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La storia della Honda CBR 900/1000 RR Fireblade

Ripercorriamo insieme la storia della mitica supersportiva Honda (parte prima)

Moto - News: La storia della Honda CBR 900/1000 RR Fireblade

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La recente prova in pista della nuova Honda CBR1000RR 2012, con la complicità della presenza in pista a Portimao di una Fireblade prima serie del 1992 ci ha dato lo spunto per ripercorrere un po’ la storia di questo importantissimo modello.
Come è evidente, infatti, la Honda nello scegliere la grafica tricolore del modello 2012, che commemora il raggiungimento del ventesimo anno di età, si è ispirata esattamente ai colori della ormai mitica CBR900RR Fireblade del 1992. Certo, oggi fortunatamente non troviamo più le grafiche tigrate di un tempo, né quegli strani accostamenti cromatici bronzo/marrone, però qualunque appassionato che ha memoria della prima versione della Fireblade, al solo guardare il modello 2012 in versione bianca/blu/rossa, ripenserà alla livrea della CBR prima serie.
In questa prima puntata della storia dell’Honda Fireblade ripercorreremo i primi 10 anni di evoluzione, mentre la prossima settimana vi parleremo dei secondi 10 anni di vita di questo storico modello della Casa dell’Ala Dorata.

IL MERCATO DELL’EPOCA
La storia di questa moto è davvero molto lunga e nasce in un momento storico nel quale le supersportive erano divise in maniera molto diversa rispetto a oggi. I modelli "race replica", avevano cilindrata di 750 cc, ed i riferimenti del mercato erano Honda VFR750R (la RC30), Kawasaki ZXR 750, Suzuki GSX-R 750 e Yamaha FZR750R (la OW-01), mentre le maximoto erano per lo più delle sport touring adatte più a dei gran spari sui rettilinei che non alle curve. Le moto che furoreggiavano all’epoca erano la Honda CBR1000F, la Kawasaki ZZ-R 1100, mentre sicuramente più sportive erano la Suzuki GSX-R 1100 e la Yamaha FZR1000 Ex-up.
La Honda, quindi, che si trovava sguarnita in questo settore, visto che la meravigliosa RC30 era per lo più un oggetto esoterico venduto in piccolissima serie, decise di irrompere nel segmento delle maxi con una proposta del tutto nuova. L’idea arrivò dal famosissimo Tadao Baba, storico progettista della Casa dell’ala dorata. Baba-san, entrò in Honda a soli 18 anni, come operaio semplice e crebbe insieme all’azienda stessa.
Sul finire degli anni ottanta, fu proprio Baba a lavorare sul progetto della Fireblade, convinto assertore del fatto che le supersportive 1000 dell’epoca erano velocissime ma poco divertenti da guidare in curva.

Nei primi progetti di Honda c’era l’idea di realizzare una settemmezzo, della quale venne anche costruito il prototipo chiamato CBR750RR il quale si ispirava nelle linee alla RC30. Nel segmento delle 750 però, la Honda aveva all’epoca la VFR750F che era comunque apprezzatissima anche dai clienti sportivi del marchio.
La leggenda vuole che alcuni manager di Honda vennero invitati da Baba per visionare il prototipo e si trovarono davanti a una "moto piccola e piena di buchi" e, alla domanda di spiegazioni Baba-san rispose: "Avete davanti la supersportiva del futuro"… e così nacque la Honda CBR900RR FireBlade.
Una curiosità: dal 1992 al 2003, la moto si chiamava FireBlade, con la "B maiuscola", mentre dal modello 2004 in avanti la dicitura divenne Fireblade, proprio in omaggio a Tadao Baba, che in quell’anno è andato in pensione.
Nei vent’anni di storia del Fireblade possiamo identificare sette diverse serie che corrispondono ai grossi step di progetto fatti in quattro lustri.

1992-1995: CBR900RR FireBlade (893cc)
La prima, mitica serie della CBR900RR stupì il mondo intero grazie a due importantissimi dati: 124 CV e 185 kg che costituivano una reale novità nel settore. Tra essi fu proprio il peso a dare maggior risalto al Fireblade, perché tutte le rivali erano ampiamente al di sopra dei 200 kg e la guidabilità che derivava da una ciclistica agile era davvero una spanna davanti alla concorrenza.
La moto si basava su un robusto telaio doppio trave in lega leggera con le travi laterali estruse, secondo la tecnica adottata all’epoca dalle Case giapponesi. Il forcellone era anch’esso in travi estruse ed aveva una capriata superiore di irrigidimento a sezione quadra.
In quegli anni già andavano di moda le forcelle a steli rovesciati, ma la Honda preferì affidarsi a una Showa a steli tradizionali da 45 mm che aveva solo la regolazione del freno in estensione e del precarico. Il comparto freni prevedeva una coppia di dischi semiflottanti da 296 mm di diametro con pinze Nissin a quattro pistoncini. Sulle ruote la Honda volle stupire il mondo con una scelta controcorrente: all’anteriore scelse infatti un cerchio da 16 pollici, misura ormai "fuori moda", sul quale montò un pneumatico da 130/70 x 16", in abbinamento al classico posteriore da 180/55 x 17".
Il primo affinamento della moto arrivò con la versione del 1994, che venne dotata di freno in compressione per la forcella e nuovi battitacco per le pedane e leveraggio del cambio. Venne poi leggermente cambiato il cupolino che guadagnava una lente davanti ai fanali. Nessuna modifica per il motore, che riceveva però il coperchio valvole in magnesio anziché in alluminio.

