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MotoGP, Marquez critica l'aerodinamica: "Troppa, meglio sviluppare telai e motori"

Il campione in forza alla Gresini Racing non risparmia frecciate al nuovo corso della MotoGP. Sul suo pre-stagione 2024, invece, ammette: "Sarà tutto diverso. Dovrò solo lavorare su me stesso". E sul talento emergente Acosta ha le idee chiare: "Lotterà per le prime posizioni"

MotoGP: Marquez critica l'aerodinamica:

E' partito il conto alla rovescia. Da questo martedì Marc Marquez sarà un pilota Ducati a tutti gli effetti. Benché sarà strano vederlo senza i colori Honda che lo hanno caratterizzato dal 2013, dovremo farci l'abitudine. Lui dal canto suo si è presentato davanti alla stampa già presente sul circuito di Sepang bello carico e pronto a dimostrare di avere ancora molto da dare.

"L’inverno è stato positivo, mi sono rilassato. Da un lato è stato breve perché si vorrebbe sempre avere più tempo per prepararsi fisicamente, dall'altro lungo perché manca guidare una MotoGP. Adesso abbiamo ancora un mese prima dell’avvio del campionato, quindi procederemo passo per passo", ha esordito il catalano. Di certo, rispetto a dodici mesi fa moralmente e fisicamente è già tutta un'altra storia. "Sono messo meglio rispetto all’anno scorso Mi sono operato al braccio destro a novembre per la sindrome compartimentale, ma ho recuperato in fretta. Di solito si arriva al primo giorno di prove che ci si sente bene, ma in quello successivo si hanno dolori in tutto il corpo. E' normale".

Tra le novità che lo attendono, anche il tipo di impegno richiesto, non più volto a verificare il funzionamento di componenti nuove. "Sarà una pre-stagione differente, in cui dovrò lavorare su me stesso, cercando di adattarmi alla Ducati e di apprendere osservando Bagnaia e Martin, oltre che imparare a dialogare con i nuovi tecnici. Per il resto sono contento di mettermi alla prova su piste non amiche come Malesia e Qatar".

A differenza delle passate annate quando gli era capitato di allenersi con la CBR 600, l'otto volte iridato ha dovuto guidare la Ducati V4 S come metodo di preparazione primario. "Prima passavo dal motocross alla MotoGP, ma dall'incidente del 2020, non potendo più sforzare il braccio ho dovuto adattarmi ad una stradale. In questo caso Gresini ha organizzato il test di Portimao. E' stato un bene perché mi ha permesso di esercitare il collo per poi soffrire di meno e prepararmi alla velocità, ma non c'entra nulla con le nostre moto", la sua sentenza.

Avendo girato nel contesto dei test SBK, lo spagnolo ha potuto saggiare le loro gomme. "Sono le classiche Michelin che si muovono davanti e dietro hanno aderenza. Sono un po' troppo morbide, mentre la mescola più dura non ammortizza molto, ma è giusto che sia così per quel genere di motociclette", ha analizzato, prima di commentare i tre giorni di shakedown di settimana scorsa con diversi rider della top class protagonisti.  "Ho visto che la nuova aerodinamica ricorda  le F1. Io non apprezzo, ma le regole lo permettono. Bisogna adattarsi. I tempi sono stati veloci, vedremo come andrà".

Qual è dunque la soluzione utile per avere gare più avvincenti per il corridore di Cervera? A quanto pare non quella scelta dai vertici della serie. "Quando si ha tanta aerodinamica si fatica a stare in scia e a superare. Noi avevamo la fortuna di lottare in gruppi grandi, ma così cambia. Personalmente preferirei un maggior sviluppo di telaio, gomme e motore. La gente vuole vedere sorpassi, non velocità altissime ed il pubblico non vede la differenza di chi gira tre o quattro decimi più veloce". 

Tornando invece al Portogallo e al soccorso fatto assieme al fratello Alex a Franco Morbidelli ha raccontato: "Si è rivali in pista, ma si è anche amici. Siamo stati tra i primi ad arrivare. era incosciente, in una posizione in cui non riusciva a respirare. Lo abbiamo messo su un fianco e gli abbiamo aperto la tuta intanto che attendavamo i soccorsi, più lenti quando si tratta di test privati. Chiunque avrebbe fatto come noi".

Per concludere una nota su Pedro Acosta, spaventoso sin dai primi metri sulla KTM della classe regina. "E' rapido e non mi sorprende la sua prestazione. Quando si arriva dalla Moto 2 si ha uno spunto, anche in curva e una dose di incoscienza che permettono di andare molto forte. Con il tempo si perdono queste caratteristiche e se ne guadagnano altre. Detto ciò sono convinto che in molte corse lotterà davanti".

 

 

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