Tu sei qui

Museo Morbidelli all'asta. Il pezzo forte una Ducati da 660 mila euro

Dal 14 al 16 Agosto si terrà, a Bicester (UK), 'The Summer Sale' della casa d'aste britannica Bonhams in cui saranno battuti i tesori a due ruote dell'industriale pesarese.

Moto - News: Museo Morbidelli all'asta. Il pezzo forte una Ducati da 660 mila euro

GIANCARLO MORBIDELLI, L’INDUSTRIALE PESARESE CHE COSTRUIVA MOTO DA CORSA PER DILETTO

Mancano pochi giorni per la vendita all’asta di 324 moto del Museo di Giancarlo Morbidelli, l’ex industriale pesarese di macchine per la lavorazione del legno, scomparso il 10 febbraio scorso a 86 anni. Per divertimento costruiva moto da corsa che hanno vinto nella seconda metà degli anni  ’70 quattro titoli mondiali piloti, tre marche e 34 Gran Premi, tra cui tre ad opera di Graziano Rossi il padre di Valentino. Cessata l’attività della sua industria di macchinari ha allestito un bellissimo museo nei locali che ospitavano la sua industria.

I GIOIELLI PIU' PREZIOSI E RELATIVI PREZZI DI BASE D’ASTA DEL LOTTO 654

Gianni Morbidelli, primogenito di Giancarlo ed ex pilota di Formula 1, ha affidato la vendita alla casa d’aste britannica Bonhams, quando il padre era in fin di vitaIl figlio ha tenuto soltanto quasi tutte le moto da corsa costruite dal padre, mentre ha svuotato il Museo che Giancarlo aveva allestito in quarant’anni, raccogliendo moto acquistate in tutto il mondo. Il fatto ha fatto gridare allo scempio tutti gli appassionati e collezionisti italiani e non solo. Di seguito i pezzi più preziosi che andranno all’incanto a Bicester in Inghilterra dal 14 al 16 agosto.

Ducati 125, esemplare unico al mondo, del 1964, una moto che non ha mai corso, quotata da 440.000 a 660.000 €;

  • Morbidelli  250 con telaio Bimota con cui nel 1976 in una gara di campionato italiano gareggiò  a Misano anche Giacomo Agostini, giungendo secondo alle spalle di Franco Uncini, quotata 66.000€ - 110.000€;       
  •  
  • Benelli 250 ex Tarquinio Provini, del 1964, quotata 89.000€ - 130.000 €
  •  
  • Benelli 250 1950 ex Dario Ambrosini campione del mondo nel 1950 e vincitrice di 3 Gran Premi tra cui il Tourist Trophy, quotata 130.000€ - 200.000 €;
  •  
  • - Morbidelli 125 del 13 volte iridato Angel Nieto, quotata 89.000€ - 130.000€ 
  •  
  • - MV Agusta 125 Bialbero, del 1952, quotata 33.000€ - 44.000€.

 

 

 

I COMMENTI DEGLI ADDETTI AI LAVORI

A causa della pandemia, Bonhams aveva già ridotto la partecipazione all’evento a 40 persone e ora le ha ulteriormente limitate a una quindicina. Tra questi pochi “eletti” che presenzieranno a quella che può essere definita un’asta storica ci sarà anche il trevigiano Alessandro Altiniernoto commerciante di moto d’epoca italiano ed europeo. Che dice: “Sarà un’asta memorabile sia per la quantità che per la qualità e il gran pregio di alcuni dei lotti, anche se messi in vendita a prezzi stratosferici. Le mie previsioni? Per prevedere l’esito dovrei essere il mago Otelma: potrebbe essere un successone come un megaflop. Oltre ai pezzi importanti ci sono centinaia di moto stradali anni ’50 e ’60 in vendita a prezzi da mercatino. Potrebbero essere appetibili in quanto pezzi ex Museo Morbidelli, come pure ignorate poiché quella categoria di moto sul mercato collezionistico è letteralmente precipitata come interesse e valore. Vedremo. Anch’io sono molto curioso di vedere cosa accadrà, quante di queste moto verranno vendute e a che prezzo e quante ne rimarranno invendute”.

Resta l’amarezza nel sapere che questo patrimonio motoristico italiano andrà comunque frammentato e disperso. La parola all’avvocato Giovanni Copioli, presidente della Federazione Motociclistica Italiana. “Un grande dispiacere - esordisce Copioli - vedere disperdere un tesoro motociclistico così importante. Purtroppo noi come Federazione non abbiamo le risorse economiche per intervenire, oltretutto sarebbe  un problema disporre degli spazi necessari per poterle conservare dignitosamente e poter esporle per farle ammirare agli appassionati. Sarebbe bellissimo poterle acquistare, ma è un’operazione economicamente troppo impegnativa, direi proibitiva, che proprio non possiamo permetterci. Per noi è un sogno irrealizzabile perché è un investimento che richiede milioni di euro che noi non abbiamo. Purtroppo è così”.  

