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Alla scoperta della Basilicata in sella ad una Honda Crossrunner

Un affascinante itinerario da Aliano a Matera, passando per la suggestiva città fantasma di Craco

Moto - News: Alla scoperta della Basilicata in sella ad una Honda Crossrunner

Avventurosa, eccitante, panoramica, contemplativa… insomma, per la Basilicata gli aggettivi si sprecano. Un universo parallelo, un mondo incantato ricco di storia, cultura e tradizioni. Una terra abitata da una natura maestosa e bucolica, ma anche aspra e selvaggia, puntellata da pittoreschi centri che affondano le proprie radici nel passato, tra dominazioni straniere e vicende appassionanti. Un viaggio nel viaggio, fatto di curve e strade perfette per le nostre moto. Benvenuti nel cuore verde della Lucania.


Da Aliano a Pietrapertosa: 160 km circa


Si lascia Aliano - amena località ricca di fascino, immersa tra i calanchi e famosa per essere stata il luogo in cui trascorse il periodo di confino lo scrittore Carlo Levi - e ci si tuffa sulla bella strada che, passando per Alianello Nuovo e Alianello, prosegue in direzione della SS598, poco prima della quale, svoltando per la SP133, si seguono dapprima le indicazioni per S. Arcangelo-Taranto e, subito dopo, quelle per S.Arcangelo-Roccanova. Il tratto che raggiunge Roccanova e prosegue oltre, fino a Chiaromonte, si distende lungo un piacevole misto, immerso nel verde, che si raggomitola nel territorio del Parco Nazionale del Pollino. Poco traffico e una natura maestosa tutt’attorno. Da Chiaromonte, seguendo le indicazioni per Francavilla in Sinni, si percorrono una manciata di chilometri (un po’ malmessi) in discesa e si raggiunge la veloce SS653, che andrà seguita in direzione Senise.
Quando i primi riflessi del lago di Monte Cotugno vi appariranno davanti alla visiera del casco, preparatevi a godervi lo spettacolo. L’attraversamento del lungo viadotto che ne taglia un intero ramo è da album dei ricordi (foto nella gallery). Si procede ancora per qualche chilometro sulla veloce SS653, fino a raggiungere la piacevolissima cittadina di Valsinni, dove programmare una piccola sosta per andare alla scoperta del centro storico (molto ben tenuto) e ‘arrampicarsi’ fino al romantico castello di origine medievale, arroccato sulla rupe da cui domina l’intera valle del fiume Sinni (i più pigri potranno arrivare al castello direttamente in moto, guidando fino al parcheggio antistante). Terminata la sosta, un veloce trasferimento, con una breve deviazione dal percorso principale, consente di raggiungere Tursi, cittadina ricca di storia e testimonianze di pregio. Imperdibile una salita all’antico quartiere arabo, la Rabatana, da cui godere di un bel colpo d’occhio sul paese e sul territorio circostante, spaziando fino al mare. Di nuovo in sella, siamo pronti a volgere le ruote verso una delle tappe più intriganti dell’intero viaggio. Si imbocca la SP154 seguendo le indicazioni per Potenza, dopodiché, attraversato il ponte sul fiume Agri, si raggiunge la SS598 per poi svoltare a sulla SS 103 in direzione Peschiera-Craco. Tutt’attorno, un ambiente naturale al massimo splendore tra uliveti e campi coltivati, fa da sfondo ai ghirigori d’asfalto lungo cui danzare con le nostre moto.
Craco la inizi a scorgere da lontano, una sagoma che svetta appuntita in cima a una collina. Intanto, la strada continua a salire e i suoi contorni si fanno sempre più chiari, tra il verde intenso e le punte argillose dei calanchi tutt’attorno. È così che la città fantasma accoglie i viaggiatori che si avventurano alla sua scoperta. Abitato sin da tempi antichissimi (nel suo territorio sono state trovate tombe risalenti addirittura all’VIII sec. a.C.) il paese si sviluppò a partire dal medioevo, divenendo florido nei secoli successivi, come dimostrano alcuni palazzi nobiliari che sorsero all’interno dell’abitato. Tutto questo finché, nel 1939, una violenta frana non ne decise drammaticamente le sorti, costringendo la popolazione di allora ad evacuare per sempre a valle (in località Peschiera). Una disgrazia che fatalmente ne decreta la fama. Craco è oggi tra le poche testimonianze di città fantasma esistenti in Italia. Un luogo affascinante e misterioso, set di tantissimi film (tra i quali si annoverano ‘La passione di Cristo’ di Mel Gibson, ‘Basilicata coast to coast’ di Rocco Papaleo e persino uno 007), che attira viaggiatori e curiosi da ogni dove. Lasciata Craco e le sue infinite suggestioni, l’itinerario prosegue lungo la SS103 in direzione Stigliano. Questo tratto si presenta inizialmente come un bel misto veloce, su cui concedersi lunghe pieghe in appoggio, nello scenario della sterminata campagna lucana. Poi il tracciato cambia e si fa più tortuoso e guidato a mano a mano che si sale verso Stigliano. Una sosta in questo piacevolissimo centro, può essere l’occasione perfetta per assaggiare qualche prelibatezza in uno dei tanti forni che producono il tipico pane locale, una specialità apprezzata in tutta la Basilicata. Noi abbiamo gustato cose eccelse in quello situato nei pressi della bella chiesa di S.Antonio. Da Stigliano si prosegue, sempre ‘a tutta piega’, sulla SS103 in direzione Potenza, fino a quando, giunti ad una biforcazione, si dovranno seguire le indicazioni per Accettura-Basentana imboccando a destra la SS277. A circa sei chilometri da Accettura, sulla sinistra, si incontra una strada asfaltata, decisamente stretta, con un cartello che indica Pietrapertosa: seguitelo senza indugio. La stradina immersa nel bosco, che vi ritroverete a percorrere, è una sorta di viaggio nel viaggio. Un piccola avventura ‘into the wild’ che si infila nel profondo del Parco Regionale delle Piccole Dolomiti Lucane. Tutt’attorno, solo natura e silenzio percorsi da una sinuosa e sottile striscia d’asfalto: un vero godimento con la nostra Honda CrossRunner, perfettamente a suo agio in situazioni di questo genere dove, la posizione di guida e l’impostazione crossover, consentono una totale capacità di manovra e controllo del mezzo... anche guidando ‘svelti’ nello stretto.
In ogni caso, non temete: questo tratto, sebbene in alcuni punti (soprattutto scendendo verso Pietrapertosa) presenti qualche piccola imperfezione del manto stradale, è assolutamente percorribile, senza problemi, con ogni genere di moto.


