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Ducati Hypermotard 698 Mono: Fight Club, se la possiedi, ti possiede

VIDEO - A Borgo Panigale alzano l'asticella nel segmento Supermotard, con tecnologia da riferimento ed un motore che riscrive le regole del gioco. Prezzo da 12.890 euro, teppismo incluso

Moto - Test: Ducati Hypermotard 698 Mono: Fight Club, se la possiedi, ti possiede

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Valia è lì proprio davanti a me. Non è lontano, dai che forse reggo il ritmo. Lui è appena entrato, io sono dentro da qualche giro, magari la confidenza, magari l'incoscienza...fondamentalmente spero pure che la sfiga guardi altrove! La prima staccata non si allontana, veloce destra a raccordare con due punti, ginocchio ben piantato a terra e melodia da saponetta consumata che si unisce a quella del motore. Dai che ci sono, arriva il destra sinistra, basta staccare abbastanza forte. Lo faccio, mi attacco ai freni che manco uno squalo quando punta una preda. Mi affido alla mia carrellata di santi protettori perché il posteriore non mi molli in uscita e sono pronto alla prossima, Valia è miracolosamente ancora vicino.

Ma ecco che lui si accorge di tutto e decide di trasformarsi in SuperValia. Inserisce in piega, pesta il posteriore. Derapa pulito fino alla corda, in una traiettorie perfetta come le linee di una bella donna. Fumo che esce, io che arrivo puntalmente lungo e tanti saluti. Però cavolo (per non scomodare volatili), godo come un riccio perché mentre ci provavo, LEI era lì a tenermi per mano. Primi pensieri in sella alla Ducati Hypermotard 698 Mono. Ma adesso, andiamo per ordine. 

Voglio iniziare il racconto della prova della Ducati Hypermotard 698 Mono con una domanda: perché siamo motociclisti, che inseguono l’adrenalina, che sono disposti a sudare e sacrificarsi per comprare quel sogno a due ruote? Sono certo che tutti voi conoscete bene la risposta ed ognuno di noi ne avrà una diversa. Ma per chiunque abbia la possibilità di passare una giornata tra i cordoli in sella a questa Hypermotard 698, la risposta non può che essere un sorriso che ti illumina il viso. Non servono parole, non serve perdersi in chiacchiere. Questa moto sa darti la risposta a questa domanda ogni volta che la accendi e vai.

Sono a Valencia, nel kartodromo Guerrero e sto per salire in sella a questa snella Motard monocilindrica. Se volete conoscere ogni dettaglio tecnico di questa moto, scoprirne i segreti tecnologici più reconditi, allora cliccate QUI. Se invece volete salire in sella con me e capire perché questa moto sappia rispondere così bene alla domanda che apre questo pezzo, accomodatevi. Giro la chiave, starter schiacciato e via.

Prova Ducati Hypermotard 698 Mono - il coraggio italiano

Basta avvicinarsi alla moto per capire che non si tratta di qualcosa di già visto, che c’è qualcosa in più del solito. In realtà, qui c’è decisamente qualcosa in meno! E’ una Ducati, dovrebbe avere due o quattro cilindri, ma incastonato nel telaio di cilindri ne manca almeno uno all’appello. A Borgo Panigale hanno deciso di osare, di cimentarsi in un ambito del tutto inedito con un propulsore che trasuda tecnologia da ogni poro. Ma accendiamolo e vediamo cosa si sente. Il borbottio tipico del mono è lì, ma non ci sono le classiche vibrazioni che accompagnano questo frazionamento.

Puoi divertirti a far salire i giri mentre hai la moto ancora sul cavalletto e sapete cosa avvertite al manubrio? Niente! Quasi completamente assenti le vibrazioni, con la conferma che lavorando bene, anche un monocilindrico può sembrare mansueto. Poi però ingrani la prima e parti e tutto quel senso di tranquilla beatitudine vola verso altri lidi, lasciando spazio ad uno stupore difficile da descrivere. Coppia da paura, come ti aspetti su un mono, però quando invece di cedere alla tentazione di cambiare quando l’udito ti suggerisce di farlo, ecco che si materializza San Desmo. L’allungo non è nulla di minimamente paragonabile a qualsiasi altra cosa mai sperimentata su un monocilindrico. La spinta non cala e puoi spremerlo oltre i 10.000 giri senza mai avvertire la sensazione di andare a muro con il contagiri. Chapeau.

