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MotoGP, Titani da corsa: L'indimenticabile incontro tra Senna e Lawson

Lawson si sedette con Senna e i due parlarono delle corse come le conoscevano. Lawson: “Lui voleva parlare solo di moto, io solo di auto”.

MotoGP: Titani da corsa: L'indimenticabile incontro tra Senna e Lawson

Il 1° maggio è quasi d'obbligo ricordare Ayrton Senna. Lo ha fatto anche l'amico e collega Dean Adams di Superbikeplanet, ed è con il suo permesso che ripubblichiamo quanto da lui scritto. E' un ricordo di Ayrton molto particolare perché coinvolge uno dei grandi protagonisti americani degli anni '80: Eddie Lawson.

Non abbiamo una foto di quell'incontro, ma che Senna fosse un appassionato motociclista non c'è alcun dubbio. Nella nostra immagine che lo conferma è con Franco Uncini e Marco Lucchinelli e bisogna ricordare che, ai tempi, Piaggio sponsorizzava il poleman in F1.

di Dean Adams

Questa settimana sono passati 30 anni da quando il mondo ha perso il campione del mondo di F1 Ayrton Senna in un incidente a Imola. Molti considerano Senna il più grande pilota da corsa mai esistito e ancora oggi, a tre decenni dalla sua morte, nessuno che lo abbia visto al meglio lo dimenticherà mai.

Molti non ricordano che Senna era un motociclista. Possedeva una Ducati 851 che guidava per strada e ci sono foto che lo ritraggono nel suo paese natale, il Brasile, in sella a moto da cross in ambienti lussureggianti durante la bassa stagione. Aveva anche alcune moto in Europa e ci sono filmati in home-cam di lui che guida una Ducati Monster a Monaco. Prima della sua morte, la Ducati fece un accordo con Senna per produrre una linea di 916 speciali denominate 916 Senna. I fratelli Castiglioni, allora proprietari della Ducati, aiutarono Senna a procurarsi l'elicottero che desiderava davvero e da lì nacque l'amicizia. La Ducati ha venduto moto tributo a Senna a intervalli regolari per 30 anni, così come la MV Agusta.

Alla fine degli anni '80, l'americano Eddie Lawson partecipò a una cena in Italia dove lui e Senna erano ospiti d'onore. A un certo punto della serata Senna fece sapere che avrebbe voluto parlare con Lawson. Lawson si sedette con Senna e i due parlarono delle corse come le conoscevano.

Lawson, ovviamente, ha corso nei Grand Prix nell'epoca in cui i quattro cilindri a due tempi da 500 cc davano il meglio e il peggio di sé, contemporaneamente. 180 cavalli di potenza spietati e brutali in un pacchetto di 140 chili con una gestione del motore esattamente pari a zero, a parte il polso del pilota; con un pilota esperto e preparato a bordo, un 500cc a due tempi poteva essere un'arma vincente. E se non si aveva l'abilità o non si era preparati, si poteva entrare a far parte della schiera di piloti che sono stati mutilati senza pietà da una 500. Se si era tra gli sfortunati, si lasciava la pista con meno dita di quando si era arrivati, o con una gamba fratturata o un polso post-incidente che si sentiva in più parti come un sacchetto di popcorn da microonde.

Nelle gare di motociclismo da Gran Premio non c'è roll bar, non c'è 'vasca'. Se sei un pilota, ci sei tu e c'è il terreno.

Parlarono informalmente di affari. Lawson aveva un certo interesse per le corse automobilistiche e avrebbe corso nella serie Indy Car dopo essersi ritirato dalle corse in moto. Senna aveva guardato 500 Gran Premi, guidava una Ducati e gli piacevano molto le moto. Com'è la curva Spoon (uno dei punti di Suzuka N.d.R.) su una moto? Quale punto di frenata si usa alla fine del rettilineo di Hockenhiem in un'auto di F1?

Lawson ridacchia: “Lui voleva parlare solo di moto, io solo di auto”.

Lawson si stava godendo questo periodo della sua carriera in 500. Aveva dichiarato apertamente che anche nel 1986 stava ancora imparando a guidare una 500, anche dopo aver vinto il mondiale nel 1984.  Ma alla fine degli anni Ottanta, quando lui e Senna si parlarono, era già un esperto pilota di 500. Aveva vinto il campionato del mondo per tre volte. Aveva vinto il campionato del mondo per tre volte e avrebbe vinto un totale di quattro campionati del mondo.

In realtà, spiegò a Senna, nella sua ultima vittoria aveva vinto il Gran Premio con facilità, in modo inquietante. Mentre era in sella alla moto, la sua concentrazione era tale da fargli provare un'esperienza quasi extracorporea. Aveva vinto in modo convincente. Era davanti alle 500, mentalmente, e colpiva ogni segno, ogni linea con una precisione tale da sembrare quasi ultraterrena. Contemporaneamente era sulla moto, sopra la moto e davanti alla moto, tutto nella sua testa. Non era mai successo prima a Lawson, un pilota che ha iniziato a correre all'età di otto anni.

Lawson chiese a Senna: “Hai mai avuto una vittoria come quella?”.

Sì, tutte, rispose Senna. Non si stava vantando.

“Riusciva a mettersi in gioco in ogni gara”, ricorda Lawson. “Non lo dimenticherò mai”.

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