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MotoGP, Binder spinge per il sindacato: "Dobbiamo essere una voce sola"

Il pilota KTM approva la creazione di un organo che unisca i piloti, ma boccia chi critica le Sprint Race: "Preferisco correre al limite, che di conserva". E sull'ampio numero di appuntamenti in calendario dice: "Le gare sono al top, peggio gli impegni con i media".

MotoGP: Binder spinge per il sindacato:

Brad Binder si è rivelato uno dei piloti più regolari nelle Sprint Race del 2023 lasciando addirittura il segno in due degli appuntamenti previsti, nella fattispecie a Termas de Rio Hondo e Jerez de La Frontera. Forse anche per questo motivo il sudafricano non ha nascosto di amare il format che ha portato i GP a raddoppiare e che nel 2024 vedrà ben 44 partenze al semaforo.

La scorsa stagione ho avuto l’impressione che le gare del sabato fossero più dure da affrontare a livello fisico, perché in quelle della domenica si deve prestare più attenzione al consumo delle gomme e alla gestione in generale. Nelle mini al contrario si attacca sin dal primo giro. E' come fare dieci/dodici tornate in qualifica - ha considerato a SpeedWeek - Personalmente lo preferisco perché amo spingere al limite, piuttosto che conservare gli pneumatici fino alla fine”.

E se molti colleghi sono spaventati dall’impegno massiccio che toccherà loro dal prossimo marzo, il 28enne fa spallucce. “Effettivamente i round sono tanti, ma io ho un atteggiamento diverso dagli altri perché non posso tornare a casa ogni settimana. Sto di base in Europa da gennaio a dicembre, quindi il mio unico interesse è gareggiare, fare bene il mio lavoro e divertirmi”, ha spiegato. 

A suo avviso, dunque, la Dorna non dovrebbe ascoltare coloro che chiedono una riduzione dei weekend con il doppio gran premio. “Può sembrare molto, anche perché si viaggia in continuazione, il corridore fa uno sforzo importante e si prendono molti rischi, ma alla fine è ciò che amo fare”, ha tagliato corto.

Come per molti del mestiere a pesare non sono tanto le trasferte o i duelli in pista, quanto il confronto con i media e le attività di pubbliche relazioni, reputate da sempre e da tutto il paddock come fonte di stress. “L’anno scorso soprattutto – ha riconosciuto – Per questo motivo non sono stato al box quanto avrei voluto, senza contare il programma serrato che prevede le qualifiche al sabato mattina e al pomeriggio la corsa. Molto tempo lo abbiamo trascorso con la stampa”.

Per finire un commento sulla chiacchierata creazione del sindacato dei piloti. Un'ipotesi che il portacolori della KTM approva. “Credo sia una cosa buona per il futuro. E’ positivo che i protagonisti del campionato si riuniscano e discutano assieme sugli eventuali problemi. Ci sono dei temi che ci trovano tutti d’accordo, per cui è sempre bene parlare come una voce unica per apportare cambiamenti".

 

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