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La MSMA torna a parlare nella Superbike

Sabato la prima riunione. Si attende però l'ingresso di BMW, Suzuki e Kawasaki

Moto - News: La MSMA torna a parlare nella Superbike

La Msma (Motorcycle Sport Manufacturers Association) tornerà ad avere voce in capitolo sulla definizione dei regolamenti Superbike. A partire da quello che è in gestazione adesso e andrà in vigore dal 2014.

E' uno dei primi  effetti dell'arrivo della Dorna, sicuramente il più importante dal punto di vista politoco e strategico. La Msma non si occupava più di Superbike dal 2002, quando i fratelli Flammini avevano rotto coi Costruttori giapponesi contrari al fornitore unico di gomme e ai principi del regolamento tecnico. La Honda aveva sbattuto la porta, ed è tutt'ora alla finestra: le CBR-RR sono schierate dalla filiale europea.

Carmelo Ezpeleta aveva già anticipato a dicembre che la Msma sarebbe stata coinvolta nella definizione del futuro SBK ed eccoci ai fatti. C'è però un problema: la Msma non rappresenta tutti i costruttori da corsa, ma solo Honda, Yamaha, Ducati, e Aprilia. Tra quelli che corrono in Superbike mancano all'appello Kawasaki, Suzuki e Bmw che in qualche modo – da adesso – dovrannovenire coinvolti: non è chiaro se entreranno direttamente nella Msma.

Era scontato che il primo passo della Dorna sarebbe stato estendere alla Superbike il modello di controllo già in vigore nella MotoGP. Vediamo come funziona. L'organo di rappresentanza è la Gran Prix Commission ed è composta da: FIM (Federazione Motociclistica Internazionale, Dorna (proprietaria dei diritti commerciali), Irta (Road Racing Team Association) ed appunto Msma. In MotoGP i regolamenti (tecnico e sportivo) vengono definiti da queste quattro entità ed in caso di mancato accordo decide il voto Dorna. Sul regolamento tecnico la Msma ha diritto di veto.

Sabato 23 febbraio a Phillip Island ci sarà un incontro al vertice che sancirà il rinnovo completo della Superbike Commission. Che all'epoca di Flammini era un organismo molto più snello: ne facevano parte la FIM, Flammini stesso e un rappresentante dei team (Giulio Bardi) che  faceva parte dello staff Flammini. I cambiamenti regolamenti erano comunque frutto di discussioni e negoziati coi Costruttori e i team ma alla fine era l'organizzatore romano ad avere l'ultima parola.

 

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