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20.000 Pieghe, strade incantate e divertimento assicurato

Abbiamo partecipato all’undicesima edizione della 20.000 Pieghe a cavallo della Honda CB650R.

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Sono state le Alpi Carniche il baricentro di questa ultima edizione. Partenza ed arrivo giornaliero ad Arta Terme. Destinazione Austria, Slovenia, Veneto, Alto Adige ed ovviamente le belle montagne del Friuli. Passi di montagna, valichi, strade secondarie, prove speciali, merende, pranzi, cene, sono gli appuntamenti giornalieri che contribuiscono a rendere unico questo raid motociclistico

Cos’è la 20.000 Pieghe?

Questa è la domanda che mi sono posto sino al mio arrivo ad Arta Terme. Avevo sempre letto della Ventimila, ma non mi era così chiaro il suo funzionamento. Si trattava di una motocavalcata, di un modo per scoprire paesaggi incontaminati, di una occasione per limare le pedane a terra tra curve e tornanti, o piuttosto era una gara di regolarità con tanto di prova speciale? Per comprenderne a fondo la vera natura, vi confesso, mi sono serviti un paio di giorni.

20000 pieghe 2019

Anche perché col trascorrere dei chilometri la questione si è addirittura ingarbugliata,  scoprendo che oltre a tutto quello che avevo ipotizzato c’era anche un piacevolissimo aspetto sociale da prendere in considerazione, visto che tra merende, pranzi e cene era naturale confrontarsi con gli altri partecipanti, scambiare le prime impressioni, e ritrovarsi con la massima naturalezza a raccontare di moto, ma non solo, come se ci si conoscesse da sempre.

Così, col passare del tempo e dei chilometri ho iniziato a comprendere come il divertimento e le emozioni non venissero necessariamente dai tratti percorsi con maggior enfasi, ma come per magia fossero proprio le strade più isolate, strette e tortuose a regalare nuove insperate sensazioni. Immersi nel verde delle conifere, fuori dai percorsi più trafficati, si inizia a gustare ogni centimetro di asfalto, col motore che borbotta al minimo o poco più in quarta, visiera alzata, aria fresca sul viso ed il tempo che sembra fermarsi.

Un'unione perfetta con la propria moto, un effetto centauro che trova il suo completamento con la massima naturalezza, l’occasione per comprendere una volta di più quanto si possa essere fortunati nel poter attraversare scenari così intensi e unici.

Per quanto mi riguarda non esiste una risposta assoluta, univoca. La 20.000 Pieghe ha una natura variegata, personale, magnetica e sapientemente amalgamata dall’esperienza di chi la organizza da anni, i ragazzi del Moto Club Motolampeggio, capitanati da Daniele Alessandrini.

Austria, Slovenia, prova speciale e selfie

La mattina di giovedì 20 giugno il road book prevedeva un doppio sconfinamento. Il primo in Austria attraverso il Passo Monte Croce Carnico, che ci ha regalato subito delle viste mozzafiato ed il piacere di prendere confidenza con la nostra Honda sui tornanti che portano ai suoi 1.360 metri. Rientro in Italia attraverso la Str. 90, bellissimo misto con curve di raggio diverso ed asfalto in buone condizioni. Siamo quindi arrivati a Passo Pramollo dove abbiamo scattato il primo dei 5 selfie previsti per la giornata. Una richiesta degli organizzatori che serve a certificare il nostro passaggio in luoghi prestabiliti e attribuisce punti per la classifica finale. Ogni partecipante è ovviamente libero di seguire più o meno dettagliatamente il road book, ma a nostro avviso, l’occasione di partecipare alla gara di regolarità contribuisce a rendere ancora più interessante ed emozionante la Ventimila.

Dopo qualche chilometro in Italia è stata la volta della Slovenia attraverso il passo Predil. Tanto verde e curve morbide hanno contribuito a rendere decisamente rilassante questo sconfino, concluso dopo circa mezz’ora.

Alle 13:42 era prevista la prova speciale, importantissima per fare classifica. Personalmente l’ho vissuta con grande concentrazione, facendo tesoro dei preziosissimi insegnamenti del mio compagno di squadra Honda, Emanuele Macaluso, due volte vincitore della 20.000 Pieghe. Insomma, lui un veterano, io un vero principiante, ed anche sbadato, visto che mi sono presentato alla partenza senza nemmeno un cronometro. Strumento fondamentale in questo genere di prova che chiede di rispettare al centesimo il tempo imposto per arrivare al traguardo. Ho allora deciso di usare il crono dello smartphone che ho attivato sulla linea di partenza con la mano destra mentre la sinistra centellinava al millimetro la frizione per muovere la moto cercando di non spegnere il motore. Dopo tanta approssimazione, inutile raccontarvi la sorpresa e la soddisfazione nel vedere la sera del primo giorno il mio nome in quarta posizione nella classifica generale.

