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Aprilia RSV4 R ABS 2013 - TEST

Abbiamo provato la nuova versione ABS della RSV4 R. Prestazioni al top con prezzi a partire da 18.810 euro

Moto - Test: Aprilia RSV4 R ABS 2013 - TEST

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Siamo nella pit lane della pista di San Martino del Lago e, pronte davanti a noi, ci sono due delle motociclette italiane più performanti in circolazione: una è l’Aprilia RSV4 R ABS e l’altra è la sorella cattiva, la RSV4 Factory ABS pronte a sfidare l'agguerrita concorrenza composta da BMW S 1000 RR e HP4, Ducati 1199 Panigale base e Panigale S.
I prezzi delle Aprilia RSV4 parlano di 18.810 euro per la R e di 22.840 euro per la Factory.

AFFINITA’ E NOVITA’
Le due versioni dell’Aprilia RSV4 condividono elettronica e motore nelle loro caratteristiche principali. Per quanto riguarda entrambe, oltre all’APRC (Aprilia Performance Ride Control) di seconda generazione che si integra con la gestione elettronica full Ride by Wire multimappa del motore V4, arriva di serie l’ABS, il sistema di antibloccaggio delle ruote studiato e sviluppato per garantire non solo la massima sicurezza su strada, ma anche la migliore performance in pista. Aprilia ha collaborato con Bosch per definire la miglior calibrazione dell’unità ABS 9MP. Il sistema, dal peso contenuto in soli 2 kg, è disinseribile e regolabile su tre livelli d’intervento, accedendo facilmente al menu di controllo della strumentazione. La parte meccanica del sistema frenante è affidata alle nuove pinze monoblocco Brembo M430 ad attacco radiale all’anteriore che hanno sostituito il modello precedente. La pinza del freno posteriore è stata sostituita con una più evoluta ed efficace, perfezionando la combinazione con il nuovo freno anteriore.

Il motore delle nuove RSV4 è stato aggiornato e migliorato, con una particolare attenzione alla riduzione degli attriti interni e della ventilazione dei carter. La potenza massima del V4 di 65° sale così a 184 CV, mentre la coppia arriva ora a 117 Nm, anche per merito di un impianto di scarico ridisegnato e della nuova elettronica.
Nel dettaglio i modelli 2013 della nuova gamma RSV4 di Aprilia si riconoscono dalla diversa finitura del parafango anteriore (solo per la versione R visto che sulla Factory è di serie in carbonio), dalla satinatura del gruppo ottico anteriore e dal nuovo fondello del silenziatore di scarico. La modifica estetica più evidente riguarda il nuovo serbatoio del carburante, che è stato modificato anche per aumentare l’autonomia di marcia e migliorare l’ergonomia del pilota: infatti la capacità totale passa da 17 a 18,5 litri, mentre i fianchi laterali introducono forme che aumentano il feeling del pilota in frenata e in curva. Soluzione direttamente mutuata dalle Aprilia RSV4 impegnate nel campionato mondiale Superbike.

LE DIFFERENZE NON SOLO NEL COLORE

Tra la versione R e la Factory ci sono differenze non solo nel prezzo ma anche nelle dotazioni. La moto è dotata di un airbox con prese d’aria dinamiche frontali con cornetti di aspirazione che sulla Factory sono ad altezza variabile, controllati dalla centralina controllo motore mentre la versione R monta cornetti fissi. Nella versione Factory anche il bilanciamento dei pesi e la costruzione della ciclistica permettono regolazioni che non sono usuali su una moto strettamente di serie, potendo variare posizione e angolo del cannotto di sterzo, altezza del motore e altezza del perno forcellone.
Anche per la ciclistica sono presenti differenze importanti. Ammortizzatore di sterzo Öhlins regolabile per la Factory, mentre la R monta un Sachs non regolabile. All’avantreno troviamo una forcella Öhlins Racing upside-down per la Factory, mentre per la R abbiamo una forcella Sachs, entrambe completamente regolabili. Al retrotreno sempre per la Factory la scelta è caduta ancora sulla casa svedese, con un mono-ammortizzatore Öhlins Racing piggy-back completamente regolabile in: precarico molla, lunghezza interasse, idraulica in compressione ed estensione. Per la versione R è stato scelto un monoammortizzatore Sachs regolabile in: idraulica in estensione e compressione, precarico della molla, lunghezza interasse. Per quanto riguarda i cerchi per la factory l’equipaggiamento prevede cerchi forgiati in lega d’alluminio, completamente lavorati, a cinque razze sdoppiate, mentre per la R cerchi in lega d’alluminio a tre razze.

