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MotoGP, Marc Marquez: “Se l’obiettivo fosse cercare di vincere sarei frustrato”

“Sto cercando di imparare da un paio di piloti Ducati e mi sento sempre meglio in sella, ma il mio obiettivo non è avvicinarmi a loro. Bisogna cambiare il regolamento per ridurre l’aerodinamica. Quando saranno più lente migliorerà anche lo spettacolo”  

MotoGP: Marc Marquez: “Se l’obiettivo fosse cercare di vincere sarei frustrato”

Si è chiusa con un 16° posto, a oltre nove decimi dal riferimento di Francesco Bagnaia, la prima giornata di test in Qatar di Marc Marquez. Un risultato deludente a prima vista, ma non per l’alfiere del team Gresini, che ha continuato a migliorare il suo feeling con la Ducati Desmosedici GP23 nei 58 giri completati sul tracciato di Lusail.

Rispetto a Sepang, qui mi sono sentito più libero in sella sin dall’inizio. Avevo più fiducia e sono riuscito a giocare di più con il corpo e questo è stato già un miglioramento. È pur vero che avendo guidato un solo tipo di moto per tanti anni quando arrivo su un circuito il mio istinto è quello, ma ho bisogno di cambiarlo un passo alla volta ed è proprio per questo che oggi ho lavorato su me stesso per tutta la giornata” ha osservato Marc, parlando del lavoro svolto in questo lunedì di test: “Abbiamo cominciato a lavorare sul set-up soltanto nell’ultima parte della sessione, ma prima mi sono concentrato sulla mia performance e sul mio stile di guida e ho cominciato a sentirmi sempre meglio. Vedremo se domani riuscirò a fare un altro passo avanti”.

Come ha più volte ribadito nel corso dell’inverno, l’otto volte iridato è consapevole di quelle che sono le attese nei suoi confronti in questo 2024, ma non ha intenzione di mettersi alcuna fretta.

“Capisco le aspettative dei tifosi, so che credono in me, ma la realtà è che arrivo da quattro anni difficili e devo ritrovare fiducia. Ho affrontato il precampionato con calma, cercando di capire la moto, perché queste sono cose che richiedono tempo - ha ribadito il pilota spagnolo - Come ho già detto, sono umano, gli anni passano e stanno arrivando dei piloti giovani e veloci. È naturale. Ogni atleta ha il suo momento e bisogna capire gradualmente come adattarsi alla situazione, ma sarà certamente una stagione difficile. Sto cercando di imparare da due o tre piloti Ducati che guidano molto bene la moto. Ci vuole del tempo, sarà complicato, e vedremo se un passo alla volta riuscirò ad avvicinarmi a loro, ma non è questo il mio obiettivo. Se l’obiettivo fosse cercare di vincere sarebbe una grande frustrazione”. 

Le cose cambiano, così come lo sviluppo delle MotoGP, che nel corso degli ultimi anni sono diventate dei mezzi sempre più veloci, tecnologici e sofisticati per via dell’aerodinamica. Una tendenza che il trentenne spera venga invertita il più presto possibile limitando l’uso delle appendici aerodinamiche, per rallentare le moto e rendere più combattuto il campionato.

“Secondo me, la prima cosa da fare per il futuro della MotoGP è ridurre l’aerodinamica. Questo rallenterebbe le moto, anche perché adesso usiamo un sacco di coppia, non abbiamo impennate, freniamo tardissimo e non possiamo far altro che mantenere la traiettoria perché non possiamo lottare contro la moto e ciò rende più difficile superare - ha affermato Marquez - Questo è il primo aspetto su cui lavorare e poi se le moto saranno più lente lo spettacolo migliorerà, anche perché gli spettatori che guardano le gare in TV neanche capiscono se guidi a 360 o 340 km/h. C’è bisogno di lavorare sul regolamento perché l’aerodinamica è sempre di più e abbiamo visto anche quest’anno che le moto assomigliano a delle F1: hanno persino le ali posteriori, oltre quelle anteriori, per generare più carico aerodinamico in curva”.

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