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Multa corretta a mano? Valida

Ricorso respinto se il verbale è scarabocchiato

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Sentenza piuttosto discutibile della Cassazione (sesta sezione civile), la numero 21377/2017 del 6 luglio, depositata il 15 settembre. Tutto nasce in Piemonte nel 2015 ad Alba (Cuneo): una guidatrice subisce una multa da Codice della Strada da parte dei Carabinieri. La signora non entra nel merito, ossia non contesta l’infrazione. Ma si rivolge al Giudice di Pace perché gli estremi per ricorrere sono corretti a mano da un Carabiniere: il verbale prestampato è vecchio.


La questione dei giorni


Per legge, il ricorso al Giudice di Pace si fa entro 30 giorni, quello al Prefetto entro 60 giorni. Sul prestampato del verbale è indicato il termine di 60 giorni in entrambi i casi. I Carabinieri correggono a mano: 30 giorni in entrambi i casi. La cittadina allora si oppone al Giudice di Pace di Alba, che respinge la richiesta, idem il Tribunale di Asti. Così, la cittadina fa ricorso per Cassazione: viene leso, sostiene la multata, il diritto alla difesa del cittadino per via dello “scarabocchio” apportato dal Carabiniere. Che fa due errori: primo, corregge un atto pubblico; secondo, corregge per errore il termine del Prefetto.

Terza sconfitta


Ma dopo aver perso in primo e secondo grado, la multata perde anche in Cassazione: È valido il verbale di contestazione per l’infrazione al codice della strada anche se corretto a mano. Di fronte a una correzione a penna, era onere del ricorrente attivarsi, nel dubbio, per capire che cosa dice la legge. La correzione a mano non può indurre in errore il cittadino. Tre sentenze, del Giudice di Pace, del Tribunale e della Cassazione, discutibili, come accennato all’inizio: si tratta di un vizio di forma, un errore burocratico. Una lieve imprecisione, non molto diversa da un piccolo errore che qualunque cittadino, anche alla guida di un mezzo, può fare: basti pensare a un cartello poco chiaro e letto male, al superamento di un chilometro orario del limite con l’autovelox pronto a colpire, o dello stesso sforamento rispetto ai giorni previsti per fare ricorso che provocano la bocciatura automatica dell’opposizione. Quel che vale per il cittadino, dovrebbe valere pure per la pubblica amministrazione.




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