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MotoGP, Acosta: "Normale per me avere pressione, spengo il volume per gestirla"

"Le aspettative sono alte nei miei confronti, ma parlare ora di obiettivi sarebbe una pazzia. Marc Marquez? Sappiamo chi è, se andasse bene non sarebbe una sorpresa"

MotoGP: Acosta:

Dire che le aspettative su Acosta siano alte è quasi un eufemismo. Il pilota spagnolo è da anni dipinto come un predestinato e ora che è arrivato in MotoGP tutti vogliono scoprire se le promesse saranno mantenute. Da parte sua, Pedro sa di avere gli tutti gli occhi puntati addosso e cerca la tranquillità necessaria per fare il suo lavoro, ben cosciente che la MotoGP non fa sconti.  "La pressione dei media su me La pressione dei media su di me c’è sempre stata, l’ho sentita ogni giorno negli scorsi anni ed è diventata qualcosa di normale normale - spiega il pilota di GaGas - Devo concentrarmi su me stesso e divertirmi perché avuto brutti momenti in passato riguardo a questo tema, quindi a volte devo spegnere il volume e pensare a me”.

Cambierai il tuo approccio?
Dal 2021 al 2022 non ero cambiato molto, ma ora sono il Pedro del 2024. Cerco di essere aperto, ma è anche vero che per i media è sempre facile prendere alcune parole e metterle in un altro contesto. Dirò quello che voglio e non parlerò di quello che non voglio.

Parlare degli obiettivi per quest’anno è qualcosa che vuoi fare?
Onestamente non ho nessun obiettivo. Si sono create tante aspettative, ma mi ero prefissato degli obiettivi solo nel 2022 ed era stato un disastro. Non puoi aspettare che parli di certe cose dopo un solo giorno di test, sarebbe da pazzi. Vedremo come andrà in Malesia, poi avrò le idee più chiare. Avrò 8 giorni di test e poi ci sarà la prima gara, anche se facessi un buon risultato in Qatar non saprebbe realistico. Devo capire come lavorare perché la MotoGP è grande cambiamento rispetto alla Moto2 e il team mi aiuterà durante l’anno”.

In questi mesi si è parlato tanto di te e di Marquez, cosa ti aspetti da Marc sulla Ducati?
Tutto il mondo sa chi è Marquez e cosa ha fatto. Se farà bene non sarà un sorpresa e sicuramente starà davanti, l’abbiamo visto anche a Valencia. Non era aggressivo sulla moto, era da anni che non solo si vedeva guidare così, direi che è stato un bell’inizio per lui”.

Qual è il programma per i test invernali?
Non ho un piano, solo quello di passare più tempo possibile in moto. Al momento devo solo fare giri, stare tanto tempo in moto, capire come guidarla, l’elettronica, le gomme, i vari device. In Malesia a volte piove e sarebbe interessante guidare sul bagnato, insomma cercherò di prepararmi al meglio per Qatar. Avere Pedrosa e Pol Espargarò in pista mi aiuterà a migliorare”.

Come ti sei preparato nell’inverno?
È sembrato lungo, ma in verità è stato corto, fra i tanti eventi e l’operazione al femore. Ho lavorato sul mio stile di guida, in quelle aree dove avevo visto nei test di avere margine, più che su fisico. La mia preparazione non è cambiata moltissimo, mi sono allenato molto a casa e al Red Bull APC per aumentare la mia massa muscolare e riuscire gestire meglio potenza. La MotoGP è diventata più stressante di qualche anno fa e devi saperla gestire.  Al momento ho preso 3 chili, ero 60 nei test di Valencia e ora sono 63, ma l’obiettivo è arrivare a 65. È anche vero che sono abbastanza più basso rispetto ad altri piloti”.

In tre anni sei passato dal debutto in Moto3 a quello in MotoGP, sono un’esperienza sufficiente per la classe regina?
“Non so se sarà abbastanza (ride), la mia carriera è ancora corta. In Moto3 solo stato solo un anno e tutto è arrivato velocemente. Ci proverò, in Moto2 le difficoltà della prima stagione mi hanno aiutato a capire come  funziona questo mondo, anche i media. Vedremo come andrà in MotoGP.

Condividi il manager, Albert Valera, con Aleix Espargarò e Jorge Martin, hai chiesto loro dei consigli sulla MotoGP?
Loro abitano ad Andorra e io in Murcia, la nostra relazione si è stratta un po’ solo nell’ultimo anno, prima ero molto piccolo. È complicato andare da un pilota che corre con te e chiedere consigli, ognuno è nella sua situazione e ha i suoi problemi. KTM ha messo persone molto competitive nella mia equipe e mi stanno facendo capire la strada. Se fossi al posto di Aleix e Jorge, io non condividerei la mia esperienza con un altro pilota (ride)”.

Avrai un nuovo capotecnico, Paul Trevathan, come ti trovi con lui?
Non è mai facile cambiare, soprattuto dopo 3 anni con le stesse persone, ma d’altra parte KTM mi ha dato il meglio che potevano. È facile lavorare con Paul, due settimana fa ero in Austria e gliel’ho detto: è olandese, va direttamente al punto e ti dice quando fai bene e quando male. Dalla prima volta che ci siamo incontrati è stato molto aperto nei miei confronti, logicamente con la vecchia squadra ci capivamo con uno sguardo, ora il nostro rapporto è da costruire. Paul mi ha mandato messaggi ogni settimana quest’inverno ed è bello avere un capotecnico così professionale. Avere uno dei miei meccanici, Adrian, Moto2 aiuterà e io cercherò di stringere i rapporti con le nuove persone”.

Presto si dovrà parlare anche di mercato.
“Come dicevo già in Moto2, alla fine fa tutto il mio manger, io preferisco non sapere niente e concentrarmi su me stesso. Già lo intuivo, ma a Valencia ho capito che questo è il mio posto, quindi sarà solo questione di tempo per sapere mio futuro.

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