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SBK, Uomini, soldi, idee e aggressività: la rivoluzione BMW di Gonschor

Parla il nuovo direttore tecnico: “BMW ha messo in campo tutto il suo reparto auto e moto per la Superbike come mai prima d’ora. Abbiamo valutato ogni singolo componente e l’elettronica non è il problema come molti pensano. A Toprak non vogliamo dare una BMW che sia la copia della Yamaha, ma una moto senza i punti deboli di prima. Dall’Igna? Mi piacciono le sue idee”

SBK: Uomini, soldi, idee e aggressività: la rivoluzione BMW di Gonschor

La rivoluzione BMW in Superbike è partita da Chris Gonschor. Lo scorso luglio la Casa tedesca ha infatti affidato all’ingegnere l’incarico di direttore tecnico, dovendo quindi tracciare la nuova strada da seguire. La mente del progetto è lui, in pista toccherà invece a Toprak portare al successo la M 1000 RR.

In quest’ultimo anno non sono mancati gli investimenti da parte della Casa, considerando soprattutto la nascita di un test team formato MotoGP.

Alla vigilia della tappa di Phillip Island abbiamo realizzato una lunga intervista con Gonschor, che torna nel Mondiale Superbike dopo l’esperienza condivisa ai tempi con Marco Melandi.   

“I test invernali ci hanno dato importanti riscontri – ha esordito – abbiamo fatto uno sforzo notevole assieme ai nostri piloti e grazie al contributo di tutto il test team. Possiamo disporre di ben otto moto su cui focalizzarci per raccogliere dati e fare tutte le comparative del caso. A tal proposito penso che abbiamo una direzione tecnica ben definita da seguire”.

Che tipo di lavoro avete svolto?
“Abbiamo adottato un approccio aggressivo, perché serviva un accelerazione al nostro progetto e penso si sia visto. Per il progetto Superbike abbiamo messo in campo tutto il nostro reparto moto e quello auto, coinvolgendo migliaia di persone nel confronto continuo di dati. Ci siamo focalizzati su ogni singolo componente, rivedendo la moto in ogni suo dettaglio. Abbiamo lavorato sul telaio, poi l’elettronica, in seguito l’aerodinamica e il motore”.

Qual è il più grande step che avete compiuto?
“Non c’è un solo step e penso sia difficile rispondere a questa domanda. Lo scorso anno la moto soffriva molto in uscita dalle curve e col grip, ma adesso siamo riusciti ad ovviare ai problemi. La strada è lunga, ma sappiamo su cosa e dove intervenire”. 

Molti sostengono che il problema BMW sia legato all’elettronica Bosch.
“Noi siamo molto contenti della nostra soluzione. Il mio giudizio è che non possiamo comparare più di tanto, perché è difficile confrontare con le altre case. L’elettronica è un po’ come un puzzle, ma alla fine quando lo completi è un qualcosa di fantastico da vedere. Ad oggi la nostra moto è competitiva, ma l’elettronica è sempre la stessa. Mi dispiace quando si pensa sia quello il problema, invece non lo è”.

Parliamo di Toprak: quanto vi sta aiutando in questo sviluppo?
“Noi abbiamo quattro piloti e ognuno sta collaborando al meglio per dare il proprio punto di vista. Lui è un grande staccatore e ci sta aiutando per essere performanti in quell’area. Il nostro obiettivo è rendere felice Toprak sulla BMW. Non vogliamo dare a lui una BMW che sia la copia della Yamaha, ma una moto che lo renda performante senza i punti deboli di prima”.

Quanto è distante la vittoria?
“Non lo so. Penso però che abbiamo tutti gli ingredienti che servano per vincere, ma ci serve pazienza e il tempo per mettere tutto assieme. Nel nostro gruppo di lavoro abbiamo piloti che parlano una lingua nativa diversa l’uno dall’altro e questo è un aspetto da considerare. Non so quando vinceremo, ma come detto abbiamo tutti gli ingredienti che servono”.

La Panigale è il riferimento della categoria. Qualcuno la considera una MotoGP stradale. È quella la direzione che vuole seguire BMW.
“La direzione è definita da quelli che sono i regolamenti. Noi abbiamo una nostra filosofia ed è entro gli standard prevista dal regolamento che ci muoviamo per avere una moto forte e competitiva, consentendo di soddisfare tutti i nostri clienti.

Gigi Dall’Igna ha rivoluzionato con le sue idee il mondo Ducati tra ali e molto altro. Cosa ne pensa?
“Io sono uno che apprezza le novità in relazione ovviamente a ciò che il regolamento ci consente di utilizzare. Penso che l’obiettivo sia quello di crescere ed essere più performanti. Dall’Igna? Sono certamente a favore dell’innovazione e della crescita, infatti apprezzo questo tipo mentalità dedita alla sperimentazione continua. Alla fine  fermarsi significa rallentare e non andare avanti”.   

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