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Petrolio: il prezzo crolla, il pieno per le moto pure

Il petrolio continua a scendere: così il rifornimento è meno caro

Moto - News: Petrolio: il prezzo crolla, il pieno per le moto pure

Dopo la grande paura dell’agosto 2012, con il litro di benzina a 2 euro, oggi si respira: circa 1,43 euro/litro nella media nazionale. Il motivo? Il petrolio ancora giù con le quotazioni ai minimi da 12 anni: il greggio è sceso sotto i 30 dollari al barile.


Le cause del ribasso


La discesa verticale del prezzo del petrolio ha più cause. In sintesi, la diminuzione della domanda da parte della Cina, e le “nuove” (in realtà ci sono da tempo, ma vengono usate molto di più adesso) tecniche estrattive degli Stati Uniti. Per fare la “guerra” agli Usa, i Paesi arabi (Opec) abbassano il prezzo del greggio. Una sorta di spirale virtuosa per chi ha un veicolo, specie per i proprietari delle moto, che usano benzina. Il beneficio è di un taglio di 1,5 centesimi di euro sui carburanti. Non solo. Potrebbero essere revocate le sanzioni internazionali contro il programma nucleare di Teheran, con l’effetto che il mercato verrebbe inondato di petrolio iraniano. Crescendo l’offerta, e senza un rialzo della domanda, il prezzo del petrolio scenderebbe ancora. Ma in Italia il peso delle accise resta enorme. Federconsumatori critica il Governo: “Oggi, tenendo conto della perdita di forza del cambio euro-dollaro, dell'aumento delle accise sui carburanti, nonché l'incremento dell'IVA, il costo della benzina si trova comunque 6 centesimi oltre il livello a cui si dovrebbe attestare”.


Tutto è possibile


Se è vero che il pieno è meno caro, risulta altrettanto realistico pensare che, se il prezzo del barile continuerà a precipitare, potrebbero esserci ripercussioni negative a livello mondiale. Anzitutto, a livello di Borse nel mondo. Per l’economia italiana ed europea il calo del greggio può significare soprattutto bassa inflazione e il rischio di restare intrappolati nella deflazione: una insidiosa diminuzione del livello generale dei prezzi. E poi i massimi e i minimi delle quotazioni influiscono sulle relazioni internazionali. Per dirne una, Saddam Hussein nel 1990 invase il Kuwait anche perché era in un momento non favorevolissimo dal punto di vista finanziario: servivano nuovi pozzi di petrolio. Senza contare che, se l’Opec insisterà nei ribassi, un terzo dei produttori Usa potrebbero fallire.

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