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WSBK 2010: vis à vis con Genesio Bevilacqua

Intervista al general manager di Althea Racing Ducati Team

Moto - News: WSBK 2010: vis à vis con Genesio Bevilacqua

Durante la recente visita presso la sede del team Althea Racing Ducati abbiamo colto l'occasione per rivolgere qualche domanda a Genesio Bevilacqua, general manager del team e principale artefice dei successi sportivi della compagine che oggi ha sede a Civita Castellana, nello stesso complesso di Ceramica Althea, l'azienda di respiro internazionale fondata nel 1994 dallo stesso Genesio.

Il team Althea oggi è un team privato, di altissimo livello ma privato. Quanto lo è ancora di fatto?
"E' rimasto un team privato, non è successo assolutamente niente che possa sconvolgere questa definizione, è solo un po' più attrezzato di altri team privati e svolge un'attività al pari di quelli ufficiali, ma questo è uno sforzo in più che fa il team. I risultati che otteniamo sono tutti merito della nostra ottima organizzazione e dell'impegno profuso da tutti i membri della squadra."

In occasione dell'ultima gara negli USA, vista la situazione di classifica delle Ducati ufficiali, in molti hanno pensato che le vostre moto, soprattutto quella di Checa, fossero addirittura uguali a quelle di Fabrizio e Haga. E' così?
"La moto parte senza segreti, è così già da inizio stagione. Abbiamo sfruttato subito una bella configurazione, molto prossima a una moto ufficiale. Sostanzialmente abbiamo avuto subito a disposizione il ride-by-wire, che poi non determina differenze prestazionali ma una gestione elettronica più evoluta rispetto a quanto si possa fare con una dotazione standard. Ma per rendere efficaci questi strumenti occorrono molti fattori, primo fra tutti un'attitudine naturale del pilota ad andare forte. Io sono convinto che la differenza la fa ancora l'uomo sulla moto, con la sua capacità, volontà ed esperienza per sfruttare al meglio ciò che gli metti a disposizione. Nel caso specifico Carlos ha a disposizione una moto di base superiore allo standard ma non certamente al pari degli ufficiali."

In cosa allora siete un gradino sotto le Ducati ufficiali?
"Nonostante la presenza di questo importante ausilio elettronico siamo sottoposti a una limitazione del ventaglio di interventi possibili, nel senso che i nostri ingegneri devono seguire comunque delle linee guida. In pratica abbiamo il sistema 'buono' che però non possiamo modificare a piacimento, a differenza di quanto avviene nel team ufficiale, per il quale il sistema è 'aperto'. In parole povere significa che se Carlos chiedesse qualcosa in più o di diverso, come conseguenza ad esempio di una sensazione di guida, e noi volessimo intervenire per effettuare la modifica, il soddisfacimento di questa richiesta andrebbe prima deliberato dai responsabili del team ufficiale. Il 'grande mistero' del team ufficiale è tutto qua. Per quanto ci riguarda, rispetto a una dotazione standard c'è di buono che un pilota come Checa ha già trovato vantaggi nell'avere il ride-by-wire perché è riuscito a sfruttarlo subito."

La vostra dotazione è una situazione stabile o in evoluzione?
"Siamo partiti subito così, ecco perché si è vociferato che la nostra fosse una moto ufficiale, dopodiché però è stato chiaro anche a Ducati, una volta visto che il nostro team stava davanti a quello ufficiale, che era proficuo sotto ogni punto di vista metterci a disposizione quel pizzico in più che credo abbia aiutato anche a Miller, stessa occasione in cui purtroppo si sono verificate due rotture.
Ci tengo a sottolineare che è merito di tutti i ragazzi del team se possiamo competere ad alti livelli, perché tutti condividono il desiderio di provare sempre a vincere, senza dare nulla per scontato. Ciò, unito a quella componente di semi-ufficialità, ha creato il valore aggiunto che ha fatto nascere anche in Checa la volontà di rischiare un po' di più."

Secondo alcuni in futuro Ducati è orientata a investire di più in MotoGP. Se così fosse, c'è la possibilità che il team Althea diventi per Ducati la stessa cosa che il team Alstare è per Suzuki o Ten Kate per Honda, ovvero team di riferimento che fa le veci del team ufficiale?
"Questa è una riflessione che devono fare in Ducati. Noi non vogliamo spogliarci delle nostre caratteristiche principali, la prima delle quali è che facciamo le corse per divertirci. Qualora arrivasse una proposta del genere potrebbe essere un vantaggio per Althea Racing ma non è detto che sia la soluzione migliore per noi. Anche se potrebbe essere considerata un punto di arrivo non credo sia questa la nostra ambizione. Se ce lo chiederanno lo valuteremo, è chiaro che sarebbe una proposta molto interessante."

