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Diventa Tester con OmniMoto.it – Honda Crosstourer DCT – Francesco Carlomagno

Può un integralista del cambio meccanico apprezzare le doti del DCT? Vediamo insieme come si è trovato Francesco Carlomagno

Moto - Test: Diventa Tester con OmniMoto.it – Honda Crosstourer DCT – Francesco Carlomagno

La moto protagonista della prova di oggi del progetto Diventa Tester con OmniMoto.it, è la Honda Crosstourer 1200, l’ammiraglia on-off della casa giapponese. Il modello che Honda ci ha concesso in uso, affinché lo provassero gli otto lettori che hanno vissuto con noi una giornata da collaudatori, era equipaggiato con il ben conosciuto cambio DCT, una scelta intelligente, a nostro avviso, perché questo genere di innovazioni è bene che vengano testate dai reali utilizzatori, cioè i clienti finali. Nel nostro caso, il compito di scoprire i segreti del DCT è stato affidato a Francesco Carlomagno, un viaggiatore incallito e proprietario anche lui di una travel enduro: una BMW F 800 GS. Vediamo quindi insieme come un "integralista" del cambio meccanico se l’è cavata con il Dual Clutch Transmission.

HONDA CROSSTOURER DCT

Adventure: questa è la sezione in cui Honda cataloga la sua ammiraglia, la Crosstourer. Un aggettivo che spalanca l’immaginazione di coloro che con la moto ci vivono (nel senso più ampio del termine). E’ in fondo l’avventura che stimola la curiosità, l’entusiasmo e, di conseguenza, l’adrenalina di chi desidera partire con la moto alla scoperta di nuovi posti e nuove emozioni. Per questo partecipando al concorso "Diventa Tester di Omnimoto.it", la mia scelta è andata subito su questo nuovo progetto firmato Honda, quasi a desiderare di verificare la corretta attribuzione dell’aggettivo Adventure. Di conseguenza, alla ricezione della mail in cui mi è stato comunicato di essere uno dei fortunati vincitori, il senso di trepidazione vissuto in attesa di cimentarmi in questa nuova esperienza, ha pian piano fatto posto alla curiosità di scoprire quanto di buono avessero fatto gli ingegneri giapponesi, pur consapevole che il sogno di molti ancora dovrà rimanere custodito in quel cassetto in fondo alla stanza: una nuova e vera Africa Twin!

Con queste premesse, l’arrivo in redazione non poteva che avvenire in perfetto orario rispettando la "tabella di marcia" inviataci da Omnimoto.it nei giorni precedenti. Ad aspettarci, una calorosa accoglienza per noi "tester per un giorno" che un po’ spaesati ci siamo ritrovati dalla parte opposta dello schermo del pc da dove spesso leggiamo le notizie, le prove, i test che tanto amiamo: la sala operativa che elabora e pubblica il tutto. Lorenzo ed Andrea ci danno quindi il benvenuto con tanto di cornetti caldi (che sono sempre ben graditi). Dunque dopo le doverose presentazioni, veloce briefing sulla giornata e via per la parte che aspettavamo più di tutte: la consegna delle moto. La conoscenza tra me e la Crosstourer DCT (Lei da qui in avanti) non è iniziata nel migliore dei modi: Lei è dotata del rivoluzionario cambio DCT prodotto dalla casa di Tokyo, un cambio a doppia frizione che sostituisce il classico sistema manuale con frizione e pedale con un più moderno sistema automatico/sequenziale che fa magicamente sparire sia la leva della frizione che il pedale del cambio.

