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MotoGP, Cecchinello: "spero che Liberty Media attiri sponsor extrasettore"

INTERVISTA - "Oggi l'unica Casa ad averli è Ducati, è un peccato perché lo spettacolo c'è. LCR rinnoverà presto con Honda che dopo la fusione 4 e 2 ruote sta lavorando molto. Zarco non mi ha sorpreso, è veloce e ha esperienza"

MotoGP: Cecchinello:

Lucio Cecchinello non sta mai fermo e sfrutta anche i tempi morti, come un viaggio in auto, per un’intervista. “Come sto? Bene, la salute c’è e la passione anche” saluta così. È nel motomondiale da più di 30 anni, prima come pilota e ora con il suo team, LCR, si sta rimboccando le mani per risalire la china dei risultati insieme alla Honda. L’ennesima sfida che è sicuro di vincere.

Lucio, come vedi in questo momento la Honda?
Sono molto contento del fatto che ci sia stato un ulteriore impulso per organizzarsi al meglio per ritornare competitivi. Già lo scorso anno si erano visti i primi segnali e negli ultimi mesi c’è stato un considerevole aumento delle risorse umane con l’inserimento di ingegneri giovani e dal progetto Formula 1, in particolare nella parti aerodinamica e motoristica. HRC ha subito una profonda trasformazione unendo i dipartimenti 2 e 4 ruote tre anni fa, questo processo di fusione ha permesso un travaso più rapido di persone. Inoltre, immagino, ci sia stata anche una riformulazione dei budget”.

In concreto, dal tuo punto di vista, cosa è cambiato?
Per esempio, se prima arrivava solo un pezzo evoluzione che provava il team ufficiale, adesso ne arriva 4 e sono a disposizione di tutti i piloti nello stesso momento. Di fatto, HRC ha adottato la stessa politica di Ducati con Pramac e KTM con Tech3. Le case costruttrici hanno capito che più condivisione di date e informazioni c’è e più si accelera lo sviluppo con meno rischi di prendere degli abbagli”.

A Portimao abbiamo visto un’Honda fanalino di cosa, tu hai avvertito comunque dei segnali incoraggianti?
È il cronometro a giudicare la qualità del lavoro. Se devo guardare a quello, posso dire che la RC213V 2024 è stata nettamente più veloce a Valencia, a Sepang e in Qatar, mentre siamo rimasti un po’ sorpresi di non esserlo stati altrettanto a Portimao, abbiamo fatto un passo indietro. È vero che siamo stati più veloci, ma lo è altrettanto che anche gli altri sono migliorati: dobbiamo rincorrere, accelerare ulteriormente lo sviluppo per riuscire a colmare il gap. Le concessioni ci consentiranno di lavorare durante la stagione e ci auguriamo ci permetteranno di guadagnare qualcosa”.

"Honda deve lavorare ancora su aerodinamica e telaio"

Quali sono i punti di forza e quelli deboli della nuova Honda?
La moto è decisamente migliorata: abbiamo un motore più potente e più stabilità in frenata. È diminuita anche la quantità e la facilità delle cadute dei piloti Honda, mi sembra di potere dire che hanno più il controllo dell’anteriore, non si trovano più in terra senza saperlo. Sono tutti segnali positivi e Zarco ha apprezzato molto la rapidità di inserimento in curva. Non siamo però ancora competitivi sotto il punto di vista dell’aerodinamica e dobbiamo ancora lavorare sul telaio perché nei curvoni veloci abbiamo ancora un gap da coprire rispetto alla concorrenza”.

Zarco ha stupito per il suo adattamento alla Honda, è stato spesso il migliore. Anche tu sei rimasto sorpreso?
Mi ha fatto sicuramente piacere, ma sapevamo di avere preso un pilota di esperienza che aveva guidato diverse moto - dalla Yamaha, alla KTM, alla Ducati - e che era stato veloce con tutte. Non eravamo spaventati per il suo adattamento, anche perché aveva già guidato con noi la Honda nel 2018 e ci ricordavamo che appena salito aveva fatto dei tempi per stare nei primi 6 o 7. Johann ha fatto una scelta che può essere discutibile, perché ha lasciato una moto vincente per una che deve crescere, ma l’ha fatta perché aveva già guidato una Honda e perché gli abbiamo proposto un programma biennale. Mi ha più volte detto che aveva avuto sensazioni positive guidando la Honda e questo gli ha permesso di affrontare la sfida con più motivazione, o meno dubbi”.

