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Si schianta contro un guardrail in pessime condizioni: nessun risarcimento!

A nulla è valsa una lunga battaglia legale. La famiglia del motociclista non ha ottenuto il risarcimento

Moto - News: Si schianta contro un guardrail in pessime condizioni: nessun risarcimento!

La vicenda è tanto terribile quanto semplice da ricostruire: in autostrada, un motociclista si schianta contro il guardrail in pessime condizioni e muore. I familiari fanno causa al gestore del tratto autostradale, chiedendo il risarcimento dei danni per centinaia di migliaia di euro, ma la Cassazione dice no: la responsabilità del sinistro è totalmente del motociclista, che guidava in modo imprudente.


La battaglia legale


I familiari del centauro hanno citato in giudizio risarcitorio Autostrade per l’Italia per i danni subiti a causa del decesso del loro congiunto, a seguito di sinistro stradale. Sostenevano che la vittima, a bordo della moto, era andato ad urtare un piantone del guardrail, divelto a causa di un precedente incidente, perdendo il controllo del mezzo. La questione ruota attorno al piantone (ostacolo non segnalato, imprevedibile ed estraneo) disarticolato dalla barriera metallica, che risultava divelta e ripiegata all'interno dello spartitraffico, inutilizzabile nella sua essenziale funzione di ridirezione e riposizionamento del mezzo. La domanda è stata respinta dal Tribunale di Roma con sentenza poi confermata dalla Corte d'appello della stessa città. Idem dalla Cassazione, con sentenza 13948/2016.


Perché niente rimborso


I giudici hanno accertato che la perdita di controllo del mezzo da parte del motociclista è avvenuta prima e a prescindere dall’impatto con il guardrail (la cui deformazione era segnalata e visibile), deducendo la circostanza dal rapporto della Polizia Stradale e dalla testimonianza dell'automobilista che seguiva a breve distanza la vittima. La funzione assorbente propria del guardrail ben poco avrebbe potuto contro la violenza dell’impatto. Insomma, l’unica causa del sinistro è stata la condotta imprudente del motociclista. Per i familiari della vittima, poi, un’altra batosta: la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso e condannato i ricorrenti al pagamento delle spese del giudizio: 2.800 euro.

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