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SBK, CIV, Conforti: “Il finale di Imola è stato brutto, ma Broncos è molto di più”

INTERVISTA - “L’incidente ha messo in secondo piano una vittoria guadagnata sul campo, ma non ha niente a che vedere con la partenza di Zanetti. Il podio di Mercandelli a Misano? Me l’aspettavo, ma può fare ancora di più”

SBK: CIV, Conforti: “Il finale di Imola è stato brutto, ma Broncos è molto di più”

Dopo la tempesta torna sempre il sereno e così è stato anche per il Broncos Racing Team. Con la partenza della nuova stagione del CIV Superbike lo scorso fine settimana a Misano, la squadra diretta da Luca Conforti si è potuta lasciare completamente alle spalle tutti gli strascichi e le controversie legati al discusso incidente che ha messo fine al campionato 2023, consegnando la corona a Lorenzo Zanetti dopo un incidente con Michele Pirro. 

Un episodio che ha coperto di ombre quella che sarebbe dovuta essere una delle pagine più belle e luminose della storia della compagine bresciana e del suo sodalizio con “Zorro”, volato quest’anno in Germania per portare la Ducati V4R ai vertici dell’IDM. Voltare pagina e ripartire non era un compito semplice, ma, con un pizzico di fortuna, il team Broncos ci è riuscito nel migliore dei modi: salutando il nuovo anno con il terzo posto conquistato da Roberto Mercandelli al debutto nella categoria, e al rientro dopo il grave infortunio sofferto lo scorso anno al Mugello. 

“È stato bello vedere Roberto salire sul podio di Gara 1, mi ha fatto molto piacere, ma io me l’aspettavo perché lo conosco da tanto tempo e so che è un pilota di altissimo livello” ha ammesso Luca Conforti ai nostri microfoni, commentando l’esordio del suo nuovo pilota: “È molto veloce e ha un talento che gli permette di raggiungere grandi prestazioni in breve tempo. Chiaramente, gli eventi della gara ci hanno un po’ favoriti, mettendoci inaspettatamente in una posizione da podio, ma non abbiamo ancora espresso il nostro reale potenziale. È chiaro che deve adattarsi alla categoria, e ci vorrà del tempo, ma Roberto può fare molto di più: il distacco non era quello che volevamo perché ha fatto due lunghi che l’hanno condizionato, facendogli perdere del tempo. Dobbiamo e vogliamo migliorare, per essere più vicini ai primi. Sarà un percorso continuo di avvicinamento, perché è un pilota vincente e questo deve essere lo standard”.

Quanto è stato difficile per Mercandelli passare dalla Supersport alla Superbike?
“Il cambio di cilindrata non è mai facile. In più ha cambiato il tipo di gomme, passando dalle Pirelli alle Dunlop, e bisogna considerare che è reduce da un infortunio molto grave e aveva bisogno di tante conferme. Lui era più timoroso di me, perché io ero convinto della sua competitività. Adesso anche lui è più tranquillo, ma fisicamente non è al 100%. La stagione comunque è ancora lunga e io non ragiono a breve termine, ma vorrei tenerlo con noi per un po’, anche perché è un bravissimo ragazzo e ci stiamo trovando bene anche a livello personale. Anche Zanetti è rimasto per cinque anni, perché io sono molto favorevole a dei rapporti duraturi, che portano a fare bene e a migliorarsi”.

Cosa ti ha spinto a puntare proprio su un pilota che arrivava da un infortunio così importante come quello di Mercandelli al Mugello?
“Per me il CIV è un campionato un po’ particolare, come caratteristiche e ambizioni, quindi è molto difficile trovare dei piloti che possano metterlo in cima ai loro pensieri. Non volevo un pilota bravo ma di passaggio, o che considerasse un ripiego correre per Broncos nel CIV Superbike, perché è un campionato difficile, dove servono tanto lavoro e continuità, e per noi è come se fosse la MotoGP, nel senso che è la nostra priorità. Cercavamo un pilota che restasse a lungo in squadra e desse il massimo e Roberto non solo è veloce, intelligente ed esperto, ma ha anche uno stile di vita e delle ambizioni sportive che ben si sposano con la nostra mentalità, di avere come focus unico e principale la Superbike del Campionato Italiano”.

Non c’era modo modo migliore che un podio per aprire la stagione, dopo le polemiche sollevate dal finale della passata stagione. È stato tanto difficile da gestire?
“Sì, è stato brutto. Ci sono state tante chiacchiere, ma con i vertici Ducati non c’è stato nessun problema, perché si è trattato di un incidente di gara. Anche la separazione con Zanetti non ha niente a che fare con quello che è successo: lui è andato in Germania perché era una situazione vantaggiosa a livello economico. L’avrei potuto perdere l’anno prossimo, come due anni fa o l’anno scorso perché là hanno altre possibilità economiche, mentre la mia squadra non ha la forza per prendere un pilota a parametro zero. Ci sentiamo ancora tutti i giorni, anche perché uno dei miei meccanici è andato con lui in Germania”. 

Qual è stato, quindi, l’aspetto più brutto?
“Il dispiacere è legato al fatto che quell’evento non ci ha permesso di assaporare una vittoria guadagnata sul campo, perché Michele è stato innegabilmente veloce, ma noi eravamo sempre lì. La stagione di Lorenzo va guardata con più ampiezza: è stato costante, ha fatto un bel lavoro e non era per niente facile. Purtroppo, però, quell’evento ha messo un po’ in secondo piano una vittoria che ci siamo guadagnati con il nostro metodo e il nostro lavoro. È stata una vittoria meno dolce di quello che doveva essere ma è andata così, e adesso, per fortuna, è passato qualche mese e ce lo possiamo lasciare alle spalle. Anche perché ora abbiamo Roberto, il Junior Team e c’è anche Giombini, che è un bel purosangue e va forte. Abbiamo tanta carne al fuoco che mi sta piacendo e poi ritengo che la squadra vada guardata nella sua ampiezza. Il nostro è un ambiente molto orizzontale, che non ha delle pedine che cambiano di anno in anno, ma c’è dietro un sistema che non è banale. È chiaro che quell’evento non è stato bello, ma noi siamo tanto di più”.

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