

Sono ancora un po’ rigido in sella, ma oggi sono riuscito a divertirmi un po’ di più. Questa è stata proprio la principale ragione per cui ho deciso di fare i dieci giri della Sprint, anziché i due del time attack, durante i quali non riesci a capire granché. In questo momento ho bisogno di girare il più possibileha spiegato il catalano, illustando il suo piano per l’ultima giornata di test a Sepang: “Domani farò il time attack al mattino come tutti gli altri piloti, cercando di essere il più concentrato possibile perché è l’aspetto in cui faccio più fatica e in cui sono ancora molto lontano dai primi. Si tratta di una cosa normale quando si sale su una nuova moto, perché hai più tempo per capire le gomme usate piuttosto che quelle nuove. Quello che non è stato normale è stato il fatto che sia stato immediatamente veloce a Valencia. Ad ogni modo, il mio programma di domani è quello di fare il time attack e poi avevo in programma di fare un altro long run, ma dovrò prima vedere la reazione del mio fisico ai 72 giri di oggi”.

Tutti si aspettano tanto dall’otto volte campione dopo il suo cambio di casacca, ma lui preferisce continuare a smorzare gli entusiasmi.

“Ho detto alla presentazione della squadra e lo ripeto ogni volta che le aspettative sono molto alte, ma io sono realista. Vengo da 3 o 4 anni tra i più difficili della mia carriera sportiva, in cui non ho avuto delle prestazioni di altissimo livello, e devo ritrovare la fiducia in me stesso. Chi parla di fare piazza pulita deve scordarselo, perché ci saranno delle gare in cui chiuderò 5° o 10°, altre in cui lotterò là davanti e altre ancora in cui soffrirò e dovrò affrontare la Q1 - ha ribadito con fermezza Marquez - Per quanto la moto sia cambiata, per quanto questa sia tutta aria fresca, ho bisogno del mio tempo. Come ho detto all'epoca, ho cambiato per ritrovare la motivazione e continuare a gareggiare, non per altro. Il Mondiale si vince senza commettere errori, ma per farlo devi anche essere veloce ed è chiaro che al momento non posso pensarci, perché non sono abbastanza rapido per lottare per il campionato”.

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