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Multa per email: al cittadino conviene poco

Si fa strada l'idea del verbale inviato per posta elettronica

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Il Comune di Torino è seriamente intenzionato a inviare le multe per posta elettronica, quella certificata che vale come una raccomandata. Così eliminerebbe le raccomandate cartacee, inviando solo avvisi cartacei a basso costo. Obiettivo, risparmiare.

Niente spese per la posta ordinaria, solo un istante per premere un pulsante e recapitare la mail al multato. Ovviamente, prima di partire, il Comune deve raccogliere le email certificate dei cittadini: passerà minimo qualche mese. Ma tutto spinge, anche a livello nazionale, per la multa inviata per email certificata: c’è pure un Disegno di Legge, che verrà discusso quando i politici avranno finito le vacanze, secondo cui il sanzionato potrà essere raggiunto via mail. Ma tutto questo è un vantaggio per il cittadino?

Il trend è quello di sfruttare elettronica e telematica per incassare denaro in fretta e con sicurezza: questo è certo. Si hanno invece forti dubbi sul fatto che le procedure ultra moderne consentano all’utente di risparmiare. Per cominciare, c’è uno sbilanciamento: il Comune ha parecchio tempo per notificare la sanzione, con comodo (90 giorni), il multato ha solo 30 giorni per fare ricorso al Giudice di Pace (il doppio dal Prefetto). Perché questa discrasia? Ma soprattutto: il Comune mi invia la multa per posta elettronica; io invece per fare ricorso devo presentare un pacco grosso così di carte e documenti, seguendo una burocrazia pesantissima. Domanda: perché io non posso fare ricorso per email?

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