Fino all'anno scorso correvate con Honda; perché avete scelto di passare a Ducati?
"Eravamo convinti di fare il nostro lavoro al meglio possibile per ottenere dei grandi risultati, ma le 'grandi manovre' le faceva la Honda stessa, non noi, perciò era influente su tutta una serie di variabili, come la scelta dei piloti, le scelte tecniche... Allo stesso tempo la nostra presenza, come quella di altri team, era secondaria. A quel punto abbiamo deciso di fare un po' per conto nostro, che è stato un vantaggio solo in parte: da un lato abbiamo potuto scegliere quello che ci serviva, dall'altro abbiamo dovuto sostenere spese ingenti che solo in parte abbiamo potuto riversare sugli sponsor. E potete immaginare cosa significhi mettere in piedi un'attività di ricerca e sviluppo..."

Qual è il vostro punto di forza?
"Siamo tornati a un modo di intraprendere le corse un po' più tradizionale, incentrato sulla forza del team e sulla motivazione di ogni suo singolo componente. Partire per vincere, con la migliore dotazione tecnica, i migliori meccanici e ingegneri, e sponsor importanti, serve a poco se poi la mentalità non è di 'fare squadra', un fattore fondamentale ad esempio per risolvere i problemi nel minor tempo possibile. Qui abbiamo lavorato giorno notte e per 'inventarci' mezzo cavallo... Forse è questo che è piaciuto a Carlos checa e il motivo per cui è così motivato: ha visto lo spirito giusto e che le capacità ci sono. Non pretendiamo di essere considerati i migliori, ma siamo sempre ben consapevoli di ogni nostra scelta. Quindi, tornando alla domanda iniziale, diventare 'ufficiali' per noi è una cosa che potrebbe essere un vantaggio ma anche uno svantaggio."

Per quanto riguarda i piloti, di Carlos sei evidentemente soddisfatto. Byrne invece quest'anno sembra meno in forma che in passato. Cosa ne pensi?
"Se guardo come vanno le Ducati in generale direi che Byrne è in linea con le prestazioni della moto e con le performance di tutti i piloti Ducati quest'anno. E' chiaro che da lui ci aspettavamo qualcosa in più, però anche in questo caso la componente umana conta parecchio, e mi riferisco al fatto che si è trovato un compagno di squadra come Checa. Carlos va forte, secondo alcuni inaspettatamente, secondo me no, e lo dimostra il fatto che io ho puntato al 100% su questo pilota. Per Shane mi aspetto che prima della fine dell'anno salti fuori il vero Byrne, quello che abbiamo visto negli anni passati. Qualche soluzione l'abbiamo già provata per lui, mettendo in campo alcune scelte tecniche più tradizionali,adeguate al suo modo di guidare, e penso abbiamo trovato la strada giusta. Sostanzialmente abbiamo provato, già da Miller, a dargli qualcosa che lui possa metabolizzare prima, con meno elettronica, per farlo guidare un po' più libero e lui ha dimostrato subito di gradirlo. Guardando i cronologici dei tempi ha fatto delle performance veramente eccellenti con queste nuove soluzioni. Siamo fiduciosi."

Per quanto riguarda il regolamento, l'impressione è che le 1000 a 4 cilindri abbiano avuto uno sviluppo più rapido, con un forte impulso portato soprattutto dall'Aprilia. Per mantenere a un buon livello le bicilindriche in che direzione bisogna andare?
"Aprilia è un caso a parte perché investe specificatamente nella superbike, come del resto sta facendo Bmw, e i risultati si vedono. Per il resto credo che il difetto del regolamento sia di aver preso delle decisioni affrettate nel momento in cui si è stabilito che le Ducati erano superiori, un'analisi errata perché basata solo su un pilota, Bayliss. In base alle sue performance si è pensato che la Ducati avesse una superiorità tecnica in qualche modo da colmare, e così si è falsata in parte la verità sulle prestazioni della moto. In particolare parlo dei kg di zavorra che sono 8; ora ce ne hanno tolti 3 e già qualche piccolo miglioramento si vede. Probabilmente dopo le prossime gare ce ne toglieranno altri 3, per cui si arriverà piano piano a stabilire un rapporto peso/potenza migliore che gioverà all'accelerazione. Anche ciclisticamente la moto sarà più performante per cui dovremmo riavere un livellamento delle prestazioni con le 4 cilindri."