Bene, per un "integralista" delle moto come me, mandare giù un boccone del genere è abbastanza difficile. Riuscire ad andare d’accordo con Lei non sarà facile. Ma giusto il tempo di queste riflessioni e la carovana parte. Dopo un breve tratto cittadino e un altrettanto breve percorso autostradale, la semplicità del cambio è presto intuita e sarebbe inutile rinnegarne la comodità quando si passa da un rosso all’altro o quando su un tratto autostradale si lascia "scorrere" da sola la moto senza intervenire mai sul cambio. Mi accorgo con stupore di esserne quasi riuscito a trovare dei pregi proprio nell’esatto frangente in cui inizia il tratto extraurbano ricco di curve: qui la modalità D (Drive) mostra subito i suoi limiti cercando di tenere sempre una marcia più alta del dovuto e impedendo quindi una guida un po’ più sportiva. Per questo sposto il selettore sull’altra modalità, la S (Sport): con questa le cose diventano un po’ più serie e per qualche curva riesco quasi a divertirmi; giusto il tempo di rendermi conto che manca quel senso di guida che solo una cambiata pensata e decisa dal pilota può dare, così invece ho la sensazione di guidare un comunissimo scooter dal motore e dalle dimensioni abbondanti. Via libera allora alla modalità Manuale che consente la selezione delle marce tramite due selettori posti sul blocchetto sinistro: questo permette di guidare il mezzo quasi come una moto convenzionale.

L’ottimo bilanciamento nasconde benissimo il peso reale della moto, così mi posso finalmente divertire a pennellare un tornante dietro l’altro uscendo dalle curve con un tiro del motore sempre gustoso. L’uscita, ecco, l’uscita: è qui che un po’ paga pegno anche in questa modalità: se stiamo con il gas in mano e la moto ancora piegata, alla richiesta di aumentare una marcia, la moto (non potendo modulare manualmente la frizione) risponde "buttando" giù quella successiva e scomponendo quel tanto l’assetto da preferire di tenere ancora dentro la marcia usata fino a che non si ha raddrizzato di più la moto. Intendiamoci, non che sia poi tanto un problema, in fondo questa moto non è certo nata per accontentare gli smanettoni più smaliziati, ma ad ogni modo sa regalare belle emozioni, restando tranquillamente alla portata anche di chi non si sente un Troy Bayliss, grazie ad un telaio preciso, un buon assetto stradale e all’aiuto del controllo di trazione e dell’ABS che intervengono sempre quando serve. La sensazione a bordo poi è da vera tourer: sella ampia e comoda, triangolazione manubrio/sella/pedane buona, assenza di vibrazioni, riparo aerodinamico adeguato; insomma gli ingredienti per macinare km ci sono tutti. Certo quando la strada asfaltata finisce non so fino a quanto conviene spingersi con Lei che è inequivocabilmente nata per un uso prettamente stradale, anche se la posizione in piedi sulle pedane lascia un margine di curiosità nel buttarsi in qualche strada impolverata per saggiarne le doti da adventure a tutto tondo.

Impressioni, divertimento, battute, curve, scambio di opinioni, foto (effettuate dal paziente Giovanni). L’intera giornata sembra essere durata solo qualche minuto eppure, nostro malgrado, volge al termine e Lorenzo che è sempre stato ad aprire la strada ci riconduce alla base con Andrea che svolge l’ingrato compito di "scopa". In conclusione l’impressione sulla moto è stata complessivamente buona anche se la mancanza del cambio continua a non andarmi completamente giù. Quello che invece mi è andato decisamente giù sono state le tagliatelle cacio e pepe divorate ad Orvinio e offerte da Andrea a cui vanno tutti i miei più sentiti ringraziamenti non solo per le tagliatelle, ma anche per aver permesso a noi, con la collaborazione di Honda Italia, di poter vivere questa bellissima esperienza. Ultima nota doverosa: prima di rientrare e chiudere la giornata, ho avuto modo di provare anche la CB500X, la nuova nata in casa Honda: questa è stata una vera e piacevole sorpresa, una moto economica sì, ma comunque un’ottima entry level da consigliare a chi vuole entrare a far parte di questo straordinario mondo che sono le moto. Ma riguardo quest’ultima lascio la parola ai miei "colleghi" che l’hanno provata oggi!
Ora che la giornata è conclusa, tolti i panni del Tester, non mi resta che tornare ad indossare quelli del "semplice motociclista", quindi vi saluto con un doppio lampeggio e vi auguro buona lettura e buona strada!

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