Galvanizzato ed ancora più motivato mi sono presentato al via della seconda tappa, che ci ha portato verso Auronzo di Cadore e quindi Longarone con la scalata verso la tristemente famosa diga del Vajont. Da li abbiamo proseguito verso il lago di Barcis, sede di partenza della seconda prova speciale sulla bella Strada Turistica del Pian delle More con destino Piancavallo. Dopo il pranzo a base di gnocchetti ai funghi siamo scesi verso Aviano e quindi abbiamo diretto verso Tolmezzo - Lago dei Tre Comuni sede dell’ultimo selfie di giornata.

La pioggia non ci ha abbandonato per tutta la mattina della terza tappa. Poco stupore, trattandosi di un evento meteorologico piuttosto comune in montagna nella stagione calda, lasciandoci però un po’ di amaro in bocca, non potendo godere appieno degli splendidi scenari dolomitici che abbiamo incontrato nel nostro viaggio verso Sesto, in Alto Adige. Fortunatamente il sole è tornato protagonista nel pomeriggio accompagnandoci nell’impervia ascesa dello Zoncolan, che con le sue strette e pendenti rampe ha scritto la storia del ciclismo. La più morbida discesa ci ha ricondotto fino all’arrivo di Arta Terme. Peccato di aver vanificato il decimo posto nella generale a causa di un ritardo davvero imperdonabile a pranzo, che prevede un orario di apertura e chiusura come indicato sul road book.

Honda CB650R, compagna di avventura

Ho avuto la fortuna di poter condividere la mia prima Ventimila insieme alla nuova Honda CB650R, insieme ad altri due compagni di scuderia. Si tratta di una naked mossa dal 4 cilindri frontemarcia bialbero 16 valvole di 649 cc capace di 95 cavalli a 12.000 giri e 64 Nm di coppia a 8.500 giri. La ciclistica si fonda su un solido telaio doppio trave in acciaio completato all’anteriore da una forcella USD ed al posteriore da un forcellone in alluminio su cui agisce un mono regolabile nel precarico. La posizione di guida è caratterizzata dal largo manubrio, sufficientemente rialzato per permettere di mantenere busto eretto e lasciare polsi ed avambracci piuttosto rilassati, un valore aggiunto importante in termini di confort soprattutto dopo una giornata intera in sella.

Davvero apprezzabile la qualità dell’erogazione del motore, capace di spingere rapporti lunghi anche nei tratti in salita a bassi regimi, aiutando ad innalzare il piacere di guida limitando l’uso del cambio nelle fasi meno impegnate. L’avantreno è ben caricato, senza per questo risultare pesante, ed offre una buona comunicativa che rende la guida anche su asfalto umido o bagnato decisamente naturale, merito da condividere con le Metzeler Roadtec 01 di primo equipaggiamento, generose negli intagli e capaci di raggiungere velocemente la migliore temperatura d’esercizio anche in montagna. La frenata è semplicemente perfetta. Davanti le pinze ad attacco radiale si mettono in luce per morbidezza e modulabilità, ma all’occorrenza di potenza ce n’è davvero tanta e non soffrono nemmeno la fatica. Dietro il disco da 240 è molto modulabile, risultando il compagno ideale per proseguire la decelerazione sino alla corda, utile soprattutto nei tornanti e su asfalto umido per consentire alla CB650R di chiudere la traiettoria con ancora maggior naturalezza. Il cambio è un’altra perla: veloce, preciso, poco contrastato. Se mi promettete di non dirlo ad Honda vi confesso di averlo usato senza frizione per salire di rapporto quasi sempre, ma talvolta anche per scendere, quando il 4 cilindri borbottava nelle zone basse del contagiri.

Una moto divertente, intuitiva nella guida, poco fisica, con una buona maneggevolezza, stabile in appoggio, ideale compagna tanto nel commuting urbano quanto nelle gite fuoriporta. Chi supera il metro e ottanta potrebbe trovare la sella appena bassa, mentre per un uso più turistico della moto si potrebbe optare per un minor precarico del mono, che ha un set-up di base adatto a contenere il beccheggio nella guida più sportiva.

La CB650R è risultata anche decisamente parca nei consumi. Il dato medio indicato sul cruscotto a fine giornata variava tra i 21,7 ed i 22,2 Km/l, mentre la verifica empirica al momento del rifornimento ha restituito valori ancora migliori compresi tra i 24 ed i 25 Km/l.

2020 arrivederci in Sardegna

La dodicesima edizione della 20.000 sbarca in Sardegna. Arrivo previsto sulla splendida isola italiana per maggio 2020. Si inizierà a guidare il mercoledì pomeriggio per terminare il sabato. Per gli aggiornamenti vi invitiamo a consultare il sito www.20000pieghe.it

 

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