Tu sei qui

MotoGP, Quattro selle che scottano: Morbidelli, Mir, Raul ed Augusto Fernandez

Dopo le prime battute di mercato, per alcuni piloti il circuito di Austin può essere l'ago della bilancia nell'inseguire il riscatto agonistico. Da Morbidelli in sella ad una GP24 che scotta, passando per un Augusto Fernandez adombrato da Acosta, Raul Fernandez potenziale futuro di Aprilia e Joan Mir in alto mare sulla Honda

MotoGP: Quattro selle che scottano: Morbidelli, Mir, Raul ed Augusto Fernandez

La MotoGP è in procinto di sbarcare ad Austin negli states, al momento unico appuntamento a stelle e strisce nel calendario, anche se con l'arrivo di Liberty Media le cose potrebbero cambiare presto. A due tappe dall'inizio del campionato, i protagonisti per una stagione infuocata ci sono tutti, tra conferme come Bagnaia e Martin, piloti ritrovati come Bastianini e Marquez, e nuovi arrivi come un Pedro Acosta che non sta disattendendo le aspettative, di KTM come dei suoi rivali.

Prevedibilmente è anche una stagione in cui le scintille si vedranno non solo in pista: con molti piloti a fine contratto ed in attesa di rinnovo, le prossime gare potrebbero essere l'ago della bilancia per il destino di molti di essi. Non sono mancate già le prime cannonate a smuovere una griglia che era rimasta abbastanza statica fino all'abbandono di Honda da parte di Marc lo scorso anno in Indonesia. Dall'arrivo di Aldeguer in Pramac nel 2025, al rinnovo di Bagnaia con Ducati fino al 2026, seguito poi da un Quartararo che, in maniera affatto scontata, ha deciso di rimanere fedele al blu di Yamaha per un altro biennio. Le pedine cominciano quindi a muoversi, e con le selle rimaste  ancora a disposizione sulla scacchiera si avvia l'ovvio gioco della sedia che forzerà i piloti più a rischio a cercare risultati in tempi brevi, e per alcuni di loro sarà una vera e propria corsa al riscatto personale per convincere di poter essere ancora piloti da MotoGP.

Franco Morbidelli ed una GP24 che scotta

Che le Ducati, in particolar modo quelle di ultima generazione le GP24, siano le moto più ambite dai piloti non è una sorpresa. Lo dicono i numeri, e lo dimostrano i fatti, tra campionato costruttori e i due mondiali vinti da Bagnaia. Con otto Ducati in griglia il dominio di Borgo Panigale ha spinto a correre ai ripari persino la Dorna che, in attesa del cambio del regolamento,  per scongiurare che le case giapponesi rimaste non seguissero l'esempio della Suzuki ha messo il piede sull'acceleratore in termini di concessioni, tagliando al contempo test e gomme alle rosse: vedere Pirro in circuito quest'anno sarà difficile.

Col rinnovo di Bagnaia, atteso ma non necessariamente scontato (anche se l'intesa tra il pluricampione e l'ingegnerissimo Dall'Igna è sempre stata evidente) e l'arrivo di Aldeguer il prossimo anno (forse)  in Pramac, le due GP24 rimaste scottano ora ancora di più. Da un lato quella ufficiale di Bastianini, dall'altra quella di un Morbidelli che esule dalla Yamaha può ben dire di essere passato dalla brace alla padella anziché il contrario. La GP24 a detta di tutti i piloti è meno problematica della GP23 al suo esordio, ma quest'anno i suoi spasimanti si sprecano. Bastianini, Martin e Marquez potrebbero tutti a buon diritto contendersi la sella nel team ufficiale, ma la GP24 in Pramac farebbe comunque gola a chiunque decidesse di accontentarsi.

La stagione di Franco Morbidelli partiva quindi col migliore degli auspici, ma una brutta caduta proprio a Portimao durante una sessione di allenamento ne ha frenato da subito gli entusiasmi negandogli dei test fondamentali. Il romano di Tavullia è sempre stato ben conscio della situazione rovente in Ducati sin dal suo primo approccio: "I primi 20giri di gara sono stati una bella esperienza - raccontava all'esordio in Qatar - quindi avverto di avere ancora un grosso margine. Bisognerà procedere per gradi per acquisire quella sintonia che gli altri piloti di vertice di Ducati già hanno".

