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Aprilia RSV4 1100 Factory - TEST

La rinnovata superbike di Noale migliora in ogni comparto e raggiunge livelli prestazionali e di guidabilità di assoluta eccellenza

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Abbiamo provato al Mugello la nuova Aprilia RSV4 1100 Factory. Il motore maggiorato a 1.078 cc offre livelli di potenza (217 cv) e coppia (122 Nm) da autentica Superbike. Ciclistica, aerodinamica ed elettronica allo stato dell’arte. Una moto magica, incredibilmente prestazionale ed efficace ma anche gentile ed appagante con chi pilota non è…

Come è fatta

Il rinnovato bialbero 16 valvole V4 di 65° riceve nuovi pistoni con alesaggio di 81 mm (contro i precedenti 78) che portano la cilindrata a 1.078 cc. Il rapporto di compressione non varia e risulta pari a 13,6:1. Ad alimentarlo provvedono  4 corpi farfallati da 48 mm ed 8 iniettori che vengono comandati da acceleratore ride-by-wire multimappa. Lo scarico, con valvola parzializzatrice, segue lo schema 4 in 2 in 1 ed è dotato di terminale in titanio Akrapovic.  La potenza massima raggiunge i 217 cv a 13.200 giri (limitatore a quota 13.600), mentre la coppia massima è pari a 122 Nm a 11.000 giri, facendo segnare un incremento del 10% su tutto l’arco di utilizzo rispetto all’unità di un litro dello scorso anno. Lubrificazione a carter umido con radiatore olio/aria. La frizione con comando a cavo è multidisco in bagno d’olio con sistema antisaltellamento meccanico. Il cambio a 6 rapporti è dotato di quick shift bidirezionale.

Aprilia RSV4 1100 Factory Test

La ciclistica si fonda su un telaio doppio trave in alluminio e viene completata all’anteriore da una forcella Ohlins TIX USD pluriregolabile con steli da 43 mm con trattamento superficiale al TIN per incrementarne la scorrevolezza e 125 mm di escursione mentre dietro troviamo un forcellone in alluminio a doppia capriata sul quale agisce tramite cinematismo progressivo il mono Ohlins TTX pluriregolabile che permette un’escursione alla ruota di 130 mm. La connotazione racing viene testimoniata anche dalla possibilità di regolare la posizione e l’angolo del cannotto di sterzo, l’altezza motore e l’altezza del forcellone. L’ammortizzatore di sterzo Ohlins è regolabile. Cerchi forgiati in lega di alluminio con disegno a 5 razze sdoppiate. Anche l’impianto frenante conferma la qualità assoluta della ciclistica. La coppia di dischi anteriore flottanti da 330 mm è morsa da pinze monoblocco con attacco radiale Brembo Stylema mentre sulla ruota posteriore troviamo un disco da 220 mm su cui agisce una pinza flottante a due pistoncini Brembo. Il peso della moto in ordine di marcia con serbatoio pieno è contenuto in 199 kg, grazie anche all’utilizzo di una batteria al litio Bosch.

L’elettronica completa ed evoluta, comprende il pacchetto di controlli tipico del sistema APRC (Aprilia Performance Ride Control), giunto alla quarta generazione. Per ottimizzare il suo intervento, l’APRC sfrutta anche le informazioni relative alla posizione della moto nello spazio offerte dalla piattaforma inerziale Bosch a 6 assi. Nel dettaglio sono disponibili: controllo di trazione (8 livelli), anti impennata (3 livelli), launch control (3 livelli), pit limiter, cruise control ed ovviamente ABS Cornering (3 livelli) con sistema RLM (rear liftup migration) che limita il sollevamento della ruota posteriore nelle decelerazioni più intense. Sono presenti 3 mappe motore “full power” (Sport, Track e Race) che influenzano la risposta del motore ed il livello del freno motore. Disponibile come accessorio Aprilia Mia la piattaforma multimediale di Aprilia che permette di collegare via bluetooth lo smartphone al veicolo, introducendo, per la prima volta, un vero sistema di taratura corner by corner dei settaggi elettronici, i cui dati sono successivamente scaricabili su laptop o smartphone per l’analisi, proprio come avviene nei GP.

I volumi della RSV4 rimangono quelli che già conosciamo, ma adesso l’attillata carena riceve le appendici aerodinamiche in carbonio, che si ispirano direttamente a quelle dell’Aprilia RS-GP, e che consentono di generare una downforce di circa 8 Kg a 270 Km/h. Sempre in tema di contenimento dei pesi va segnalato l’uso del carbonio anche per il parafango anteriore, convogliatori d’aria pinze anteriori, cover silenziatore e fiancatine.

Come va

L’atmosfera al box è di quelle che hai sognato sin da bambino, con i meccanici a sfilare le termocoperte, pronti ad attendere che tu salga in sella ed imbocchi la pit-lane. Un’ulteriore emozione mista a tensione visto che nei giorni precenti la prova, più di una volta mi ero chiesto che effetto avrebbero fatto i 217 cavalli di questa Aprilia lungo l’interminabile rettilineo del Mugello. Chiudo la visiera e parto. Scopro subito una posizione di guida si specialistica, ma anche discretamente confortevole e decisamente ben tarata per l’utilizzo in pista. I semimanubri sono piuttosto larghi, aperti e non così distanti dalla sella. Questo permette, anche a busto eretto, di non affaticare inutilmente polsi ed avambracci. Le pedane sono alte ed arretrate ma le terga posizionate ad 855 mm da terra riescono a descrivere una piega delle ginocchia piuttosto naturale. Le svasature del serbatoio e la snellezza del telaio offrono un ottimo inserimento.

