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Ducati Scrambler 1100 Sport | Perché comprarla... E perché no

La sorella corsaiola della gamma Land of Joy mostra i muscoli ma anche una dolcezza e una versatilità che non ti aspetti. Ecco come va

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La più sportiva della famiglia Scrambler si mette in mostra per una ciclistica raffinata, un’elettronica sofisticata ed un motore, l’iconico Desmodue, generosissimo sin dai bassi regimi.


Pregi e Difetti


Le linee della nostra protagonista convincono per la loro personalità sportiva declinata in chiave classica. Serbatoio in acciaio a goccia nero e doppio fregio giallo, guance in alluminio intercambiabili, ampio manubrio a sezione variabile, sella dalle generose dimensioni, faro anteriore rotondo con parabola di vetro e cornice interna ad “X”, sono tanti i particolari che impreziosiscono la nuova Scrambler 1100 Sport senza snaturarne l’anima da tuttoterreno. Con il motore, l’inconfondibile bicilindrico ad L raffreddato ad aria di 1078cc, a fare bella mostra di se proprio sotto il serbatoio, mentre il lungo forcellone in alluminio accoppiato al possente mono con molla di colore giallo, la forcella a steli rovesciati impreziosita dal trattamento superficiale color oro e la triade di dischi sono un irresistibile richiamo soprattutto per i piloti più smaliziati. A proposito, le sospensioni sono firmate da Ohlins.


Il cruscotto è piacevole alla vista e ricco di informazioni, quali: contagiri, livello carburante, livello Ducati Traction Control, il Riding Mode inserito, velocità, marcia inserita e l’eventuale estensione del cavalletto. La posizione di guida risulta piuttosto naturale, merito del largo manubrio che si lascia impugnare mantenendo gli avambracci morbidi e delle pedane in posizione centrale. La sella è ben imbottita ma l’avrei preferita più stretta nella sua parte anteriore per migliorare ergonomia ed inserimento. Gli 810mm da terra consentono di avere un appoggio saldo con i piedi a chi supera il metro e settantacinque. Probabilmente una sella più stretta, soprattutto nella sua parte anteriore e leggermente più sostenuta, potrebbe ulteriormente incrementare l’inserimento ed il feeling soprattutto nella guida più smaliziata. Occorre appena lo spazio di poche svolte per comprendere la spinta di cui è capace il rinnovato 1078cc. Poco importa il rapporto inserito perché ad ogni rotazione decisa dell’acceleratore l’incremento di velocità sarà piuttosto importante a testimonianza della grande disponibilità di coppia di cui è capace a partire dai 3000 giri. Un effetto fionda che farà la gioia dei più sportivi, capace di garantire pronte ripartenze in uscita di curva senza per questo risultare mai impegnativo. Ma la vera sorpresa è la sua volontà di riprendere senza indugio già dai 2000, una caratteristica, fino ad oggi sconosciuta, che lo farà apprezzare ancora di più soprattutto alle basse andature tipiche degli scenari urbani, rendendolo piacevole anche nel riding mode Active, il più appuntito dei tre a disposizione. A proposito, il desmodue più muscoloso nell’attuale produzione Ducati fa segnare una potenza massima di 86 cv a 7.500 giri, mentre la coppia raggiunge gli 88 Nm a quota 4.750. La moto dispone di piattaforma inerziale Bosh che porta in dote il cornering ABS.


Questa Scrambler si rivela efficacissima tra le curve. Il plus garantito da forcella e mono in termini di scorrevolezza e sostegno è da riferimento. L’ottimo bilanciamento dei pesi, l’avantreno giustamente caricato e, per l’appunto il lavoro eccellente delle sospensioni svedesi, regolabili, concorrono ad instaurare un rapporto privilegiato con questa Scrambler, garantendo tanta sensibilità e confidenza in ogni circostanza. La maneggevolezza elevata e la stabilità a centro curva consentono di alzare il ritmo con estrema naturalezza, al punto di apprezzare solo i vantaggi della ruota anteriore da 18” in termini di grande direzionalità, senza per questo risultare mai impegnativa in fase di inserimento. Un’attitudine alla guida sportiva che viene completata dal reparto freni, convincente non solo in termini di potenza e modulabilità ma anche di dolcezza all’attacco, tutte prerogative essenziali quando si voglia continuare l’azione decelerante fino in ingresso curva, confidando anche sull’ottimo grip offerto dalle Pirelli MT60RS. In uscita, la notevole coppia del bicilindrico suggerisce di usare il classico rapporto in più, armonizzando la guida e garantendo una migliorata trazione soprattutto dopo le svolte più secche. Il passeggero gode di una buona porzione di sella e di pedane sufficientemente distanti ma purtroppo il suo comfort viene in parte compromesso dal calore proveniente dai silenziatori posti proprio sotto le cosce.


Quanto costa


Tanto fascino ed appeal tecnico evidentemente non sono a buon mercato perché per mettere nel box questa Ducati occorre staccare un assegno di 14.990 euro.

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