Ma nella MotoGP attuale ormai estrema a causa dell'aerodinamica, e con così tanti piloti racchiusi in pochi decimi, di tempo per trovare la sintonia ce n'è stato poco: 18° in entrambe le gare. Il riscatto per il romano su una GP24 è comunque ancora decisamente possibile,  Austin sarà il suo prossimo terreno di lotta, un circuito in cui ottenne la vittoria nel 2017 in Moto2.

Augusto Fernandez nell'ombra di Acosta

Lo spagnolo, rookie nel 2023 nel team Tech3 GasGas, ha convinto i vertici di Mattighofen a scommettere su di lui, tagliando fuori un Pol Espargarò infortunato per gran parte della scorsa stagione. Giunto al suo secondo anno su di una competitiva KTM il cui sviluppo sta dimostrando i propri frutti, si trova ora nella scomoda posizione di dover condividere il box con l'enfant prodige fresco del titolo in Moto2, Pedro Acosta. Come sempre, una grande luce proietta anche una grande ombra, e Augusto ne è consapevole: "Sarà un anno decisivo. Non mi illudo è un momento difficile, se non sono veloce non avrò nessun contratto. Pur essendo al secondo anno è come se ricominciassi da zero. Vorrei fosse solo un problema di aerodinamica ma anche il telaio in carbonio mi sta dando problemi".

Preoccupazioni lecite dunque, e con un 17° ed un 11° piazzamento nelle prime due tappe il guizzo che ha permesso ad un Acosta di trovare già il podio non c'è ancora stato. Di tempo per un riscatto dello spagnolo ce n'è ancora è chiaro, ma la KTM in passato non è sempre stata paziente, come ha dimostrato nel caso di Remy Gardner.

Raul Fernandez e la scommessa di Aprilia

Anche per Raul Fernandez l'inizio di stagione non è stato dei più tranquilli. Dall'abbandono della MotoGP da parte del team RNF di Razali all'arrivo dell'americana Trackhouse, per permettere allo spagnolo di svolgere i test è intervenuta l'intera macchina Aprilia. Massimo Rivola non ha mai nascosto di vedere nel giovane spagnolo uno dei potenziali futuri per la casa di Noale, tanto da assicurargli una RS GP 2024 per metà campionato in attesa del nuovo pacchetto aerodinamico.

Le prime battute della stagione non sono state però incoraggianti, con due cadute in entrambi i Gran Premi, lasciando lo spagnolo con un 14° ed un 10° piazzamento nelle sole sprint. La stagione è però appena agli inizi, e coi passi in avanti fatti da Aprilia sia in termini di trazione che di aerodinamica, come stanno dimostrando i risultati di Aleix e Maverick, non vi è dubbio che con l'arrivo della RS GP24 Raul possa iniziare a ripagare la fiducia riposta in lui.

Joan Mir al timone dell'Honda in alto mare

Quattro anni fa Joan Mir si laureava campione del mondo in sella alla Suzuki, solo due anni dopo si è poi ritrovato esule in una Honda in netta difficoltà. Inutile girarci attorno, la Honda sta passando anni difficili di cui l'abbandono di Marc Marquez non è che l'ultimo pesante tassello. L'otto volte iridato ha così lasciato in eredità il proprio capotecnico Santi Hernandez proprio a Joan Mir, chiamato a traghettare la casa dell'ala dorata attraverso questa fase di transizione in compagnia del nuovo arrivato Luca Marini, sulla cui acutezza tecnica i giapponesi scommettono molto.

Con l'italiano in cassaforte grazie ad un biennale fino al 2025, e con una Honda in piena fase di "ristrutturazione", è quindi giunto il momento per lo spagnolo di stringere bene i guanti e ritrovare la velocità giusta, nei limiti del mezzo è chiaro. Gli inizi, un 13° ed un 12° piazzamento in gara, non sono stati dei più semplici, anche se a  inizio stagione l'umore era alto ed intriso di ottimismo "Sarà l'anno più importante della mia carriera - dichiarava a inizio anno -  sono disposto a tutto per tornare ad essere davanti ed Honda sta facendo lo stesso, in Giappone stanno lavorando tanto", chiosava poi- scherzando se la propria paternità gli avesse fatto perdere dei decimi. Nessuno può concepire l'importanza del riscatto meglio di chi ha già toccato con mano la vetta più alta.
 

Articoli che potrebbero interessarti