Da Pietrapertosa a Matera: 95 km circa


Pietrapertosa rende merito, come pochi altri luoghi, alla nota espressione ‘incastonata tra le montagne’. Per quanto possano avertene parlato, per quante foto del luogo tu possa aver visto, raggiungere questa località produce sempre il medesimo stupore. Impensabile andar via di qui, senza essersi arrampicati fino al castello, attraversando le viuzze dell’antico quartiere medievale, che conserva ancora l’originario nome saraceno: Arabat. I più temerari potranno poi cimentarsi nel suggestivo volo dell’angelo, sfrecciando nel vuoto appesi a delle carrucole fino a 120 Km/h, tra Pietrapertosa e Castelmezzano (entrambi i paesi sono annoverati tra i borghi più belli d’Italia).
Si torna in sella e si prosegue verso la superstrada E847, guidando in picchiata lungo i tornanti della curvosissima strada provinciale (la SP13) che la raggiunge, attraverso i maestosi panorami offerti dalle aguzze vette delle Piccole Dolomiti Lucane. Raggiunta la E847, si percorrono pochi chilometri in direzione Metaponto, fino all’uscita per Tricarico. Da qui, parte il nastro d’asfalto in salita che raggiunge la cittadina: un tracciato avvincente, lungo cui sperimentare geometrie di piega perfette, ottimo asfalto e una carreggiata ampia, che invita ad aumentare il passo. Da Tricarico, dopo una sosta alla scoperta dell’interessante centro storico, si prosegue lungo il tracciato della vecchia SS7 (ora indicata come SP1), attraversando nell’ordine: Grassano, Grottole e Miglionico. Un percorso che si insinua tra valli, colline e una natura rigogliosa, alla scoperta di territori selvaggi e remoti, svelando una Basilicata affascinante, dove il tempo sembra scorrere placido, senza fretta, ben lontano dai ritmi caotici delle metropoli. Qualche piccola annotazione: questo tratto curvoso e piacevolissimo da guidare, offre un fondo stradale mediamente buono, salvo alcuni chilometri poco prima di Grottole. Inoltre, proprio passando per Grottole, si devono ignorare i cartelli indicanti strada interrotta in direzione Miglionico: la strada è perfettamente percorribile e prevede una brevissima deviazione, durante le quale si dovranno seguire le indicazioni, molto ben segnalate, per Miglionico. Raggiunta anche quest’ultima interessante località, pochi chilometri, e avremo raggiunto Matera, affascinante punto di arrivo di questa intenso percorso. E se l’ora è quella del tramonto, lo spettacolo delle luci che si accendono tra i sassi è di quelli che valgono da soli un viaggio.


