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SBK, Bulega: “Ducati è il mio secondo treno, non rifarò gli errori del passato”

VIDEO - “Sono cambiato dai tempi dell’Academy e sono pronto per questa opportunità, che è la più importante della mia vita. Dividere il box con Bautista potrà essere uno stimolo ma anche una sofferenza e dovrò essere forte soprattutto mentalmente”

SBK, Bulega: “Ducati è il mio secondo treno, non rifarò gli errori del passato”

Dopo aver dominato il Mondiale Supersport nel 2023, Nicolò Bulega è pronto per fare il salto di categoria e raggiungere il due volte Campione del Mondo Alvaro Bautista tra le fila del team Aruba.it Racing - Ducati. Una grande occasione per il 24enne per raggiungere la sua definitiva consacrazione, dopo le difficoltà affrontate nel paddock del Motomondiale.

“Secondo me ogni anno è un po’ una sfida. Uno cerca di fare il massimo tutti gli anni. Poi, chiaramente, ce ne sono alcuni in cui ci sono riuscito un po’ meno e altri un po’ di più” ha dichiarato Bulega a margine della presentazione della squadra a Madonna di Campiglio, parlando della prova che lo attende nel 2024: “So che sarà difficile per una serie di motivi. Il primo è che avrò Alvaro come compagno di squadra e come ho già detto tante volte è una buona cosa da un lato, ma anche brutta da un altro, perché è un due volte Campione del Mondo, quello che guida la moto meglio di tutti gli altri, e questo può essere uno stimolo ma può anche diventare un po’ una sofferenza. Quindi, dovrò cercare di essere forte soprattutto mentalmente e provare a sfruttare al massimo questa opportunità, che forse è la più importante della mia vita”.

Troppo presto per porsi degli obiettivi, anche se Nicolò ha già iniziato a farsi un’idea del suo potenziale e delle aree in cui dovrà migliorare.

“Dire che voglio essere competitivo è scontato, ma onestamente in questo momento anch’io sto facendo fatica a darmi un obiettivo, perché è vero che ai test sono andato bene ma i test vogliono dire poco, perché non sai effettivamente cosa stanno facendo gli altriSono andato veloce quando non serviva, quindi se riuscirò a confermarmi anche in questi prossimi test e in quelli in Australia, e a lavorare già sul ritmo gara, secondo me potrò essere veloce. Però non voglio dire che posizione posso raggiungere perché non la so nemmeno io - ha osservato - È difficile dire quale sia il mio livello attuale perché abbiamo girato solo due giorni e, siccome in entrambe le giornate il tracciato era bagnato al mattino, è stato come se avessimo affrontato un solo giorno. Posso essere veloce con le gomme nuove, abbiamo visto anche l’anno scorso in Supersport che ero sempre veloce quando montavo la soft in qualifica. So che in SBK è un’altra storia perché ci sono molte cose da controllare, come la potenza, ma proverò a imparare soprattutto in vista dell’ultima parte di gara con gomme usate”.

Arrivare nel Motomondiale con le stigmate del bambino prodigio obbligato a fare il risultato ha rischiato di compromettere tutta la carriera del pilota nato a Montecchio Emilia, che nel paddock delle derivate di serie ha trovato l’occasione per rilanciarsi.

“Ci tengo a dire che io non mi sono mai sentito così, erano gli altri a dirmelo. Probabilmente non è stato quello di cui avevo bisogno, perché ero troppo piccolo e non avevo ancora la maturità che ho adesso per affrontare una situazione abbastanza pesante. Però adesso ho questa nuova occasione che io chiamo ‘il mio secondo treno’, perché sono nella miglior squadra della mia carriera, visto che non ho mai corso per un team ufficiale, e cercherò di salire su questo secondo treno senza commettere gli errori che ho fatto in passato ha commentato il ducatista, spiegando cosa significa per lui entrare a far parte di una squadra che ha vinto per due anni consecutivi: “È sicuramente emozionante, perché essere in un team ufficiale della SBK, soprattutto in Ducati, mi rende orgoglioso e mi dà quel pizzico di pressione che mi piace. Sarei contento di far sorridere tante persone in Ducati e chiaramente anche nel mio team”.

Alla domanda su quanto è cambiato dai tempi del Motomondiale e quanta voglia ha di far ricredere chi non ha creduto in lui, Nicolò ha poi risposto: Voglio migliorare per me stesso prima che per gli altri, questo è certo. Ma lasciare l’Academy è stato sicuramente un momento duro nella mia vita perché ero giovane e ho dovuto cambiare parecchio il mio stile di vita, dato che ho dovuto modificare completamente i miei allenamenti e le persone con cui andare a cena. Ho cambiato molte cose da allora, mi sento completamente diverso e sono pronto per questa nuova sfida. Ho una mentalità migliore adesso, mi sento molto bene e mi diverto molto in sella. E questo è un aspetto positivo, perché non mi sono divertito negli ultimi due anni in Moto2”. 

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