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MotoGP, Marini per la sicurezza: "Serve un pulsante per la bandiera rossa"

In Australia si è tornati a parlare di sicurezza, dopo l'incidente di Navarro e Corsi ed altri episodi discutibili: “Abbiamo chiesto in Safety Commission questa possibilità in caso ci sia pericolo in pista"

MotoGP: Marini per la sicurezza:

Dopo l’Australia si torna con forza a parlare del tema della sicurezza. Aspre sono le critiche piovute sulla Direzione Gara per non aver esposto la bandiera rossa in Moto2, dopo l’incidente tra Simone Corsi e Jorge Navarro. Dopo essere stato investito da un incolpevole Corsi in Curva 5, il pilota spagnolo è infatti rimasto a terra dolorante per ben due giri, mentre le moto degli avversari continuavano a sfilare indisturbate a pochi metri da lui. Una situazione che poteva avere un esito drammatico, così come nel caso del brivido vissuto da Aleix Espargaro nelle FP1 di Phillip Island, in cui ha sfiorato per un pelo un impavido wallaby intento ad attraversare la pista. Scene a cui non si vorrebbe assistere ma che possono succedere, come certifica proprio l’Australia, dove anche le anatre hanno deciso di farsi un giro in pista, durante le sessioni della Moto2.

Difficile non accorgersi della situazione di rischio davanti a fatti così eclatanti, meno quando il pericolo per i piloti è rappresentato da circostanze come lo sporco in pista o il forte vento. Proprio per questo, a Phillip Island si è parlato della necessità di fornire ai piloti la possibilità di segnalare alla Direzione Gara l'esigenza di sospendere l’azione in pista.

Marini: “Abbiamo chiesto un pulsante da premere per segnalare situazioni di pericolo”

Come riporta il sito ufficiale della MotoGP, è stato Luca Marini a raccontarlo, commentando la bandiera rossa esposta nelle FP1 della classe di mezzo, per via di quattro cadute causate dal vento, a pochi minuti dall’inizio della sessione.

“Frenando in Curva 1 con un vento del genere finisci fuori pista. E dopo una caduta, viene esposta la bandiera rossa. È difficile. Ed è complicato anche prendere una decisione, perché loro (i commissari ndr.) non sono in pista e non riescono a percepire il vento” ha spiegato il pilota del team Mooney VR46. Per questo chiediamo, anche in Safety Commission, di avere un pulsante da premere - ha continuato Marini -. Se l’80% della griglia lo premesse, anche in gara per esempio, si potrebbe avere una bandiera rossa. Servirebbe giusto per inviare più informazioni, perché se guardi la gara dalla TV non vedi nulla”. 

Senza altre possibilità di comunicare con l’esterno, per segnalare la necessità di interrompere l’azione, i piloti hanno sempre alzato il braccio. Ma si tratta di una pratica che ha ancora senso? “Penso che ora la tecnologia sia migliorata - ha chiosato Luca -. Quando alzi la mano, di solito sono solo i primi 3 o 4 a farlo, e potrebbe essere che vogliano cercare di trarne un vantaggio”.

“Ma quando è l’80% di piloti, anche l’ultimo e il 16°, a premere un pulsante e inviare il segnale che c’è un pericolo, diventa come una votazione - ha continuato -. Come in F1. Lì possono parlare, ma è più complicato. Premere un pulsante, invece, è qualcosa che potremmo fare facilmente, perché abbiamo sempre qualche bottone da premere mentre corriamo e uno in più non sarebbe un problema”.

Siamo aperti anche ad altre soluzioni, ma questa era la più semplice”, ha concluso Marini.

Ora non resta che attendere e vedere se il pulsante richiesto dai piloti sarà il primo passo per aumentare ancora la sicurezza in pista, un tema sempre attuale in un motomondiale che ha fatto passi da gigante da questo punto di vista ma deve farne ancora altri. 

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