LA PROVA DELLA RSV4 R ABS

La giornata di oggi sul tracciato di San Martino dal Lago è riservata alla RSV4 R ABS. Percorriamo la pit lane con il casco in mano verso la moto di rosso vestita che ammicca, con le sue forme sinuose. La vista laterale fa pregustare una compattezza da riferimento, visivamente caricata in avanti, con un solo vuoto al posteriore, ad evidenziare il piccolo codino, sembra davvero modellata dalla velocità. Saliti in sella la sensazione è quella di sentirsi a casa. L’impostazione mentale è ancora quella della Tuono V4 R ABS da cui siamo appena scesi, ma è arrivato il momento di "switchare" il cervello e il polso su "pure racing".
L’ampiezza dei semimanubri forse è un po’ stretta: in pista si tende ad allargare la presa per aumentare il braccio di leva nei cambi di direzione, ma dobbiamo ricordarci che la compattezza è una delle peculiarità di questa moto. L’inserimento del pilota nella moto è notevole, ma non scomodo, almeno per il momento. Le pedane sono all’altezza giusta, abbastanza arretrate e non troppo alte, la luce a terra è assicurata.

Il motore acceso borbotta, le indicazioni dell’APRC, chiare come sempre sono pronte sul cruscotto. Dentro la prima, e si ripercorre la pit lane con quel senso di confidenza che dei semimanubri possono trasmettere quando si va in pista, ma con un certo rispetto verso così tanti cavalli su un assetto sportivo.
La moto non regala subito confidenza, ci vuole qualche curva e capiamo subito che è rigida come una moto da corsa deve essere, e l’inserimento in curva velocissimo è la prima grande dote che notiamo in questa moto, oltre alla leggerezza nei cambi di direzione fulminei, risultato del bilanciamento del motore nella ciclistica. Il motore è pieno, e la coppia ci porta fuori dalla curva, e siamo già pronti per quella successiva. E’ una lama, non esita, arrivati dal rettilineo si tolgono le marce senza incertezza, ed è precisissima, si arriva alla corda e si gira sul cordolo in un attimo. La compattezza è incredibile, sembra di guidare una moto di piccola cilindrata, e sporgersi per mettere la testa del pilota a centro curva per entrare più veloci è facilissimo. E’ una guida estremamente naturale quella che ispira questa moto. Arrivata anche la confidenza tra i due elementi, moto e pilota, la guida diventa semplice e intuitiva, nessun equilibrismo, è tutto perfettamente in armonia per andare forte.

Ci si ritrova ad alzare l’asticella del proprio limite, le staccate vengono naturalmente ritardate, e la moto non si scompone più di tanto, la ciclistica è solida e si sente. Lasciare i freni e far correre la moto diventa sempre più semplice, ed è in questo momento che può capitare di non essere nella traiettoria perfetta, il problema è subito risolto, perché ci sono i dovuti spazi per le correzioni che sono semplicissime. Soprattutto in un tornante da ritardare in entrata, spesso ci ritroviamo forse un po’ in ritardo sulla corda, ma basta spostare il peso del corpo verso il centro della curva e aumentare l’angolo di piega per ritornare sulla linea ideale, la moto ci seguirà senza nessuna esitazione, sarà poi il poderoso motore e la coppia che lo caratterizza a portarci in un attimo alla curva successiva, quando si prende il mano il gas non ci sono reazioni scorbutiche, ma è composta e veloce.

CONCLUSIONI

E’ lo stato dell’arte questa Aprilia RSV 4. E’ una moto da corsa, non c’è dubbio, dura e fredda quando serve, ma compie il suo dovere con il massimo della resa per regalare emozioni: ogni parte della moto è capitalizzata per la prestazione. Oltre al gran motore, le due doti fondamentali sono la compattezza che aiuta moltissimo nei cambi di direzione, e l’inserimento in curva, lineare, veloce, senza indecisioni. Con l’elettronica Aprilia anche i meno esperti potranno avere un’esperienza di guida unica, potendo dare gas dove sembrerebbe quantomeno azzardato, e impostando il punto di frenata sempre qualche centimetro più avanti. I piloti esperti, più abituati alle superpotenze, troveranno un’elettronica adeguata e non invadente, e una ciclistica all’altezza di una moto che può migliorare il proprio best lap. Il reverse engineering dall’esperienza superbike maturato negli anni, portato su una moto stradale, ha dato ottimi frutti.

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