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Benzina a 1,9 euro: il Decreto liberalizzazioni a che servirà?

Se diventerà Legge, al massimo un litro di carburante scenderà di 10 centesimi

Moto - News: Benzina a 1,9 euro: il Decreto liberalizzazioni a che servirà?

Benzina, ormai è un incubo quasi quotidiano per chi va in moto: con una cadenza martellante, il prezzo di un litro schizza alle stelle, e adesso è arrivato a 1,9 euro il litro, specie in certe zone d’Italia (Sud, con "servizio"). Di fronte a quest’ennesimo rialzo, ci viene istintivo affermare che il Decreto liberalizzazioni, se mai dovesse divenire Legge, non potrà placare l’impennata del prezzo del carburante.

Infatti, secondo le stime ottimistiche delle associazioni dei consumatori, le nuove norme potrebbero ridurre di 10 centesimo il costo di un litro di benzina. Poca roba, di fronte al 65% di tasse (accise) pagate sul carburante: è lì che si dovrebbe agire. Comunque, stando alla relazione del Governo al Parlamento (dove il Decreto "Cresci Italia" è in discussione), allo scopo di contenere i continui aumenti dei prezzi dei carburanti per autotrazione e di ridurre lo stacco (la differenza media di prezzo alla pompa) che caratterizza negativamente il nostro Paese rispetto agli altre nazioni, occorre irrobustire l’industria distributiva dei carburanti e renderla progressivamente sempre più autonoma dalle Compagnie petrolifere. La norma proposta prevede che i gestori degli impianti di distribuzione dei carburanti che siano anche titolari della relativa autorizzazione petrolifera possono liberamente rifornirsi da qualsiasi produttore o rivenditore nel rispetto della vigente normativa nazionale ed europea. Ma parliamo di un numero limitatissimo di gestori.

A decorrere dal 30 giugno 2012, eventuali clausole contrattuali che prevedano per gli stessi gestori titolari forme di esclusiva nell’approvvigionamento sono nulle, per la parte eccedente il 50 per cento della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50 per cento di quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto vendita. In ogni caso, si attenderà l’estate, come minimo.

Per di più, i 10 centesimi ipotizzati dalle associazioni dei consumatori sono stati contestati dalla Figisc (sindacato dei gestori), secondo cui lo scarto sarebbe notevolmente inferiore.

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