Piloti, che gente. Avere l'occasione di vederli da vicino è difficile anche per noi, figuriamoci parlarci a tu per tu. Poi, complice il palcoscenico di Eicma, accade che Suzuki organizza uno “speed-date” un po' speciale con tre dei suoi rider: i due piloti di MotoGP, Andrea Iannone e Alex Rins, e la vecchia volpe Toni Elias, che ora corre nel campionato americano AMA Superbike. La modalità è semplice: tre piloti, cinque minuti a testa. Intervistati esattamente nell'ordine in cui leggete le domande. Pronti?
Cosa è per te la velocità?
Toni Elias: “La velocità è ciò che mi fa sentire vivo, è una sensazione che avverto molto forte dentro di me. Non posso stare senza.”
Alex Rins: “Per me è tanto, tutto, una cosa che non si può descrivere.”
Andrea Iannone: “La velocità per me è vita, è qualcosa da cui parte tutto.”
Conta di più il pilota o la moto?
Elias: “Più passano gli anni più la tecnologia e la moto diventno importanti. Si è visto che molti piloti che sono al top, quando hanno guidato moto non performanti hanno sofferto tantissimo. Ma è certo che un buon pilota può ancora fare la differenza.”
Rins: “ Conta sia la moto sia il pilota. E' importante essere un pilota forte per fare la differenza, ma ci vuole anche una bella moto e una squadra che funziona.”
Iannone:”Oggi più di ieri il pilota conta ma conta tanto anche la moto. L'abbiamo visto: vedi Lorenzo, da vincere il mondiale a far fatica... A passare dalle stelle alle stalle, oggi, ci vuole niente.
Se c'è qualcosa che ti ha ispirato di un pilota del passato, qual'è quel pilota e cos'è quel qualcosa?
Elias: “Il pilota è Wayne Rainey. Ricordo il suo stile, come vinceva, e mi piace il fatto che adesso è a capo del Campionato in cui corro. Ma ammiro anche il mio amico Carlos Checa, Alex Criville e Valentino Rossi: non solo come pilota ma anche come persona, è davvero unico.”
Rins: “Casey Stoner. Andava fortissimo, mi piaceva anche come lavorava e come creava le basi del suo successo. Oggi, invece, mi piacciono Rossi, Marquez e Lorenzo”.
Iannone: “Sono un grandissimo fan di Steve Mcqueen ma sono cresciuto con l'esempio di Valentino: ho 28 anni e quando lui vinceva il primo Mondiale io ero nel pieno delle minimoto. Lui è stato l'eroe della mia generazione, era impossibile non tifarlo”.