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PROVA BMW S 1000 XR e M 1000 XR: Elogio della Follia

VIDEO - La crossover della Casa tedesca si fa in due, esaltando le sue doti turistico-sportive. Piccoli ma importanti aggiornamenti per la “S”, iniezione di cavalli (e adrenalina) per la nuova ed esclusiva “M”

PROVA BMW S 1000 XR e M 1000 XR: Elogio della Follia

di Leslie Scazzola

Secondo l'umanista e filosofo olandese Erasmo da Rotterdam “la follia è la vera dominatrice della civiltà”. E per dominare la civiltà – aggiungiamo umilmente noi – ci vuole anche un pizzico di follia. Questa filosofia immaginiamo sia stata la spinta propulsiva che ha convinto gli ingegneri BMW a mettere mano ad una moto già a suo modo estrema come la S 1000 XR per creare un oggetto insensato, esaltante, probabilmente inutile ma anche tremendamente affascinante come la M 1000 XR, che coi suoi 201 cavalli di potenza stabilisce (con buona distanza) il nuovo record della categoria. Una turistica che vuole essere una superbike, o una supersportiva che gioca a fare la turistica. Poco importa: siamo di fonte a un “nonsense” che ci entusiasma.

S 1000 XR: aggiornamenti di dettaglio e più cavalli

Andiamo con ordine.  La BMW S 1000 XR 2024 si conferma la risposta made in Monaco a chi cerca una moto sportiva autentica, ma desidera anche comfort e praticità. Quasi dieci anni fa partendo dalla base della sportiva S 1000 RR, BMW ha creato una crossover robusta, versatile ed entusiasmante da guidare, perfettamente in linea con il pedigree di ogni sua creatura sportiva. La nuova versione è stata oggetto di piccoli ma mirati interventi volti a non cambiare di una virgola la sua personalità. La nuova XR, infatti, mantiene l'aspetto intimidatorio delle versioni precedenti, ora esaltati da pannelli posteriori risagomati e dotati di inedite prese d'aria che regalano nuovo dinamismo. Tra le novità, il becco anteriore in tinta con la carrozzeria e la sella ridisegnata, che offre maggiore spazio e possibilità di movimento risolvendo le critiche mosse alla versione precedente.

Confermata in toto la ciclistica e l'evoluta gestione elettronica delle sospensioni e del motore, è proprio sottopelle che si cela una novità importante: Il motore 4 cilindri da 999 cc adotta ora la testata del propulsore RR, con una potenza massima di 170 CV a 11.000 giri, 5 cv in più della versione precedente. Non molto se pensiamo alla forza esplosiva già nota  del propulsore, ma sufficiente a rilanciare la sfida a Ducati Multistrada V4 e KTM Super Duke, dirette competitor nella categoria delle crossover estreme.

In sella. Sempre lei ma con qualcosa in più:

Nonostante le dimensioni imponenti, la XR offre una maggiore libertà di movimento e una posizione di guida comoda, sebbene le vibrazioni su pedane e manubrio, assieme al calore del motore, continuino a rappresentare un piccolo ma persistente fastidio.

Esaltante tanto tra i tornanti più stretti quanto nei curvoni affrontati in velocità, la XR si conferma una divoratrice instancabile di chilometri con la quale è possibile affrontare ogni situazione con piglio sportivo e sicurezza. Buche, cambi repentini di asfalto, pieghe da sportiva o lunghi trasferimenti sul veloce sono gli elementi attraverso i quali è possibile apprezzare il carattere eclettico e avventuriero di questa moto, compagna di viaggio sicura e instancabile per qualsiasi occasione. Da riferimento è anche la frenata, con il supporto di un sistema ABS cornering davvero in grado di assicurare direzionalità e precisione anche nelle fasi di frenata più aggressive, condizione importante quando si affrontano tornanti impegnativi con ritmo sportivo. Al pari, le sospensioni a controllo elettronico restituiscono un feeling perfetto, con solo qualche risposta secca del posteriore sulle buche più accentuate (nella mappa Dynamic da noi utilizzata – ndr) che però non scalfisce il divertimento di guida e la sicurezza nella gestione della moto.

