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Maserati: la storia (breve) delle moto del Tridente

Quasi dimenticati e ormai introvabili, i motocicli Maserati segnarono un pezzo di storia italiana nel Dopoguerra.

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Anche i più incalliti appassionati di motociclette, trovandosi davanti ad una “classica” con il logo del Tridente, penserebbero ad un falso, o al massimo ad una customizzazione di cattivo gusto.

E invece no, perché le motociclette Maserati sono esistite, anche se hanno poco o nulla a che fare con le automobili modenesi.

La storia

Tutto nasce nel 1953, quando i fratelli Orsi, proprietari del gruppo Maserati, dividono tra loro la proprietà delle aziende.

A Ida Orsi spettò la Fabbrica Candele Accumulatori Maserati, che produceva componenti automobilistici, e era nel pieno di una crisi.

Lo stesso anno però la Orsi acquisì Italmoto, e iniziò a produrre motocicli. Le moto Maserati non avevano legami di produzione con le fuoriserie modenesi, ma condividevano, in virtù di un cavillo amministrativo, logo e nome.

I modelli

Maserati produsse così 18 modelli di moto, tutti con motore monocilindrico, e cubature che spaziavano dai 50 cc del T2 U e T2 D (dove le lettere specificano la destinazione d’uso a uomini e donne), passando per i 125 T2 e 160 T4, progettati su base Italmoto e altri prototipi da gara e ai 250 T4 GT.

Nel 1960 la produzione cessò a causa della concorrenza di aziende come MV Agusta, Moto Morini, Benelli e Laverda.

1956 Maserati Regolarità Scrambler

All’asta

Proprio in questi giorni il Tridente motociclistico è tornato in auge grazie a un rarissimo esemplare di di Maserati 125 Regolarità messo all’asta dai francesi di Artcurial.

Restaurata 2 anni fa e in perfette condizioni, la piccola scrambler modenese ha un prezzo stimato che va dagli 11.000 e i 15.000 euro. La piccola rivincita di un marchio dimenticato.

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