1996-1999: CBR900RR FireBlade (919cc)
La prima significativa evoluzione della CBR900RR arrivò con il model year 1996. L’estetica della moto manteneva il cupolino pressoché identico mentre le fiancate della carenatura cambiarono aspetto con prese d’aria più dinamiche e la sparizione dei famosi forellini tanto amati da Baba, dal puntale inferiore. Venne rinnovato anche il codone, che presentava due feritoie anziché una. L’aerodinamica venne curata maggiormente, adottando un parafango più avvolgente che includeva gli steli della forcella. Venne rivista anche l’ergonomia, con manubri più alti di 10 mm e più stretti di 5° e venne snellito leggermente il serbatoio.
Le maggiori novità, però, erano sotto la carenatura: il telaio ricevette travi laterali estruse con spessore più sottile ma di sezione maggiore, e lo stesso trattamento venne riservato al forcellone, il quale era infulcrato nel telaio 5 mm più in alto. Tutto ciò portò con sé un ulteriore risparmio di peso che portò il CBR900RR a soli 183 kg a secco dichiarati.
Le sospensioni vennero completamente riviste al loro interno, mentre ruote e freni rimasero ancora gli stessi del 1992. Stesso discorso per la ruota anteriore che, sebbene iniziò a ricevere critiche, venne mantenuta nella inusuale misura da 16 pollici.
Il motore crebbe di cilindrata aggiungendo 1,0 mm all’alesaggio (le misure erano quindi 71,0 x 58,0 mm) raggiungendo il valore di 918,5 cc, facendo aumentare anche la potenza installata a 128 CV a 10.500 giri/min. All’alimentazione provvedeva ancora una batteria di carburatori Keihin a depressione da 38 mm a valvola piatta, dotata ora di sensore per il TPS.

Puntuale dopo due stagioni la Honda diede una leggera rinfrescata alla Fireblade seconda serie, apportando migliorie che fecero crescere la potenza a 130 CV a 10.500 giri/min. Nuovi i pistoni, le camere di combustione e i condotti della testata. La frizione venne sostituita con una versione più piccola e anche i rapporti del cambio vennero rispaziati. Come ben visibile dalle foto, inoltre, vennero per la prima volta adottati collettori di scarico in acciaio inox.
La ciclistica subì nuove modifiche, tra cui rigidezza del telaio leggermente aumentata, forcellone modificato anteriormente, piastre forcella con avanzamento ridotto di 5 mm e nuove tarature per l’idraulica. Crebbe il diametro dei dischi freno anteriori fino a 310 mm ma rimase ancora l’ormai vetusta gommatura anteriore da 130/70 x 16".
L’estetica della CBR900RR cambiò ancora e stavolta furono il cupolino e il codone a subire un aggiornamento divenendo forse un po’ oversize, in compenso il peso dichiarato (grazie soprattutto alle modifiche al propulsore) calò ancora raggiungendo i 180 kg a secco.
L’approssimarsi del 2000, però, imponeva a Honda un rapido cambio di strategia, perché nel frattempo gli avversari si erano svegliati e la Yamaha nel frattempo aveva lanciato la YZF-R1, che stava velocemente rubando la scena al FireBlade.

2000-2001: CBR900RR Fireblade (929cc)
Con l’arrivo del terzo millennio la Honda presentò la nuova CBR900RR per la quale venne dichiarato dalla casa un "Salto Quantico". In effetti dopo otto anni dal lancio questa fu la prima CBR completamente nuova al 100%.
Il telaio era completamente diverso da tutte le precedenti CBR e inaugurava una nuova filosofia costruttiva. Il doppio trave superiore, che aveva ora maggiori sezioni in pressofusione, non si prolungava più fino al perno del forcellone il quale era quindi infulcrato nel motore attraverso delle piastre ausiliarie. L’interasse scese a 1.400 mm (meno 5 mm) mentre il bibraccio posteriore cambiò forma, divenendo più robusto nello scatolato del lato destro, mentre il sinistro mantenne la capriata di rinforzo superiore. All’avantreno arrivarono finalmente modifiche imponenti: la forcella divenne una Showa a steli rovesciati da 43 mm e finalmente apparve la tanto desiderata ruota anteriore da 17 pollici che montava una tradizionale gomma da 120/70 mm (mentre al posteriore arrivò la 190/50 mm). Vennero surdimensionati i freni, che raggiunsero il diametro di ben 330 mm. Il disegno dei cerchi ruota passò da sei razze a sezione ad U aperta a tre razze cave, sicuramente più leggere ma anche più bruttine delle precedenti. Nel frattempo il lavoro di alleggerimento della ciclistica aveva portato il peso a secco dichiarato al valore di 170 kg.
Tutto nuovo era anche il motore le cui misure passarono a 74,0 x 54,0 mm quindi molto più spinte rispetto a prima. Arrivò finalmente anche l’impianto di alimentazione ad iniezione con la ben conosciuta centralina PGM-FI di Honda. La potenza raggiunse il ragguardevole valore di 149 CV dichiarati, con i quali la Casa dell’Ala dorata doveva fare concorrenza ai 150 CV della Yamaha R1.
L’estetica della Fireblade era tutta nuova, con linee decisamente più allungate e filanti e grafiche più eleganti e meno chiassose rispetto al passato. Questa edizione della CBR900RR, sebbene sia stata in assoluto la più equilibrata di tutte, rimase in produzione solo due anni, sostituita dalla più aggressiva versione 954 cc.

Per il prosieguo della fantastica storia della Honda Fireblade cliccate
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