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MotoGP a Spa Francorchamps? No... almeno per ora

Claude Danis, Responsabile della Sicurezza FIM, mette le cose in chiaro

Moto - News: MotoGP a Spa Francorchamps? No... almeno per ora

Sembrava che ci fossimo quasi, sembrava che la MotoGP avrebbe corso a Spa Francorchamps, ma alla fine, è andato tutto... in vacca. Correre in Belgio avrebbe sicuramente dato prestigio al Motomondiale, quell'ulteriore "Octane Booster", un ritorno al passato, visto che qui si corse tanti anni fa. A parlarne è il belga Claude Danis in un'intervista a
gp-inside.com, che attualmente collabora con la FIM in qualità di membro della Direzione Gara dei Gran Premi, nonché responsabile della sicurezza e ispettore per l'omologazione dei circuiti.

Secondo Danis, si sarebbe potuto correre ad alto livello a Spa, ma pare che le autorità si siano concentrate più sulla Formula 1 (naturalmente ha un introito molto più alto) che sulla MotoGP. Una scelta "politica" dunque, anche se sempre a sentire Danis, le autorità asseriscano l'inverso, con queste che non si preoccupano delle moto, e che non hanno mai consultato la FIM belga fino ad oggi (per quanto riguarda gli ultimi quattro anni).

Sul circuito di Spa Francorchamps dunque, sono stati sì fatti dei miglioramenti, ma tutto in funzione della F1, senza considerare il Motomondiale. Pare che ora le autorità belghe stiano prendendo in considerazione le due ruote, ma in ogni caso, ora, sarebbe veramente tanto il lavoro da fare visto che le moto per "girare", e soprattutto correre in maniera sicura, richiedono ben altri accorgimenti. Sarebbe sicuramente stato meglio procedere "in parallello", di pari passo, pensando ad entrambe le specialità, e non una sola. Un problema che, sempre secondo Danis, interessa altri circuiti in giro per il mondo. Naturalmente le soluzioni esistono, ma a costi che diventano esorbitanti.

Secondo il responsabile della sicurezza della FIM, la maggior parte dei circuiti nascono per ospitare le Formula 1, e poi vengono adattati per le moto. Non ci vuole certo un genio per capire che se i circuiti vengono sviluppati e creati sin dall'inizio per entrambe le discipline, tutto risulta più facile quando poi si vogliono omologare questi per tutte e due le specialità. Due circuiti che rappresentano questa situazione sono Abu Dhabi e Seul, dove le moto non sono certo sicure. Stesso situazione a Mosca, dove la FIM non è stata consultata sin dall'inizio, ma è stata interpellata dopo, con i relativi problemi da risolvere per quanto concerne la sicurezza.

Danis fa presente che molti pensano che basti l'approvazione della FIA, ma non è così, gli standard di sicurezza sono completamente diversi. Ciò che va bene per l'auto, non necessariamente va bene per le moto, anzi. E' anche vero poi, che esistono circuiti che potrebbero ospitare il Motomondiale con piccole modifiche, come a Delhi, in India, o come è stato fatto a Mosca. Ma pensiamo anche a quello che potrebbe essere il GP di Argentina, o il GP del Brasile. Lì, si potrebbe anche correre...

Pare che poi, per queste modifiche a Spa Francorchamps, siano stati utilizzati anche i soldi dei cittadini. E i motociclisti, sempre secondo Danis, hanno giustamente diritto ad avere anche la MotoGP nel loro Paese, e non solo la F1. Il responsabile della sicurezza della FIM lo fece anche notare a Bernard Charles Ecclestone (direttore esecutivo della Formula One Management) in occasione dell'ultimo GP di Francorchamps, ma a quanto pare, sono state fatte "orecchie da mercante". Ecclestone fa i suoi interessi, e dunque ha promosso la Formula 1, non certo la MotoGP.

Cosa succederà dunque? Nessuno lo può sapere. Di certo, i piloti della MotoGP non correranno in una pista così pericolosa... E' stato lanciato un progetto al Ministro dell'Economia belga, tanto che persino la DORNA si è mostrata interessata; ma per ora, è tutto fermo. Ancora una volta, la politica mette i bastoni tra le ruote allo sport.

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