Poi arrivano le curve ed inizi a scoprire che una motard può essere agilissima ma anche stabile, se viene costruita a Borgo Panigale. L’anteriore è una lama che aggredisce l’interno curva, sulle prima sembra quasi volerti cadere oltre il cordolo interno. Quando ti abitui a questa velocità inizi anche a dare gas prima del previsto ed ecco che quella lama diventa un aratro, capace di incidere con forza la traiettoria sull’asfalto e non mollarla. Un mix difficile da ottenere su una moto di questa categoria, ma in Ducati hanno ben presente come costruire una ciclistica che funziona bene e nel definire questa formula magica sono sempre dei maestri. La Hypermotard 698 Mono ti permette di sperimentare contemporaneamente la folle propensione ad aggredire le curve di una motard con la stabilità propria di una sportiva di alto rango.

Prova Ducati Hypermotard 698 Mono - nuovi orizzonti

Tra le mani impugni un manubrio largo e davanti agli occhi hai un display piccolo ma molto funzionale. Le spie che ti segnalano il momento perfetto per salire di rapporto sono molto visibili, svolgono il proprio compito dannatamente bene pur essendo piccole. Razionalità pura, che non lascia nessun inutile orpello davanti agli occhi ma bada tanto al sodo. E di sodo qui c’è tantissimo.

La sella è alta e stretta, come ti aspetti da una motard. Però pur superando i 190 cm la triangolazione funziona. Di certo non mi aspetto di affrontare 500 km in una giornata e scendere riposato, ma di certo l’insieme funziona e non mi spaventa l’idea di portarla fuori per un weekend spinto a macinare curve e tornanti sulla mia strada preferita. L’elettronica poi si conferma da riferimento per una moto costruita nei dintorni di Bologna. In una parola: eccelsa. La gestione delle mappe è impeccabile, la coppia di motore è tenuta a bada da un traction control che rappresenta la rete di sicurezza perfetta. Ma la vera novità elettronica su questa moto è un’altra e ci riferiamo al sistema Slide by Brake. Ve la spiego facile: in Ducati vogliono far diventare tutti dei perfetti teppisti! Ecco la ragione di questo sistema che funziona come nave scuola per imparare a fare dei traversi in ingresso curva in totale sicurezza.

Come funziona? Semplice! Una volta regolato il livello di intervento, basta arrivare come dei matti in staccata, scalare una marcia e pestare il freno posteriore come non ci fosse un domani. Una manovra che qualsiasi persona sana di mente non farebbe mai, ma qui arriva il bello. L’azione scellerata di cui sopra, in perfetta simbiosi con il sistema Slide by Brake, vi regalerà una derapata pulita e perfetta intervenendo sul freno posteriore ed interfacciando i dati della piattaforma inerziale. All’inizio di vuole oggettivamente del fegato per innescare una derapata degna di nota, ma superata lo paura ed una volta presa fiducia con il sistema, inizierete a divertirvi alla grande. Come detto, piccoli teppisti crescono.

Prova Ducati Hypermotard 698 Mono - quindi?

Ducati non di certo co nociuta per essere una Casa timida dal punto di vista dell’innovazione e con questa Hypermotard 698 Mono conferma la sua attitudine alla sperimentazione. Scende nel campo minato delle motard e lo fa a modo suo, con un prodotto premium e sofisticato, che alza l’asticella rispetto alle concorrenti del mercato. Bella, cattiva e molto ben costruita, una perfetta funziona bike da mettersi in garage.

Piacerà a molti motociclisti, sia giovani che meno, soprattutto a quelli alla ricerca di facili emozioni. Di emozioni questa moto sa regalarne a badilate, ma con una raffinatezza propria di tutti i prodotti Ducati. Teppismo elegante, ecco come lo definirei. La capacità di condensare un DNA racing, competenze racconte sui campi di gara e voglia di stupire, tutte in una moto che rappresenta davvero qualcosa di nuovo.

La versione RVE costa 13.890 euro, che non sono di certo pochi, ma sono più che giustificati da componentistica e qualità costruttiva generale. Difetti veri non ne ha, se non quelli che possono definirsi caratteristiche più che difetti. La posizione in sella non è delle più accoglienti, ma chi acquista una moto del genere di certo non vuole scambiarla con una Multistrada V4. Mi è piaciuta, ha saputo spazzare via la mia diffidenza iniziale. In sella ci vuole poco a prendere la giusta confidenza per iniziare a spingere, il limite è altissimo ma non ti senti mai fuori luogo. Lei è cattiva nella forma, ma gentile nei modi e sa accompagnarti verso vette di piacere motociclistico difficili da replicare su altri mezzi.

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