"Con Honda mi trovo bene, presto discuteremo il rinnovo del contratto"

LCR è in scadenza di contratto con Honda: state già discutendo il rinnovo o ti stai guardando in giro? KTM ti aveva contattato lo scorso anno.
In tutta onestà, mi trovo bene dove sono. Non abbiamo ancora formalizzato il rinnovo, non ne abbiamo ancora parlato, ma la mia intenzione è di discuterlo nelle prossime settimane, prima dell’estate. Preferivo partisse il campionato per permettere loro di concentrarsi sulla nuova stagione e poi parlare. Lavoriamo con Honda dal 2006 e, senza criticare nessuno, siamo l’unico team a non avere mai interrotto la collaborazione con HRC, mentre altri otto lo hanno fatto. Noi siamo gli unici ad avere tenuto duro in questi anni, non vuol dire che sia sempre stato semplice, però abbiamo sempre trovato un compromesso ragionevole per continuare insieme”.

In questi quasi 20 anni hai visto Honda cambiare molto?
Come ho detto prima, il cambiamento si è avvertito con la fusione fra 2 e 4 ruote. Come accade in tutte le grandi aziende, soprattutto in quelle giapponesi, hanno i loro tempi. Stiamo parlando di un’azienda mastodontica e di una cultura diversa dalla nostra. Stiamo iniziando a vederi i primi frutti, so che sono passati più di due anni, ma in Honda prima di fare qualcosa la studia bene. Anche in Formula 1 ci hanno messo qualche anno a mettere a punto il loro motore, ma adesso è imbattibile.

"Cosa chiedo a Liberty Media? La capacità di attirare sponsor extra settore"

Hai citato la F1, come hai reagito all’acquisizione di Dorna da parte di Liberty Media?
Ho iniziato a correre nel motomondiale nel 1993, la Dorna era entrate nel 1992, in tutti questi anni ho potuto vedere e toccare con mano il grande lavoro di riorganizzazione e di evoluzione del campionato che hanno fatto. Dagli anni ’90 a oggi è cambiato tutto e sotto tutti gli aspetti. A volte è facile criticare, accade ovunque, ma per quello che mi riguarda Dorna ha fatto un grandissimo lavoro. Per riuscirci si era associata a dei fondi di investimento, quindi a dei partner non operativi, avevano lasciato tutta la gestione in mano agli attuali manager. Ora vedo Liberty Media come un investitore potenzialmente più pro-attivo e credo che sulla parte strategica della comunicazione, non su quella sportiva, potrà dare una spinta al campionato”.

In che modo?
Noi siamo estremamente forte nel Sud-Est asiatico, ma siamo carenti nel continente americano, soprattutto nel Nord America. Penso che Liberty Media possa dare un grande valore aggiunto al prodotto MotoGP a livello globale”.

Lo vedi come un cambiamento con delle potenzialità?
Assolutamente, come un ulteriore passo in avanti che possiamo fare per rendere il nostro prodotto sempre più appetibile. Nell’ultimo periodo, Dorna ha fatto sforzi importanti per cercare di offrire sempre più contenuti ai nostri fan e più spettacolo nel corso del weekend, Liberty Media darà un ulteriore aiuto”.

Da proprietario di un team indipendente, di cosa avresti bisogno?
Non dobbiamo nasconderci che la MotoGP, in questo momento, è sostenuta perlopiù da aziende di carburanti, oli lubrificanti ed energy drink, solo Ducati riesce ad avere sponsor extra settore. Alla MotoGP manca l’appeal per essere considerata uno veicolo interessante per altre aziende oltre quelle che ho citato. A livello commerciale, vediamo che facciamo fatica a essere considerati dalle grandi multinazionali che sono nei settori dell’informatica, delle telecomunicazioni, dell’abbigliamento, del benessere. Mi auguro che Liberty Media possa costituire quella piattaforma che potrà garantire visibilità ai possibili investitori extra settore”.

Come ci si può riuscire?
Lavorando tutti insieme per mantenere il nostro prodotto estremamente affascinante dal punto sportivo come è ora, perché possiamo dire tutto ma non che la MotoGP sia noiosa. Dà grandi emozioni, intrattenimento, ha un potenziale molto alto e Liberty Media ha fatto sicuramente le proprie considerazioni prima di fare un investimento così grande. L’unica cosa di cui bisogna fare attenzione è di considerare che il pubblico della MotoGP è diverso da quello della Formula 1. Bisogna sperare che non attuino politiche per i cui i biglietti e i diritti televisivi raggiungano costi che poi facciano perdere audience invece di guadagnarlo. Abbiamo un target diverso, più giovane, con una diversa disponibilità economica”.

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