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MotoGP, Acosta: "Devo essere contento, cose così non capitano tutti i giorni"

Pedro 3° nelle libere in Qatar: "nessuno sa cosa aspettarsi, basta un decimo per essere fuori. Negli scorsi anni KTM mi ha insegnato ad ammorbidirmi e io non pensavo ad altro che non fosse migliorare"

MotoGP: Acosta:

Acosta parla come guida: è diretto, schietto, senza fronzoli e tremendamente efficace. Non ha filtri e va dritto al ponto, senza mai montarsi troppo la testa. Come dopo la sua prima giornata in un Gran Premio di MotoGP: 3° tempo, sia sull’asciutto che sul bagnato.

Sono super contento, devo esserlo perché sono migliorato rispetto ai test in dei punti in cui perdevo molto per delle sciocchezze e sul bagnato ho fatto un grande passo in avanti - ha analizzato la giornata - Sotto la pioggia l’anno scorso faticavo, adesso va meglio, questa è una moto più potente della Moto2, molto diversa, anche a Sepang in quelle condizioni mi ero trovato bene, anche se ero caduto quasi subito”.

Come è migliorato? “Nei test non uscivo facilmente dalle ultime curve, ma soprattutto ho migliorato le sensazioni. È anche vero che qui ho avuto delle parti che aveva provato il team ufficiale - io le avevo usate in Malesia - e la moto è più stabile, gira un po’ meglio” la sua risposta.

Poi pensa a domani, alle prime qualifiche che lo attendono. Consapevole che il difficile deve ancora arrivare.

Ho fatto un buon inverno, siamo stati bravi, ma nemmeno i piloti ufficiali possono dire se possono aspettarsi di stare davanti - ha avvertito - Quando a fine giornata i primi 16 sono in mezzo secondo, cosa puoi aspettari? Basta un decimo di secondo per essere fuori. Penso dobbiamo essere felici, vivere giorno per giorno, perché cose come queste non accadono tutti i giorni”.

Per farle accadere, però bisogna impegnarsi e Pedro lo sta facendo da tanto tempo, non da quest’inverno.

Penso sia dovuto al fatto di come mi hanno insegnato a guidare negli ultimi anni. Prendevo le informazioni che mi servivano, le portavo a casa e mi allenavo - ha spiegato - Non mi importava se ero più lento, non mi importava se venivo battuto, non mi importava nulla. Volevo solo essere migliore. Credo che sia stato un po' quello che KTM ha cercato di fare, ammorbidire un po' tutto, perché forse ero arrivato a essere un po' troppo aggressivo, ero bravo in alcuni fasi dell'anno, ma non in altri. Ricordo il primo anno, quando vincevo cinque gare e a Silverstone ero 15°, o qualcosa del genere. Su circuiti che richiedono una guida fluida, come Assen, Silverstone, Sepang, abbiamo smussato un po' il problema. Inoltre, la prima cosa che mi è stata detta quando sono arrivato in MotoGP è stata che più lentamente avrei fatto le cose, meglio sarebbe stato. A poco a poco lo sto capendo, in modo che mi venga più naturale, perché non è facile cambiare le cose da un giorno all'altro”.

Domani, pensa, avrà un piccolo aiuto che arriverà dall’orario delle FP3.

Per me sarà meglio avere le prove al mattino, perché non ho la stessa esperienza degli altri nelle gare notturne e in Moto2 e Moto3, quando calava il sole era sempre un po' più difficile per me - ha raccontato - Questo mi aiuterà un po', ma non sarà sufficiente. Vedremo nelle prove di domani, perché sappiamo tutti come si comportano i piloti della MotoGP: montano una gomma morbida e fanno il record della pista".

Non si può, infine, chiedergli del salvataggio. Abilità o fortuna? Ad Acosta non piacciono le risposte scontate.

Penso che il merito sia di KTM. Sono in sella a una KTM da quando avevo 13 anni, ne sto per compiere 20, quindi sono 7. In fin dei conti il DNA della moto è quello, non è cambiato. Sanno come fare moto vincenti. Credo di dovermi ancora abituare a molte cose perché cambiare squadra non è facile, ma un po' alla volta si va avanti” ha concluso.

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