Quindi il regolamento è da cambiare?
Il regolamento oggi è chiaramente contro le bicilindriche, e lo diciamo per semplici motivi di ingegneria meccanica, un 1200 bicilindrico, a parità di sofisticazione tecnologica, non può essere pari a un 1000 a 4 cilindri, non c'è bisogno di un guru della meccanica per capirlo. Basti solo dire che noi in USA abbiamo fatto con Checa i 295 kmh come velocità massima in gara, mentre Biaggi ha fatto oltre 310 kmh. Sono 16-18 kmh di differenza e si sentono eccome! Quindi Checa ha dovuto correre in maniera tale da non permettere a Max di sfruttare questo vantaggio, prendendo tanto margine nel misto per presentarsi sul dritto senza correre il rischio di essere superato in velocità. Complessivamente però possiamo dire che una moto buona come Ducati con un pilota buono è un pacchetto ancora abbastanza competitivo. Purtroppo è un po' fermo lo sviluppo da parte di Ducati perché il ciclo di vita della 1098/1198 è abbastanza avanti e porterà entro qualche anno a una moto di concezione completamente nuova."

Alla luce della sfortuna di Checa, che a Miller ha perso 50 punti, facendone guadagnare 10 in più a Biaggi, la battaglia per il titolo è ristretta a lui e Haslam?
"Noi non possiamo ragionare in prospettiva di titolo mondiale perché non ci sono i presupposti, a meno che non ci si affidi puramente alla matematica considerandola un fattore a favore, ma altamente improbabile. La lotta è quindi sicuramente tra Biaggi e Haslam, forse più a favore di Biaggi perché l'Aprilia è in grande crescita di sviluppo mentre la Suzuki è un po' ferma. Quindi mentre Haslam dà un po' di più di quello che è il reale valore della moto, Biaggi può addirittura permettersi di dare un po' di meno. Perciò credo che se Biaggi continua a guidare così non può avere grossi problemi sulla strada verso il mondiale."

Alla base del team c'è Ceramica Althea, quanto è importante per la solidità finanziaria del team?
"Per ogni attività che intraprendiamo in ambito sportivo alla base c'è Ceramica Althea. Era diverso quando facevamo la superbike con Honda, che in parte interveniva anche a questo livello, ma non per esempio qualche anno fa quando facevamo la supersport, che finanziamo quasi da soli. Althea dà la garanzia che il programma di attività venga rispettato a prescindere. Tuttavia non rinunciamo a cercare collaborazioni e sponsorizzazioni. E' un'attività quasi nuova per noi e siamo anche partiti un po' tardi ma fortunamente abbiamo una base credibile quindi anche persone che non conoscevo e con cui mi trovo a parlare di business sono subito ben disposti. Prossimamente verrà strutturato un po' meglio questo aspetto di promozione per cui riusciremo ad avere un po' più di budget. In ogni caso quando deliberiamo la stagione Althea ne sostiene una buona parte dei costi."

Ti abbiamo fatto questa domanda perché nella storia della superbike tante volte team molto validi hanno dovuto rinunciare a schierarsi per problemi finanziari e di copertura dei costi. Non è evidentemente il vostro caso...
"E' il motivo per cui questo reparto corse sta qui a Civita Castellana; è una sorta di 'dichiarazione' che questo è un progetto a lungo termine e per lavorare in questo senso bisogna strutturarsi con un minimo di anticipo, perché se vuoi lavorare seriamente con gli sponsor devi anche poter promettere una continuità. Stando qui si capisce anche che allo stesso tempo non possiamo offuscare il marchio Althea che è molto importante. Il motivo è semplice: se viene a mancare uno sponsor all'ultimo momento non è il 'buco' di 200mila Euro che ci impedisce di portare avanti il programma sportivo. In parole povere Ceramica Althea è la carta di riserva, però sempre presente."

L'ambizione per quest'anno?
"Puntiamo a vincere delle gare per dimostrare che quello che è successo fino ad oggi non è un exploit ma un trend che ci porterà a ottenere risultati sempre più imporanti."

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