Dopo le prime curve utilizzate per trovare la migliore posizione il sella e provare a comprendere, seppur grossolanamente, il comportamento di ciclistica e motore, decido di alzare il ritmo. Ma a questo punto devo farvi una premessa. Perché chi scrive, appassionato e motociclista da trent’anni, non è certo un pilota. Quindi, pur provando a concentrarmi al massimo, per dare manetta (sempre riferito ai miei parametri) ho dovuto buttare il cuore oltre l’ostacolo non una ma almeno due volte. E chissà che la fortuna anche questa volta non abbia voluto aiutare l’audace, perché ho immediatamente potuto contare sul conforto di una ciclistica davvero ben tarata e neutra che si è lasciata apprezzare per agilità e comunicativa, senza mai diventare nervosa. Richiede ovviamente opportuni contrasti per scendere in piega o invertire nelle numerose “esse” del Mugello in modo più convinto, ma pensando alle prestazioni di cui è capace si tratta pur sempre di un impegno contenuto. Almeno finché si va a spasso. Perché invece quando si inizia ad agire con più convinzione sulla manetta destra si scatena la cavalleria del rinnovato V4 e le cose cambiano. Un motore capace di spingere sostanzialmente a qualsiasi regime, che palesa, prima ancora di una potenza massima da brivido, una schiena fenomenale e connesse capacità di ripresa da primo della classe. Sopra i 7.000 giri si irrobustisce ulteriormente permettendo variazioni di velocità impressionanti. Fuori dalle curve, ci si ritrova con l’avantreno che galleggia, terza o quarta marcia non fa alcuna differenza, tenuto a bada dal wheelie control che come per magia regala comunque la direzionalità necessaria per arrivare alla successiva staccata perfettamente in traiettoria. Quando ci si attacca ai freni si scopre tutto il potenziale delle nuove pinze Stylema di Brembo, che regalano prima ancora di potenza infinita tantissima modulabilità e morbidezza. Caratteristiche ulteriormente impreziosite dal lavoro esemplare della forcella Ohlins che seppur con una taratura standard piuttosto stradale ha saputo dimostrare tanta scorrevolezza e progressività, utile per mantenere il più possibile contatto con l’asfalto nelle ripartenze ma anche capace di limitare l’affondamento nelle frenate. Un set-up ideale per il mio ritmo ed in piena simbiosi con quello del mono, in grado di offrire il giusto contrasto in uscita limitando fortemente il beccheggi. A forza di curvare sono arrivato alla Bucine, la lunga curva a sinistra in leggera discesa che precede il rettilineo. Questa Aprilia la percorre con una tale facilità che riesco quasi a riprendere fiato, attendendo il momento giusto per spalancare il gas. Ho inserito la quarta per provare a stemperare la grinta del V4, ruoto con decisione l’acceleratore, mi accuccio e stringo forte il serbatoio con le ginocchia. Non so se sentirmi più un astronauta o un bambino alle giostre, perché l’effetto è quello di cavalcare un razzo. Davvero. Il posteriore non mostra alcuna indecisione, complice anche il grip pazzesco delle Metzeler K1 Slick (che si sono dimostrate sempre facili nell’utilizzo come un “normale” pneumatico intagliato sportivo), nessun pompaggio, nessuna perdita di aderenza sotto le badilate di coppia ed i cavalli del V4, mentre l’anteriore si alleggerisce fingendo di non sapere di essere già a 200 km/h, ed anche provando ad anticipare la cambiata la spinta furiosa non viene meno neanche in quinta. Inserisco la sesta prima dello scollino, sono in apnea, l’avantreno si diverte ancora un pochino con me fino al momento in cui decido di attaccarmi ai freni prima della San Donato. Che per essere la staccata più difficile del circuito, rappresenta anche un momento di vero sollievo, dopo l’intenso chilometro passato a manetta. Solo adesso comprendo il carattere autoritario e generoso di questa Factory, capace di accompagnarmi tra i saliscendi di questo splendido tracciato senza chiedere nulla in cambio, offrendo tutta se stessa per farmi capire il suo enorme potenziale senza per questo mettere alla prova oltremodo le mie capacità di guida. Al termine della giornata, dopo 4 turni (i primi due con la Tuono V4 1100 Facrory, presto la prova), sono tanto felice quanto esausto. La RSV4 1100 Factory è una moto dal potenziale eccezionale e come tale richiede di essere condotta da un  pilota esperto per dimostrarlo pienamente. Per tutti gli altri la consapevolezza di salire in sella ad un mezzo che concede l’opportunità di sfruttarlo al meglio delle proprie capacità. Al prezzo di un impegno fisico a tratti intenso che suggerisce un allenamento specifico per limitare l’affaticamento. Quasi mi dimenticavo. Il cambio è velocissimo ed appena contrastato, da vera racer, usato sempre con quick shift. L’elettronica semplicemente perfetta, con interventi opportuni, veloci, progressivi e ben coordinati.

Quanto costa

L’Aprilia RSV4 1100 Factory è disponibile nelle concessionarie nell’unica livrea Nero Atomico 6 al prezzo di 25.199 euro

Abbigliamento

Casco: X-Light X-803 Ultra Carbon Stoner

Stivali: Alpinestars S-MX 6

Guanti: Alpinestars SP-1

Tuta: Alpinestars

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