Il motore nella sua nuova versione si conferma semplicemente esagerato per l'utilizzo quotidiano, ma il bello è che sa essere anche estremamente mansueto e fruibile anche ai regimi più bassi, permettendo di trottare anche in sesta marcia a 2.000 giri con regolarità conservando sempre una copiosa dose di potenza ad ogni sollecitazione del gas.

Detto delle vibrazioni leggermente sopra la media, se proprio volessimo muovere una critica alla S 1000 XR potremmo parlare della protezione aerodinamica, visto che nonostante il cupolino regolabile in altezza abbiamo riscontrato un flusso d'aria che coinvolge casco e spalle che alla lunga può diventare fastidioso.

M 1000 XR: DNA Motorsport

Se l'obiettivo dei tecnici BMW era quello di fissare il nuovo riferimento della categoria possiamo dire che sia stato centrato alla perfezione. Il carattere della M, simbolo del Motorsport BMW, è infatti chiaro fin dai primi metri. Partiamo dal motore, perché il 4 cilindri in linea è quello della superbike RR, in questo ambito capace di 201 cv a poco meno di 13.000 giri ma anche di allungare fino a 14.600 giri. Qualche dato dichiarato, giusto per inquadrare il concetto: da 0 a 100 in 3,2 secondi e  200 km/h raggiunti in 7,4 secondi, senza dimenticare gli oltre 275 km/h di velocità massima promessi dalla scheda tecnica. Complice la rapportatura accorciata il motore spinge in maniera esagerata a qualsiasi regime, e diventa rabbioso quando l'indicatore supera i 10.000 giri.

Tanta sportività è tenuta magistralmente imbrigliata da una gestione elettronica che rappresenta lo stato dell'arte tra le moto di produzione, con diverse mappature disponibili tra cui la Race Pro dedicata alle massime performance. La tecnologia motoristica, unita all'uso di materiali leggeri come il carbonio, l'alluminio e il titanio, garantisce un peso di soli 223 kg in ordine di marcia,che nonostante i volumi importanti delle sovrastrutture letteralmente spariscono non appena si comincia a fare sul serio tra i cordoli, mostrando grandi doti di agilità e un limite simile a quello di una superbike “pura”.

Da tourer a regina tra i cordoli

Come sulla sorella S 1000 R anche sulla “M” Le sospensioni sono a controllo elettronico e si adeguano alla mappa impostata dal pilota, promettendo comfort per la guida stradale oppure rigidità e precisione in circuito, con in più la possibilità di essere ulteriormente personalizzate nelle tarature fino ad ottenere un mix tagliato su misura al pilota. Tutta la moto è personalizzabile nell'ergonomia, e in questo senso è un peccato solo per le pedane poggiapiedi che arrivano a toccare terra abbastanza rapidamente anche nella posizione più rialzata, fino limitare gli altrimenti elevatissimi angoli di inclinazione in curva concessi dalla ciclistica.

L'assetto rialzato e l'ampio braccio di leva offerto dal manubrio alto non trasmettono il feeling di una sportiva pura: l'avantreno sembra talvolta “galleggiare” e richiede precisione negli ingressi in curva, evitando di aggredire il punto di corda ma piuttosto accompagnando l'anteriore nelle svolte con azioni calibrate e non aggressive. Impeccabile la frenata, potentissima ma estremamente calibrabile, e un plauso anche agli pneumatici Bridgestone Battlax che, seppur nati per l'uso stradale, hanno mostrato un limite davvero elevato e grande resistenza anche sopo parecchi giri senza risparmio.

I prezzi partono da 19.950 euro della versione S e arrivano a 26.690 euro per la M. In più, come da tradizione BMW, sono disponibili diversi pacchetti di allestimento e numerosi accessori per la personalizzazione.

Per realizzare questo servizio su strada abbiamo utilizzato questa giacca Acerbis: LINK

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