“Un immenso dolore – aggiunge Salvatore Pascucci, coordinatore del Registro Storico della Federmoto – quello di Morbidelli è, anzi purtroppo ormai era, il più importante museo motociclistico italiano e tra i più importanti in Europa. Quando ho appreso la notizia mi è venuta una fitta al cuore. Ero a conoscenza che a Gianni Morbidelli le moto non interessavano affatto, ma mai avrei pensato arrivasse a smantellare quello che ha realizzato quel genio del padre in tanti anni di lavoro e di passione”.

IL PEZZO FORTE DELLA COLLEZIONE: LA DUCATI 125 QUATTRO CILINDRI RACCONTANTA ATTRAVERSO LE SOLUZIONI TECNICHE E LA SUA STORIA CONTROVERSA

Unica, è uno degli aggettivi che meglio descrivono questa motocicletta. Un esempio su tutti è l’iter del suo sviluppo, che essendosi protratto troppo a lungo, l’ha resa obsoleta ancor prima di essere completata e che quindi nonostante la validità del progetto l’ha resa di fatto inutilizzabile nelle competizioni. Ripercorriamo la storia tumultuosa di questa piccola Ducati  da Gran Premio per cercare di capire l’importante valore della base d’asta che ricordiamo essere compresa tra €440.000 – €660.000.

Nel 1954 il neodirettore di Ducati, Giuseppe Montano, contattò l’emergente ingegnere Fabio Taglioni – con trascorsi alla Ceccato e alla Mondial – per ideare un progetto vincente dentro e fuori le competizioni. Il giovane progettista, la cui formazione motoristica si ispira sia alle moto inglesi che all’ italiana Moto Guzzi, dopo aver lavorato per sei mesi senza compenso, sforna la sua prima Ducati: la Gran Sport 100 detta ‘Marianna’. Il debutto nelle competizioni, nel 1955, è folgorante. La ‘Marianna’ fece da capostipite ad una serie di progetti ed evoluzioni che portarono alla nascita delle 125 da Gran Premio con distribuzione prima bialbero e poi tri-albero ‘Desmo’ che rappresenta la prima Rossa di Borgo Panigale con distribuzione desmodromica dell’azionamento valvole. Nel 1958 la Ducati fece debuttare a Monza, ultima tappa del campionato del mondo, la 125 bicilindrica che si dimostrerà vincente ma non abbastanza da scalfire il dominio del marchio MV.  Agli inizi degli anni ’60 i marchi giapponesi introdussero le loro plurifrazionate nelle piccole cilindrate, ‘costringendo’ Taglioni ad ideare la 125 quattro cilindri.

Nel 1959 la Ducati attraversò un periodo di ristrettezze economiche che spinse la Casa bolognese a ritirare la squadra corse ufficiale dalle competizioni. Il nuovo progetto, firmato Taglioni, perse di priorità restando chiuso nel cassetto fino al 1964. Grazie all’intervento della filiale spagnola della Ducati, Moto Trans, il disegno del geniale ingegnere prese vita . Sono stati ritrovati documenti del 1965 che testimoniano l’inizio dei collaudi che risultarono positivi. Il problema fu rappresentato dalla Honda che utilizzava un quattro cilindri, già da qualche anno, facendo addirittura debuttare nel 1966 una 125 cinque cilindri tagliando di fatto fuori dai giochi la proposta Ducati. La 125 quattro cilindri bolognese vantava comunque interessanti soluzioni ingegneristiche. Fu, infatti, la prima Ducati a quattro cilindri con quattro valvole per cilindro anche se non azionate tramite l’iconica distribuzione desmodromica ma attraverso le ‘classiche’ molle. Degna nota la scelta di una trasmissione ad otto rapporti. Scelta, tra l’altro, in comune con la rivale nipponica.  

Oltre il progetto è particolare anche la storia del ritrovamento dell’esemplare. Il motore, infatti, è stato trovato da Morbidelli, durante una dei suoi viaggi lavorativi, nel Museo della Tecnica di Riga, in Lettonia. Il telaio è stato invece ritrovato in ex Jugoslavia perché fu acquistato verso la fine degli anni ’60 da Gilberto Parlotti che gareggiava nei Balcani in quegli anni.

Riuniti i componenti principali la Ducati venne completamente riscostruita da Giancarlo Morbidelli e dalla sua squadra. Il responsabile del Museo ricorda che lo stesso Morbidelli si sporcò le mani nella realizzazione del serbatoio aggiungendo di averlo trovato in fabbrica il giorno di Natale.

Link al Video.

Fonti: Moto Club Yesterbike; Ducati Redline Magazine; Bonhams.com.

Articoli che potrebbero interessarti