Da non perdere


Aliano, in posizione magnificamente dominante tra i calanchi, è celebre per aver ospitato Carlo Levi, durante gli anni del confino. Ovunque, tra i suoi vicoli, nelle piazze, aleggia lo spirito del celebre scrittore, pittore e attivista politico piemontese, il cui soggiorno nel piccolo centro lucano può essere ripercorso attraverso cammini tematici e visite guidate, a partire dalla casa dove fu ospite. Da non perdere, a fine agosto, il festival ‘La luna e i calanchi’. Un’affascinante settimana di arte, suggestioni e musica, con ospiti e visitatori da ogni angolo d’Italia (e non solo). Qui tutte le info, con il programma dettagliato: www.lalunaeicalanchi.it.

Una visita al centro storico di Valsinni, col bel castello risalente all’anno 1000 (o poco dopo) in posizione panoramica sulla valle del fiume Sinni. Il maniero deve la sua fama alla triste storia della poetessa Isabella Morra, che vi nacque nel 1520 e vi morì circa 26 anni dopo per mano dei fratelli, dopo che ebbero scoperto la sua relazione col barone di Bollita, Diego Sandoval de Castro.


Raccontare Tursi in poche righe è compito arduo. Località poco nota ai più, fondata nel V secolo dai Goti, ospita un’insospettabile quantità di tesori all’interno del suo territorio, dal quartiere arabo Rabatana, in posizione dominante sul centro storico e al cui interno si erge l’antica chiesa di Santa Maria Maggiore (le cui origini risalgono al IX secolo) al Santuario della Madonna di Anglona, meta di numerosi pellegrinaggi durante l’anno. Suggestiva, nei dintorni, una visita alle rovine del convento dei Cappuccini, abbandonato nel 1866.


Una passeggiata tra le rovine di Craco. È possibile effettuare la visita seguendo le indicazioni riportate qui.


Pietrapertosa, con i suoi panorami, il castello, il centro storico pittoresco e quella particolare sensazione di ritrovarsi sempre col naso all’in sù. Per i più temerari, il volo dell’angelo rappresenterà di certo un’esperienza indimenticabile: tutte le info su: www.volodellangelo.com


A Tricarico merita una visita la torre normanna alta 30 metri, mentre Grassano racconta antiche storie di briganti attraverso le case settecentesche lungo via La Chiesa, dotate di feritoie per difendersi dall’attacco dei predoni. Grottole rapisce l’attenzione del viaggiatore con le sue antiche chiese (mirabile quella barocca di San Domenico) e le rovine dell’antico castello longobardo. E infine, a chiudere la serie di paesi lungo la vecchia SS7, troviamo Miglionico, a soli 20 Km da Matera, con un centro storico ricco di testimonianze, a partire dal Castello medievale del Malconsiglio, di epoca Federiciana, dove fu ordita la famosa congiura dei baroni, in rivolta contro il re di Napoli.


