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La moto è pericolosa? Meno di sci e equitazione: lo dice la scienza

Uno studio statistico dagli Stati Uniti conferma che il motociclismo genera meno traumi dell'andare a sciare o a cavallo

Moto - News: La moto è pericolosa? Meno di sci e equitazione: lo dice la scienza

Tutti noi abbiamo un parente o un amico che ci crede dei pazzi sconsiderati e incoscienti solo per la nostra passione per la moto. A sentire certa gente infatti il motociclismo è una roulette russa, una sfida al buonsenso. Ecco, vi consigliamo di inviare in chat a tutti i vostri contatti apprensivi questo articolo, perché potrebbe farli ricredere. E' stato scientificamente – e statisticamente – provato che le moto non sono il mezzo più pericoloso al mondo per viaggiare e divertirsi.

Lo studio

Nonostante l'incidente in moto, che sia per strada o in pista, fa sempre gridare allo scandalo e divide il pubblico tra chi considera le due ruote pericolose a prescindere e chi magari cerca di analizzare responsabilità e dinamiche, ci sono altre discipline finite sotto la lente del National Trauma Data Bank, ente statunitense che raccoglie e analizza numeri e cause degli incidenti sul suolo americano. Molto più pericolosi delle moto sono infatti gli sci e lo snowboard, che però viene meno demonizzato forse per il potere di attrattiva turistica che genera negli stessi luoghi dove le moto sembrano non essere più le benvenute, come il Trentino.

Ancora più pericolosa è l'equitazione, a tutti i livelli e non solo quella agonistica. Lo studio a Stelle e Strisce certifica infatti che, se gli incidenti in moto sono 0,14 in 1.000 ore di guida, nello stesso lasso di tempo quelli a cavallo sono 0,49. Numeri che messi così dicono poco, quindi per farla facile possiamo dire che l'equitazione ha un fattore di rischio tre volte superiore al motociclismo. E andando a fondo si scopre come gli incidenti a cavallo richiedano – sempre a livello statistico – maggiori cure di quelli in moto, con il 25% delle vittime che richiede cure intensive, e uno su 10 ha bisogno di intervento chirurgico.

Buono a sapersi

Naturalmente una notizia del genere non deve essere interpretata come una “via libera” all'incoscienza e al trasformare le strade delle nostre uscite in moto in piste da ultima staccata. Sarebbe bello però se questi dati, rassicuranti per noi, arrivassero anche nelle mani degli assicuratori, che potrebbero iniziare a pensare alle moto come qualcosa di diverso dalla gallina dalle uova d'oro che gli permette di chiedere premi sempre più alti.

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