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In viaggio con la Triumph Tiger Sport 660: i borghi più belli in Toscana

VIDEO - Da Milano a Roma, passando per la Futa e poi Volterra, San Gimignano e Monteriggioni: un itinerario magnifico e ricco di storia in sella alla Tiger, che si è rivelata una perfetta compagna di avventura

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Un’avventura inizia nell’istante in cui sali in sella ad una moto, devi attraversare la nostra magnifica Italia e non hai deciso nulla sul percorso che vorrai seguire. Quindi quella passata in sella alla Triumph Tiger Sport 660 è stata una vera avventura, perché partito da Milano non avevo idea di quali tappe fare prima di arrivare a Roma e riconsegnare il piccolo gioiello di Hinkley. 

Ma uno sguardo veloce alla cartina mi ha subito suggerito la prima tappa obbligata, ovvero il passo della Futa. Quindi via in autostrada in direzione Bologna per poi affrontare questo piccolo paradiso per motociclisti! La prima presa di contatto con la Tiger mi ha fatto subito capire di essere in sella ad una moto agilissima. Leggera nei cambi di direzione, frizzante quando decidi di far cantare il suo tre cilindri. Ottime premesse che sono state tutte mantenute nella tappa di avvicinamento alla Futa. 

In autostrada la protezione aerodinamica è buona anche per me che supero i 190 cm, e le gambe non sono affatto troppo piegate. La posizione in sella è indovinata, la sera stretta ma comoda. Stabile sul veloce e poi pronta a graffiare sul misto appena si abbandona l’autostrada per lanciarsi sulle curve della Futa, disegnate da madre natura. Una volta imboccata la Futa ti viene subito voglia di spingere, di alzare il ritmo e lei accetta di buon grado. Quella mansueta moto che mi ha condotto in totale relax da Milano alla Futa si rivela una divertentissima arma per affrontare questo misto veloce. Precisa in inserimento, vorrei solo una frenata con più mordente. Il motore poi fa il resto, abbinato ad un cambio quickshifter che funziona alla grande. 

Il display misto fa bene il suo lavoro, non ha magari il look dei TFT di ultimissima generazione, ma ci sono tutte le informazioni che servono e l’accesso alle funzioni è molto semplice ed intuitivo. A volte il troppo non serve e sulla Tiger 660 questa regola trova conferma. Quello che c’è basta e funziona benissimo, non senti mai l’esigenza di avere altro davanti agli occhi. 

Lasciata alle spalle la Futa però tocca decidere la prossima tappa e le ore passano veloci quando sei in sella e ti diverti come un bambino. Punto la Toscana ed in particolare Volterra, perché so che la strada che ti porta lì è molto divertente e ben tenuta e so anche che tra quelle mura c’è un’atmosfera da vivere. Quindi via verso Volterra, sperando di arrivare in tempo per godermi un tramonto su questo borgo di origini etrusche conservato perfettamente. Non devo alzare il ritmo, ho tempo di godermi il percorso e trovo conferma di quanto siano belle le strade toscane che ti conducono qui, ai piedi di Volterra. 

Le luci del tramonto colpiscono le mura antiche in piazza c’è un belvedere aperto sulla valle circostante. L’atmosfera è tranquilla, ci sono tanti turisti curiosi che girano per la città, ma non c’è rumore e puoi passeggiare passando da uno scorcio meraviglioso all’alto. Ma tanti chilometri in sella possono farti venire un certo languirono, quindi meglio trovare un posto in cui cenare. Dopo aver archiviata la cena con un meritato bicchiere di vino e trovata una camera per riposare, penso alla mattinata che mi attende e so già dove puntare il muso della Tiger. 

San Gimignano è la mia terza tappa, un luogo in cui la storia si è fermata. Arrivarci ti permette di passare la statale che è magnifica e il sound del tre cilindri di Hinkley rappresenta la colonna sonora perfetta per iniziare la giornata in sella. Quando arrivi ai piedi di San Gimignano ti senti letteralmente proiettato in un’altra epoca. La giornata è caldissima, ma tra le stradine della città c’è un piacevolissimo vento che ti ritempra letteralmente. Artigiani con tanta passione sfoggiano le proprie capacità nei tanti negozi caratteristici che ci sono in città, ma quando arrivi nella Piazza non puoi che restare catturato dalle torri che si alzano altissime, a voler sfiorare il cielo. Anche qui (per fortuna) tanti turisti si stanno godendo questo luogo come sto facendo io. E’ un coro di ‘ooooh’ ad ogni angolo, perché la bellezza di questo posto può essere descritta solo così. Ringrazio di aver scelto proprio questa come tappa della mia avventura e dopo un caffè decido di proseguire puntando verso un’altra perla non distante. 

Monteriggioni è la prescelta! Ci sono stato altre due volte nella mia vita, ma ogni volta che ti trovi all’esterno di queste mura ti domandi davvero da dove escano fuori. Anche qui ti senti proiettato in un’altra epoca, entro attraverso la porta principale della città e ti si apre una piazza ampia con le mura di cinta che la circondano, quasi a proteggerla dal mondo circostante che a volte va troppo veloce. Il camminamento sulle mura è una esperienza da fare e qui ad agosto ricorre la rievocazione medievale che è un evento a cui assolutamente bisogna partecipare una volta nella vita. 

Da buon appassionato di videogiochi, non posso che pensare al mitico Ezio Auditore, il personaggio che interpreti in Assassin’s Creed 2 e che proprio a Monteriggioni ha la sua ‘base operativa’. C’è da dire che i ragazzi di Ubisoft hanno fatto un bel lavoro, alcuni angolo sono davvero molto simili al gioco e soprattutto la parte esterna del borgo è in pratica una copia conforme della realtà. Il pacchetto al centro di Monteriggioni è piccolo, ma molto ben tenuto. Ti viene semplicemente voglia di sederti su una panchina e restare lì ad osservare le mura che ti circondano, pensando a quanto siamo maledettamente fortunati in Italia ad avere posti del genere da vivere. 

Ma come ogni bella avventura, la mia (in questo caso più breve di quanto potessi desiderare) deve volgere al termine perché devo riportare la fida Tiger 660 a Roma e riconsegnarla ai ragazzi di Triumph. L’idea era di salire in sella e farci tanti chilometri negli scenari per cui questa moto è nata. Quindi direi che questa due giorni in moto ha rispecchiato esattamente questa idea. Mi sono potuto godere una moto che si è rivelata una insospettabile tourer, caratterizzata da un motore che si è rivelato vivace e pronto a farti divertire. La ciclistica è sana, magari c’è giusto qualche vibrazione di troppo quando decidi di spremere il motore ad alti regimi, ma è un fastidio assolutamente tollerabile. 

Quasi 1000 km in sella in due giorni mi avrebbero potuto stancare su una moto poco incline a queste percorrenze, ma la Tiger 660 non ha martoriato con una sella scomoda o una posizione di guida sacrificata. Tutt’altro! La formula è davvero indovinata e mi è piaciuto moltissimo percorrere tanti chilometri avendo solo voglia di farne altri in sella a questa inglese dal gusto premium. Adesso tocca trovare un'altra idea!

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