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MotoGP, Marquez: "Fino a che sono un dipendente Honda darò il massimo"

"Ma quando i risultati non arrivano devi cambiare qualcosa: i piloti, i tecnici, la moto. Ho visto facce nuove nel box, hanno cambiato il Project Leader. Servirà tempo però, le persone nuove devono ambientarsi prima di portare idee nuove"

MotoGP: Marquez:

Marc Marquez è stato protagonista di un sabato positivo sulla pista di casa della Honda. Lo spagnolo ha centrato il passaggio dalla Q1 alla Q2, e poi in gara soprattutto nei primi giri è stato protagonista di una ottima prestazione chiusa con un settimo posto dopo aver duellato con le Ducati di Bezzecchi e Zarco. Un risultato che vale molto soprattutto se messo in relazione a quanto fatto dagli altri piloti Honda, che invece continuano a soffrire terribilmente, compreso Mir che dopo il guizzo dell'India è ripiombato nei bassifondi della classifica. 

In Honda si sta lavorando, le cose stanno cambiando e c'è chi pensa che si tratti di una manovra estrema per convincere Marquez a restare, mentre altri sono convinti che la decisione di cambiare passo derivi proprio dalla consapevolezza da parte di HRC di stare per perdere la loro punta di diamante, rischiando di vivere un 2024 ancora peggiore rispetto a questo 2023 poco brillante. 

"E’ stato un buon sabato, senza dubbio - ha detto Marc - Sono passato dalla Q1 alla Q2 e sono riuscito a prendere la terza fila in griglia che per me era già un obiettivo ottimistico. Nella Sprint all’inizio ero davanti, ma poi dal 5° giro ho iniziato a perdere grip, quindi gli altri ne avevano un po’ di più. Stavo perdendo grip e rischiavo troppo in staccata. Ho deciso quindi di mollare un pochino e finire la gara, ho preso rischi enormi nei primi giri. Li ho affrontati come se fosse una qualifica ed è qualcosa che puoi fare per 4 giri, ma non per 12. Però è stata una buona Sprint alla fine, avrei voluto fare di più ma era impossibile. Secondo me oggi abbiamo già visto cosa potrà succedere domani".

Pensavi di poter resistere alle Ducati?
"Mi sono difeso fino a che ho potuto, ma puoi farlo fino a quando tu e il tuo avversario avete un ritmo simile. Dopo Marco aveva un piccolo vantaggio di velocità e l’ha sfruttato passandomi. Anche Zarco ha fatto lo stesso, ma per me è normale, avevano più ritmo".

Come è andata con le gomme?
"Il consumo gomme non è stato molto grande in generale, però in accelerazione la moto derapa troppo. Quando la situazione è questa puoi fare qualche giro buono, ma alla lunga non riesci a tenere certi livelli, anche perché inizi in ogni caso a consumare la gomma più degli altri. Da pilota avverti questa situazione di più riguardo il posteriore della moto, perché inizi a derapare di più. Ma in realtà perdi anche in frenata, inizi a rischiare più del dovuto ed è lì che devi stare attento".

C'è stato l'incontro definitivo con i vertici Honda riguardo il tuo futuro?
"Stamattina ho incontrato alcune persone Honda, sono arrivate anche persone nuove nel box. Vedo che hanno cambiato il project leader, ci sono tante facce nuove, tanti ingegneri nuovi. E’ una grande azienda, ha i numeri per farlo e sta cambiando tante cose, sta impostando una nuova strategia. Vediamo se basta o no. Penso che ci sia tempo per sviluppare una buona moto che non perda troppo dalla Ducati e dalle altre moto".

Tu cosa farai?
"Fino a che sono su questa moto, io sono un dipendente della Honda e lavoro per raggiungere la vittoria offrendo sempre il mio compromesso. Quando posso attaccare lo faccio".

Cosa ti aspetti dalla gara di domani?
"Penso che domani l’andazzo sarà lo stesso, magari sarò veloce all’inizio ma poi inizierò a perdere terreno con il passare dei giri. Non è ancora chiaro che gomma usare per la gara, domani mattina proverò la media al posteriore per fare una comparativa".

Ti aspettavi che Honda cambiasse qualcosa, oppure ti ha sorpreso la loro reazione?
"In ogni grande azienda quando i risultati non arrivano devi cambiare qualcosa. I piloti, i tecnici, la moto o qualsiasi cosa. Sembra che stiano cambiando dei nomi importanti nel progetto e hanno scelto persone nuove. Ma non è di certo una mia responsabilità, quanto piuttosto della Honda. Ci vuole tempo, perché quando arrivano persone nuove devono avere il tempo per capire la situazione e poi portare nuove idee. Penso che l’obiettivo sia di accorciare il più possibile questo timing, per tornare competitivi".

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