Matera nel 2019 sarà la capitale europea della cultura. Una località dalla bellezza inconsueta, un fascino primordiale difficilmente riscontrabile altrove. Il consiglio è quello di perdersi tra i celebri Sassi (così viene chiamato il caratteristico centro storico, formato dal Sasso Caveoso, dal Sasso Barisano e dal rione Civita) alla scoperta delle viuzze, delle chiese rupestri, degli scorci e delle bellezze artistiche che vi sono custodite; senza tralasciare le piccole botteghe in cui scoprire le tradizioni di questi luoghi, che si tramandano ancora intatte. E per concludere, una dritta di quelle che in genere fanno la differenza: uscendo dal paese, imboccate la SS7 in direzione Taranto, dopodiché, percorsa una manciata di chilometri, prestate attenzione, sulla destra, alle indicazioni ‘chiese rupestri’ (ovviamente non si tratta delle stesse che si trovano all’interno dei Sassi). Da qui in avanti, percorrendo una strada bianca - una delizia per il CrossRunner, ma adatta a qualunque tipo di moto - si raggiunge una spettacolare veduta sul centro storico di Matera da un’incredibile posizione panoramica. Rimanete pure in contemplazione, lo spettacolo lo merita, ma ricordate di non mancare una visita anche alle suggestive chiesette scavate nella roccia.


La moto dell’itinerario


Per affrontare al meglio questo itinerario, serviva un mezzo dalle grandi doti di polivalenza, in grado di esprimere grinta sui tratti più guidati e divertenti ma, allo stesso tempo, sufficientemente gestibile e rassicurante nei passaggi più difficili; oppure nei casi in cui fosse stato necessario percorrere agilmente brevi sterrati, come quelli per raggiungere alcuni punti panoramici lungo il percorso. Sulla carta, il CrossRunner offriva tutto il necessario per passare la prova a pieni voti: efficacia in ogni condizione, grazie al tipico comportamento del 4 cilindri Vtec da 782 cm3 (un motore affidabile, regolare, ‘robusto’ e preciso sotto i 6.000 giri, che esplode di potenza superata questa soglia); orizzonti di utilizzo più ampi rispetto alla sport-touring carenata VFR800F, grazie al manubrio alto, alla posizione di guida eretta e alle sospensioni con maggiore escursione. E il CrossRunner non ha tradito le attese, rivelandosi un efficace compagno di viaggio: seduta comoda per pilota e passeggero, ottima ergonomia e perfetta triangolazione sella/manubrio/pedane (con qualche limite, solo guidando in piedi in off-road); comfort e protettività sono garantiti anche in velocità, grazie all’unghia di plexiglas anteriore. L’elettronica a bordo svolge silenziosamente il suo prezioso compito, fornendo un ottimo supporto al pilota. Durante i primi 2 giorni di ricognizione lungo il percorso, caratterizzati da un paio di improvvisi acquazzoni, ABS e HSTC (il sofisticato controllo di trazione, direttamente derivato da quello in uso sul CrossTourer, all’occorrenza disinseribile) hanno fatto la differenza, consentendo veloci spostamenti in tutta sicurezza. Da un punto di vista dinamico, nulla da eccepire: la moto è agile, piega decisa, va forte senza mai affaticare. L’uscita di curva, se il livello di giri è quello giusto, viene accompagnata dal sibilo coinvolgente del motore, capace di un allungo poderoso fino ai 12.000. Insomma, turistica sì, ma senza rinunciare al piacere delle performance. Nei passaggi più angusti e sullo sterrato, il controllo è totale e il peso non eccessivo rende sempre perfettamente gestibile il mezzo. Sul fronte dei consumi, guidando a velocità di crociera, e con un pizzico di accortezza, si spuntano medie più che buone. Un piccolo appunto? Le valigie laterali offerte da Honda. Buone per capacità di stivaggio e per regolarità dello spazio a disposizione (interamente sfruttabile... insistendo un po’ ci sta anche il casco), risultano un pelo troppo sporgenti. Circostanza che, unita alla ‘delicatezza’ della verniciatura esterna, offre il fianco, sin troppo facilmente, a qualche graffio indesiderato.

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